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Con il criminale di guerra russo Putin ancora al potere la Ue vuole preparare l’industria degli armamenti per un’economia di guerra. Oggi la Commissione europea proporrà ai paesi dell’UE un piano per “stimolare la difesa”.

Cagliari, 5 Mar 2024 - Oggi, 5 marzo, la Commissione europea offrirà ai paesi dell’UE un piano per stimolare la loro industria militare in modo che possa passare al più presto possibile ad un “regime di economia militare” in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Lo scrive l'agenzia Reuters. Secondo i funzionari dell'UE, Thierry Breton, commissario europeo per l'industria, delineerà proposte per incoraggiare i paesi dell'UE ad acquistare più armi dalle aziende europee e aiutare tali aziende ad aumentare la capacità produttiva. "Dobbiamo cambiare il paradigma e passare ad una modalità di economia militare. Ciò significa anche che l'industria europea della difesa deve assumersi maggiori rischi con il nostro sostegno", ha affermato Breton. Le proposte di Breton includono la creazione di una versione europea del piano per la vendita di attrezzature militari statunitensi all'estero. Un’altra proposta consentirebbe all’UE di costringere le aziende europee di armi a dare priorità agli ordini europei durante i periodi di crisi e di grave carenza di produzione. Per diventare realtà, queste proposte necessitano dell'approvazione dei 27 governi nazionali dell'UE, che sono spesso riluttanti a cedere poteri in materia di difesa e questioni militari, nonché del Parlamento europeo. Le proposte saranno attentamente studiate anche dalla NATO. Si prevede che il pacchetto Breton includa circa 1,5 miliardi di euro di nuovi fondi per l'acquisto di armi entro la fine del 2027. Si prevede che il pacchetto creerà un quadro giuridico che consentirà un coordinamento molto più efficace della spesa nei prossimi anni.

Traffico bloccato sul Ponte di Kerch a causa delle segnalazioni di esplosioni. Lo riferisce il Kyiv Independent. "Secondo testimoni oculari provenienti da diverse zone della città, si sono uditi da tre a cinque forti boom. Non ci sono ancora informazioni ufficiali", scrive il canale SHOT.

L'artiglieria di Kiev ha colpito una stazione ferroviaria nella regione russa di Kursk, al confine con l'Ucraina, senza causare feriti. Secondo il governatore regionale Roman Starovoit, la stazione colpita è quella di Gluchkovo, dove si è sviluppato un incendio "che è stato rapidamente domato" e sono state danneggiate le linee ad alta tensione, privando di elettricità la stazione e il vicino villaggio di Koulbaki. Da parte sua, il ministero della Difesa russo ha annunciato di aver distrutto tre droni ucraini durante la notte sulla regione di Belgorod, che confina anche con l'Ucraina.

Proseguono gli attacchi delle forze di Mosca al confine nord-orientale dell'Ucraina con la Russia. Le forze russe hanno colpito 11 comunità lungo il confine dell'oblast di Sumy in 44 attacchi separati. Lo ha riferito l'amministrazione militare regionale ucraina, secondo quanto riportato dai media di Kiev. Almeno 220 esplosioni sono state registrate nelle comunità di Khotin, Yunakivka, Bilopillia, Myropillia, Krasnopillia, Velyka Pysarivka, Shalyhyne, Esman, Seredyna-Buda, Svesa e Druzhbivka.

La città di Seredyna-Buda, con una popolazione prebellica di circa 7.000 abitanti, ha subito la maggior parte degli assalti con 67 esplosioni registrate nell'area nelle ultime 24 ore.

Infine ieri il portavoce dell’aeronautica militare ucraina, Yuri Ignat, commenta l’abbattimento di 15 aerei russi da inizio febbraio: “Non è la prima volta che colpiamo tanti aerei in così poco tempo”, dice ai nostri microfoni, “i russi hanno concentrato le loro forze per conquistare Avdiivka, e noi abbiamo risposto. Avevano bisogno a tutti i costi di una vittoria in vista delle elezioni e ora dovranno nascondere le loro perdite”. 

Dopo l’attacco russo a Odessa, che nella notte tra l’1 e il 2 marzo ha ucciso 12 persone, la difesa aerea dell’Ucraina è tornata al centro dell’attenzione. “Abbiamo saputo che l’Italia ha ritirato il sistema SampT che aveva prestato alla Slovacchia per spostarlo altrove -dice Ignat che, tra le righe, lancia un appello al nostro Paese: “Non so dove lo vogliano spostare, ma quale fronte potrebbe essere più caldo e importante di quello ucraino, dove ogni giorno muoiono civili e militari, per difendere non solo il loro Paese ma tutta l’Europa dall’invasione russa?”

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