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A Nizza Monferrato 50enne russo ucciso a coltellate. Arrestata la figlia diciottenne: “Ho protetto mamma e fratelli”.

Cagliari, 2 Feb 2024 - È stata arrestata Makka, 18 anni, la figlia dell'uomo ucciso a coltellate ieri sera, a Nizza Monferrato.La vittima si chiamava Akhyad Sulaev, 50 anni, di origini russe, emigrato dal Caucaso qualche anno fa con tutta la famiglia. L'omicidio sarebbe avvenuto nel tardo pomeriggio, al culmine di una lite tra padre e figlia. Accoltellato all'addome. Soccorso dai medici del 118, è morto poco dopo. La ragazza è stata trovata in un angolo della casa di via Valle San Giovanni, tremante. È stata arrestata e interrogata in caserma dal PM Andrea Trucano della Procura di Alessandria.

Si indaga sul movente. I vicini raccontano che non c'erano tensioni evidenti in famiglia, Makka la vedevano tranquilla, avvolta nel suo hijab. Musulmani praticanti. “Tutta la famiglia lavorava nel ramo della ristorazione. Lui lavapiatti, la ragazza cameriera. Anche la mamma lavora in un locale. Arrivati in Italia con percorsi umanitari, lui aveva difficoltà a esprimersi in italiano, ma si stavano integrando. Faremo il possibile per assistere la mamma e i fratellini”, ha raccontato alla Stampa il sindaco di Nizza Monferrato, Simone Nosenzo. La ragazza, secondo quanto si è appreso, è iscritta con ottimi risultati al terzo anno del liceo scientifico, ma dà una mano in casa facendo la cameriera in un locale la sera.

Ma qualcosa, ieri, era successo. L'uomo avrebbe avuto una discussione con la moglie. Poi si è licenziato dal ristorante, improvvisamente. Mezz'ora dopo, il litigio in casa e la tragedia. Tutte circostanze al vaglio dei Carabinieri.

I maltrattamenti andavano avanti da tanto, troppo, in quella casa. Si è sfogata Makka, appena 18 anni, con gli investigatori. Perciò avrebbe colpito il padre a coltellate all'addome. È così l'ha ucciso.  Voleva difendere la madre i tre fratelli minori e lei stessa dall'uomo, ha spiegato ancora al procuratore di Alessandria.

E a lui, a tutti, la ricostruzione fa subito pensare alla storia di Alex Cotoia, il ragazzo torinese che ammazzò il padre per proteggere madre, fratello e se stesso dopo anni di violenze.  Ma adesso gli inquirenti devono verificare le parole di Makka, studentessa di liceo e cameriera, sempre con l'hijab. Dei presunti maltrattamenti non ci sono né prove né denunce.

La ragazza è in arresto in una località protetta con carabinieri e psicologi.  

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