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Liberati in un blitz 4 ostaggi, tra loro anche Noa simbolo del 7/10. Hamas: uccisi 50 palestinesi.

Gaza, 8 Giu 2024 – Forze speciali dell'Idf hanno recuperato 4 ostaggi israeliani vivi a Gaza: si tratta di Noa Argamani, Shlomi Ziv, Almog Meir Jan e Andrey Kozlov. Lo ha riferito la Tv Kan.  Le immagini di Noa del 7 ottobre, mentre su una moto veniva rapita da miliziani di Hamas fecero il giro del mondo.

I quattro erano stati rapiti durante l'attacco di Hamas al festival musicale Supernova. Ad una prima valutazione medica, le condizioni mediche dei quattro appaiono buone, ma sono ora stati portati all'ospedale per ulteriori controlli. L'operazione è stata condotta dalle forze speciali che hanno condotto raid simultanei in siti di Hamas a Nuseirat. In uno è stato messo in salvo Argamani mentre gli altri tre sono stati trovati nel secondo sito, si legge su Times of Israel. 

Un alto funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha definito la liberazione di quattro prigionieri dopo nove mesi di combattimenti "un segno di fallimento, non un risultato". Lo riporta il Times of Israel che cita la Reuters. È la terza volta che le forze di sicurezza riescono a salvare ostaggi vivi nella Striscia di Gaza. 

L'esercito ha detto di aver salvato Noa Argamani, Almog Meir, Andrej Kozlov e Shlomi Ziv in una operazione speciale diurna a Nuseirat. Gli ostaggi sono stati salvati in due luoghi separati nel cuore di Nuseirat. Circa la metà sono stati rilasciati nel corso di un cessate il fuoco durato una settimana a novembre. Secondo Israele sono oltre 130 gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Un gran numero di cadaveri e pazienti feriti continuano ad arrivare all'ospedale di Al-Aqsa, la maggior parte dei quali sono bambini e donne, dopo i raid israeliani nelle aree di Deir el-Balah, Nuseirat, Al-Maghazi e Al-Bureij. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, come riporta Al Jazeera. Decine di feriti giacciono a terra e le équipe mediche stanno cercando di salvarli con le attrezzature mediche di base che hanno a disposizione. L’ospedale si trova ad affrontare una grave carenza di medicinali, materiali di consumo medici e carburante, oltre all’interruzione del generatore elettrico principale, ha riferito il ministero.

Nonostante il successo dell’operazione per liberare 4 ostaggi israeliani in mano ad Hamas, il 62% degli israeliani non voterebbe per un partito politico disposto a sostenere l'attuale primo ministro, Benjamin Netanyahu, in una coalizione di governo. Lo rivela l'ultimo sondaggio pubblicato da Channel 12, il canale più visto in Israele, poche ore prima che il ministro del gabinetto di guerra, Benny Gantz, annunci, come era prevedibile, che lascerà il governo di emergenza e il gabinetto di guerra. Tra quanti non sono più disposti a dare il proprio voto ai partiti dalla parte di Netanyahu, c'è' il 30% degli elettori che lo hanno scelto in occasione delle elezioni del novembre 2022. Attualmente solo il 19% degli intervistati è favorevole a votare per una formazione che soste il primo ministro. 

Gantz, che prima del 7 ottobre era dalla parte dell'opposizione, è stato l'unico leader ad accettare la richiesta di Netanyahu di formare un governo di unità nazionale in tempo di guerra e ha ottenuto un posto all'interno del gabinetto ristretto di guerra, dove è uno dei tre membri con diritto di voto, insieme allo stesso primo ministro e al ministro della Difesa, Yoav Gallant. Ma a metà maggio ha lanciato un ultimatum a Netanyahu: avrebbe lasciato il governo se non avesse annunciato un piano postbellico per la Striscia di Gaza prima dell'8 giugno. Cosa che non è avvenuta e quindi le sue dimissioni sono attese per oggi alle 20,40. Alla domanda se Gantz debba ritirare il suo partito di Unità Nazionale (centrodestra) dal governo, il 50% si è detto favorevole e il 30% contrario. Il 56% degli intervistati ha espresso il proprio sostegno alla proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi, annunciata una settimana fa dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, e la stessa percentuale ritiene che il sostanziale 'no' di Netanyahu risponda a calcoli politici. 

Il 24% è contrario alla proposta di accordo di Biden - che prevede una seconda fase con la cessazione completa delle ostilità e il ritiro delle truppe - e il 20% è incerto. Gli intervistati hanno espresso una schiacciante disapprovazione per il trattamento che l'esecutivo sta riservando alle famiglie degli ostaggi: il 72% ha espresso malcontento e il 75% è scontento delle azioni del governo a sostegno degli israeliani evacuati dalle comunità vicino alla Striscia e al Libano.

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