Torino, 21 Mar 2024 – Il ferimento del giovane torinese raggiunto alla gamba da un colpo di machete, poi amputata dai medici dell’ospedale cittadino per la grave ferita riportata, pare non provenga dalla strada, non sia un componente di una gang di violenti, ma un ragazzo di una buona famiglia del capoluogo piemontese. Infatti, ieri è stato operato il fermo, da parte degli agenti della Polizia di Stato di Torino per il caso del 24enne gravemente ferito lunedì scorso in città a colpi di machete.
Quindi in Questura è stato portato un 23enne, Pietro Costanzia di Costigliole, originario di Milano, fermato con l'accusa di tentato omicidio.
Subito dopo giunto negli uffici della Polizia, è stato ascoltato dal Pubblico Ministero titolare dell'inchiesta, Mario Bendoni, in presenza di due avvocati difensori ed ha affermato di essere completamente all'oscuro dell'episodio. Quando è stato fermato dagli agenti pare che fosse convinto che si trattasse dell'esecuzione di un provvedimento dell'Autorità giudiziaria iberica, visto che in Spagna aveva soggiornato per un certo periodo.
Le condizioni del giovane, ricoverato all'ospedale Cto, rimangono gravi. I chirurghi lo hanno sottoposto a un intervento durato oltre quattro ore in cui gli hanno dovuto amputare la gamba sinistra, seriamente compromessa per i colpi ricevuti.
Ora è ricoverato in prognosi riservata, intubato in terapia intensiva.
La vittima era stata aggredita mentre si trovava con la fidanzata su un monopattino, in via Panizza. Da quanto ricostruito, grazie alle testimonianze raccolte dagli investigatori, i due sono stati avvicinati da uno scooter T-Max, con a bordo due persone con il volto travisato. Il passeggero sarebbe sceso con in mano il machete colpendo il 24enne. Poi è risalito sullo scooter che si è allontanato a tutta velocità. Il giovane è stato subito soccorso dai passanti, tra cui un operaio e due carabinieri fuori servizio, che ha cercato anche con l'ausilio di una cintura di fermare l'emorragia.
Prima del fermo del 23enne, la ragazza della vittima e i suoi familiari erano stati ascoltati dagli inquirenti. Tra le ipotesi al vaglio anche quella che qualcuno volesse far pagare al 24enne, degli apprezzamenti che avrebbe fatto a un'altra ragazza inviandole un messaggio via Whatsapp o via social. Per questo motivo avrebbe anche subito delle minacce precedenti all’agguato. Ma questa pista non è mai stata confermata dagli investigatori che hanno continuano a non escludere nessuna ipotesi.











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