Gaza, 22 Gen 2024 - Alcuni manifestanti sono esplosi in cori di “vergogna” dopo aver bloccato il traffico davanti alla residenza privata del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in Azza Street a Gerusalemme, montando delle tende per chiedere al governo di raggiungere un accordo per garantire il ritorno degli ostaggi rimasti prigionieri di Hamas. Organizzata dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, la manifestazione si è mossa su una linea sottile, ritenendo l'attuale governo responsabile per la vita degli ostaggi ma evitando al contempo di condannare apertamente - fatta eccezione per una minoranza - l'attuale leadership israeliana.
"Portare a casa 136 ostaggi nei sacchi mortuari non potrà mai essere considerata una vittoria". È il duro atto di accusa lanciato al premier israeliano Benjamin Netanyahu da Jon Polin, padre di Hersh Goldberg-Polin, uno dei 136 sequestrati nelle mani di Hamas a Gaza.
Parlando alla manifestazione vicino alla residenza del capo del governo a Gerusalemme, ha ricordato come i cittadini israeliani abbiano "un contratto con il Paese: in cambio dei nostri servizi e delle nostre tasse, ci aspettiamo che il governo ci mantenga al sicuro, e questo governo e questo primo ministro ci hanno completamente deluso". "Chiediamo che risolva il fallimento del 7 ottobre", ha aggiunto Polin. Familiari degli ostaggi si sono accampati su Azza Street chiedendo che si raggiunga un accordo per la loro liberazione.
Se in Israele si tenessero oggi elezioni, dopo tre mesi e mezzo di guerra a Gaza, il partito di Unità nazionale di Benny Gantz conquisterebbe 37 seggi, più del triplo rispetto agli attuali 12, staccando di gran lunga l'attuale primo partito alla Knesset, il Likud di Benjamin Netanyahu, che ne perderebbe la metà fermandosi a 16.
È il risultato di un sondaggio condotto dall'emittente Channel 13. Il partito Yesh Atid di Yair Lapid si fermerebbe a 14 (rispetto ai 24 attuali), mentre l'estrema destra di Sionismo Religioso di Bezalel Smotrich insieme a Otzma Yehudit, uniti nella precedente tornata elettorale, prenderebbero rispettivamente 6 e 8 seggi. I partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism ne conquisterebbero rispettivamente 9 e 7, i partiti arabo-israeliani Ra'am e Hadash-Ta'al 5 ciascuno, Yisrael Beitenu 9 e la sinistra radicale Meretz 4, mentre i laburisti resterebbero fuori dal Parlamento, così come Balad. Con questi numeri, l'attuale coalizione di governo (che detiene 64 seggi) scenderebbe a 46, mentre la precedente maggioranza ne raggrupperebbe 69. Nel sondaggio è stato preso anche in esame il caso di nuovi leader alla guida dei principali partiti: se fosse il ministro dell'Economia Nir Barkat a guidare il Likud, il partito passerebbe da 16 a 21 seggi, mentre se a capo di Unità nazionale ci fosse l'ex capo di Stato maggiore Gadi Eisenkot, ne prenderebbe 39 invece che 37.
Un miliziano di Hezbollah è rimasto ucciso in un raid israeliano nel sud del Libano, ma l'alto comandante del gruppo sciita filo-iraniano, ritenuto l'obiettivo dell'attacco, è sopravvissuto. Lo ha riferito un funzionario della sicurezza libanese, precisando che la vittima faceva parte della “protezione” dell'alto comandante che “è sfuggito alla morte”. Una fonte vicina a Hezbollah ha confermato che un combattente è stato ucciso, ma ha negato che l'obiettivo dell'attacco fosse un esponente di alto livello. Il comandante era a bordo di un veicolo con altre tre persone, dietro l'auto colpita a Kafra, un villaggio vicino al confine.
L'esercito americano dichiara deceduti due Navy Seal dispersi in mare: erano scomparsi durante un'operazione per sequestrare armi iraniane destinate ai ribelli Huthi dello Yemen. I due Navy Seal sono dispersi nelle acque del Golfo di Aden dall'11 gennaio. La ricerca per localizzarli è durata 10 giorni.
"Siamo spiacenti di annunciare che, dopo una ricerca approfondita durata 10 giorni, i nostri due Navy Seal scomparsi non sono stati localizzati", ha riportato il comando centrale dell'esercito.
L'Unione europea si avvia a lanciare una delle più importanti operazioni congiunte della sua storia, con la partecipazione dell'Italia. La proposta della missione navale sarà sul tavolo del Consiglio Affari Esteri di oggi, lunedì 22 gennaio.
"I combattenti palestinesi" durante "l'operazione" del 7 ottobre "hanno colpito solo i soldati dell'occupazione e coloro che portavano armi contro il nostro popolo" secondo "i valori islamici che impediscono di far del male "a civili, specialmente donne, bambini e anziani". Lo ha ribadito Hamas in un lungo documento diffuso su Telegram intitolato 'La nostra narrativa...Alluvione Al-Aqsa'. "I combattenti palestinesi - ha continuato il documento - hanno desiderato evitare di danneggiare i civili nonostante la resistenza non possieda armi di precisione". "Se ci sono stati casi in cui sono stati colpiti civili, questo - ha continuato - è accaduto accidentalmente e nel corso dello scontro con le forze di occupazione". Dopo aver rifiutato ogni accusa di "decapitazione di 40 bambini" e di "stupri contro le donne israeliane" addossando all'esercito e alla polizia l'uccisione dei civili israeliani durante "la confusione" del 7 ottobre, Hamas ha sostenuto che quella "operazione è stata un passo necessario e una normale risposta a fronte delle cospirazioni israeliane contro il popolo palestinese e la sua causa". "Un atto difensivo - ha aggiunto - nel quadro dell'eliminazione dell'occupazione israeliana. Hamas ha quindi chiesto "l'immediato stop dell'aggressione israeliana a Gaza, l'apertura dei valichi e il passaggio degli aiuti umanitari, compresi i mezzi per la ricostruzione". La fazione islamica ha concluso rigettando "categoricamente ogni progetto internazionale o israeliano di decidere il futuro di Gaza che solo serve a prolungare l'occupazione".











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