Press "Enter" to skip to content

Neonato trovato morto sugli scogli, fermata la madre della tredicenne che lo ha partorito. Ora le indagini vanno verso la prostituzione minorile. La donna è accusata di omicidio. 

Villa San Giovani (Reggio Calabria), 30 Magg 2024 - È stata fermata con l'accusa di omicidio la madre della tredicenne che ha partorito il neonato trovato morto domenica scorsa all'interno di uno zaino abbandonato tra gli scogli a Villa San Giovanni. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria ed eseguito dalla Squadra mobile e dai Carabinieri. 

Inquirenti e investigatori non hanno fornito, al momento, particolari sugli sviluppi delle indagini che hanno portato al fermo della madre della tredicenne e che hanno fatto seguito, in particolare, agli esiti dell'autopsia eseguita sul corpicino del neonato.

La ragazzina di Villa San Giovanni che ha partorito il bambino soffrirebbe da disturbi di debito cognitivo. È un ulteriore tassello che si aggiunge all'inchiesta degli inquirenti, coordinati dal Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, e dal capo della Procura dei Minori Roberto Di Palma, che oggi hanno sentito la madre della ragazza e altre due persone informate sui fatti.

La ragazza è stata individuata nell'abitazione dei genitori, a Villa San Giovanni, dai Carabinieri e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, portata inizialmente in ospedale e ricoverata perché affetta da setticemia, conseguenza del parto che sarebbe avvenuto nello scorso fine settimana in circostanze sulle quali sono in corso le indagini degli investigatori.

Le indagini, stanno proseguendo celermente nel massimo riserbo, considerata la delicatezza della vicenda. L'attività investigativa punta a fare luce, in particolare, sul contesto familiare particolarmente degradato a cui appartiene la tredicenne.

L'inquietante vicenda presenta numerose incongruenze anche alla luce della carnagione del neonato, molto scura, un particolare che potrebbe portare a novità di rilievo, tant'è che gli inquirenti hanno chiesto all'anatomo-patologo che ha eseguito l'autopsia di prelevare parti tissutali utili a definire il Dna del bambino deceduto, anche per identificare il padre, se si tratta di un giovane o di una persona più grande e se fosse a conoscenza della gravidanza della tredicenne. 

Altro dato significativo emerso riguarderebbe i tempi della gestazione, poiché il parto sarebbe avvenuto prematuramente rispetto ai nove mesi canonici. La madre-bambina inoltre, frequentava l'ultimo anno della Scuola media di primo grado, aspetto su cui si sarebbero appuntate le attenzioni degli investigatori per comprendere se vi siano state, o meno, segnalazioni sulla gravidanza della giovanissima agli organi competenti. 

Non si esclude, tra l'altro, un'altra ipotesi inquietante. E cioè che la ragazza possa essere stata coinvolta in un giro di prostituzione minorile. Ipotesi che trova fondamento nel degrado sociale in cui ha vissuto fino ad oggi e dal quale, si spera, possa adesso uscire definitivamente per andare incontro ad un futuro più dignitoso. 

Su delega del procuratore aggiunto Walter Ignazitto e del sostituto Tommaso Pozzati, della Procura ordinaria, e del sostituto della Procura dei minorenni Giuseppe Creazzo, sono state sentite in Questura alcune persone informate dei fatti. Si tratta di familiari della giovane che sarebbero state a conoscenza della gravidanza della minorenne e le cui dichiarazioni potrebbero rivelarsi utili per appurare le modalità della morte del neonato e del suo abbandono tra gli scogli. 

Tra le persone sentite a lungo dagli investigatori c'è stata la madre della tredicenne. Lo scopo degli investigatori è, in primo luogo, di accertare se e da chi la ragazza è stata aiutata a partorire. Difficile infatti, pensare che la giovane abbia potuto fare tutto da sola. 

Va accertato, inoltre, se il neonato fosse già morto quando è stato dato alla luce o se il decesso sia sopraggiunto successivamente. In questo senso le risposte dovrebbero venire dall'autopsia effettuata. 

Comments are closed.