Gaza, 29 Gen 2024 - L'incontro di domenica a Parigi tra Stati Uniti, Egitto, Qatar e Israele sul cessate il fuoco a Gaza è stato "costruttivo", dichiara l'ufficio del primo ministro israeliano, aggiungendo però che rimangono "disaccordi" tra le parti.
All'incontro hanno partecipato i capi del Mossad e dello Shin Bet, si legge in un comunicato. Le parti "continueranno a discutere questa settimana in ulteriori incontri". Al tavolo dei negoziati erano presenti anche il direttore della CIA, William Burns, il primo ministro del Qatar, Mohammed ben Abdulrahman Al Thani, e un alto funzionario egiziano.
Gli incontri, iniziati sabato, mirano a raggiungere un accordo che includa una tregua negli scontri e il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza.
Il summit arriva in un momento delicato per il governo del premier israeliano Netanyahu, impegnato ad affrontare un'intensa pressione dell'opinione pubblica che lo accusa di non aver fatto abbastanza per ottenere il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza, dove le operazioni militari israeliane continuano senza sosta. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha discusso con l'emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, degli "ultimi sviluppi in Israele e a Gaza" durante il fine settimana, ma la Casa Bianca ha dichiarato che non era previsto alcun annuncio "imminente".
Un centinaio di persone, sequestrate da Hamas, sono state rilasciate alla fine di novembre nell'ambito di una tregua e, secondo le autorità israeliane, 132 ostaggi sono ancora detenuti in territorio palestinese, 28 sarebbero stati uccisi. In risposta agli attacchi del 7 ottobre, Israele ha lanciato un'offensiva aerea e di terra che finora ha provocato almeno 26.422 morti, soprattutto donne, bambini e adolescenti, secondo il ministero della Sanità del territorio governato da Hamas.
In merito all'accordo discusso a Parigi, il New York Times ha riferito di una possibile prima tregua di 30 giorni che consentirebbe il rilascio di donne e ostaggi, soprattutto anziani e feriti. Durante questo periodo, le parti negozieranno una seconda fase che potrebbe durare anch'essa 30 giorni e che consentirebbe il rilascio di uomini e soldati. Sempre secondo il giornale americano, l'accordo includerebbe il rilascio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.
Il ministro egiziano della Solidarietà Sociale Nevine al-Qabbaj ha detto che 53.000 donne palestinesi incinte nella Striscia di Gaza non hanno servizi sanitari di base e che 130 bambini sono rimasti orfani. Lo ha dichiarato annunciando che l'Egitto e la Mezzaluna Rossa Palestinese hanno unito le forze per allestire ed attrezzare un campo per sfollati a Khan Younis durante un incontro con il rappresentante speciale del ministro degli Esteri britannico per gli Affari umanitari nei territori palestinesi occupati, Mark Bryson-Richardson, in visita in Egitto. Il ministro Al-Qabbaj ha sottolineato durante l'incontro che l'Egitto ha istituito sei zone logistiche e nove magazzini per gestire gli aiuti internazionali che arrivano all'aeroporto internazionale di Arish e vengono consegnati dalla Mezzaluna Rossa egiziana alla Striscia di Gaza.
Gli estremisti israeliani che vorrebbero cacciare i legittimi proprietari della terra, tutta, della Palestina, infatti, migliaia di nazionalisti religiosi si sono radunati ieri a Gerusalemme per partecipare a una conferenza per la colonizzazione ebraica di Gaza: una manifestazione a cui, secondo la radio dei coloni Canale 7, presenziano 12 ministri - fra cui i ministri del Likud Miki Zohar, Haim Katz e May Golan - e 15 dei 120 deputati.
''Gaza - ha detto uno degli oratori - far parte della Terra d'Israele. Laddove l'aratro ebraico scava il suo solco, là passa il nostro confine''. Sul podio è esposta una grande carta geografica che mostra gli insediamenti ebraici rimossi da Gaza nel 2005 da Ariel Sharon e quelli che i nazionalisti vorrebbero edificare ora.
Le armi usate da Hamas negli attacchi del 7 ottobre e nella guerra a Gaza provenivano da una fonte improbabile: lo stesso esercito israeliano.
Funzionari dell'esercito e dell'intelligence israeliani sono giunti a questa conclusione, citata in un reportage del New York Times, dopo che per anni gli analisti hanno indicato le vie del contrabbando sotterraneo per spiegare come Hamas sia rimasto così pesantemente armato nonostante il blocco militare israeliano della Striscia di Gaza. Di recente servizi di intelligence hanno mostrato fino a che punto Hamas sia stato in grado di costruire molti dei suoi razzi e armi anticarro utilizzando le migliaia di munizioni inesplose nei bombardamenti di Israele su Gaza. Hamas sta anche armando i suoi combattenti con armi rubate dalle basi militari israeliane.
Le informazioni raccolte durante mesi di combattimenti hanno rivelato che, così come le autorità israeliane hanno valutato erroneamente le intenzioni di Hamas prima del 7 ottobre, hanno anche sottovalutato la sua capacità di ottenere armi. "Gli ordigni inesplosi sono la principale fonte di esplosivi per Hamas", afferma Michael Cardash, ex vice capo della divisione artificieri della polizia nazionale israeliana e consulente della polizia israeliana. "Stanno tagliando bombe israeliane e proietti di artiglieria e molte vengono usate e riutilizzate per bombe e razzi". Gli esperti di armi affermano che circa il 10% delle munizioni in genere non riescono a esplodere, ma nel caso di Israele la cifra potrebbe essere più alta. Anni di bombardamenti sporadici e il recente martellamento di Gaza hanno disseminato l'area di migliaia di tonnellate di ordigni inesplosi che aspettano solo di essere riutilizzati. Una bomba da 340 chili che non riesce a esplodere può essere trasformata in centinaia di missili o razzi.
I funzionari israeliani sapevano già prima degli attacchi di ottobre che Hamas avrebbe potuto recuperare alcune armi di fabbricazione israeliana, ma la portata ha sorpreso sia gli esperti di armi che i diplomatici. Le autorità israeliane sapevano anche che i loro arsenali erano vulnerabili ai furti. Un rapporto militare dell'inizio dello scorso anno rilevava che migliaia di proiettili e centinaia di armi da fuoco e granate erano stati rubati da basi scarsamente sorvegliate. Da lì, afferma il rapporto, alcune sono finite in Cisgiordania, altre a Gaza attraverso il Sinai. "Stiamo alimentando i nostri nemici con le nostre stesse armi", si legge in una riga del rapporto, visionato dal New York Times. Le conseguenze sono diventate evidenti il 7 ottobre. Alcune ore dopo che Hamas aveva sfondato il confine, quattro soldati israeliani hanno trovato appesa alla cintura di un miliziano ucciso fuori dalla base militare di Reim una granata su cui era visibile una scritta in ebraico.











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