Bruxelles, 15 Dic 2023 – Ieri, a Bruxelles Ucraina vince e Putin perde. Nonostante il suo infiltrato, Orban, nell’Unione Europea. Infatti ieri, è arrivata con un colpo di scena, e dopo un negoziato durato sorprendentemente poco, la decisione di oggi da parte del Consiglio europeo di aprire i negoziati di adesione con l'Ucraina - e la Moldavia - e di concedere lo status di Paese candidato alla Georgia. A sorpresa, poco dopo le 18 e 25, il tweet del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha annunciato che c'era il via libera per i negoziati di adesione, dopo “appena” otto ore di trattative che si annunciavano molto più faticose tra i capi di Stato e di Governo al vertice di Bruxelles.La sedia lasciata vuota da Viktor Orban, mentre gli altri 26 leader del Consiglio europeo votavano il via libera per l'adesione di Ucraina e Moldavia è l'istantanea di questa prima giornata del summit di Bruxelles ed è l'elemento chiave che ha favorito la rapida risoluzione del negoziato. L'esito inatteso del Consiglio è stato infatti favorito dalla scelta del premier ungherese, Viktor Orban, di lasciare l'aula nel momento della decisione. "Un'assenza concordata e costruttiva", ha spiegato un funzionario europeo. Fin dal suo arrivo al summit Orban aveva agitato lo spauracchio del veto e aveva ripetuto "che non vi erano le condizioni per l'apertura dei negoziati con l'Ucraina". Anche perché "su sette pre-condizioni individuate dalla Commmissione, Kiev ne ha soddisfatte solo quattro finora", aveva spiegato.
Dopo una lunga opera di convincimento da parte dei suoi omologhi - anche attraverso un bilaterale con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - Orban ha scelto l'assenza strategica. "Siamo stati al tavolo dei negoziati per quasi otto ore. La posizione ungherese è chiara: l'Ucraina non è preparata per l'avvio dei negoziati di adesione. È una decisione completamente insensata, sbagliata e irrazionale e l'Ungheria non cambierà la sua posizione. Dall'altra parte, 26 Paesi hanno insistito che venga presa questa decisione", è la spiegazione che Orban affida a un video pubblicato sui social subito dopo dopo l'annuncio dell'intesa, forse perché non sembri una resa. "Perciò l'Ungheria ha deciso che se i 26 lo vogliono fare, lo facciano a modo loro ma l'Ungheria ha deciso di non condividere questa cattiva scelta e ha deciso di non prendervi parte", ha ribadito.
La camicetta nera italiana, che vuole indottrinare, tramite la Rai, i giovani sul bene, ma che fu nefasto per il paese ventennio di morte e oppressione che aveva permeato l’Italia, Giorgia Meloni, dal canto suo, ha espresso apprezzamento per l'esito del voto di oggi e rivendicato il ruolo negoziale svolto dall'Italia. Questa mattina, infatti, a margine dei lavori del Consiglio, la premier ha avuto un faccia a faccia con Orban, il quale prima aveva incontrato i presidenti del Consiglio e della Commissione Ue, Charles Michel e Ursula von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il pressing dei big della Ue ha così scongiurato il veto dell'Ungheria, che ha potuto “consolarsi” con gli oltre 10 miliardi di euro di fondi di coesione sbloccati dalla Commissione.
Charles Michel, dal canto suo, ha portato a casa un notevole successo politico: l'avvio dei colloqui di adesione, ha detto, "è un segnale politico molto potente. Oggi e stasera penso al popolo ucraino: siamo al loro fianco". Diversi leader hanno sottolineato che l'avvio dei negoziati di adesione non significa che questi Paesi entreranno presto nell'Ue: al contrario, occorreranno "anni", ha sottolineato tra gli altri il premier olandese Mark Rutte. Ma quello che conta oggi è il segnale politico: come ha detto il primo ministro portoghese Antonio Costa, non era possibile negare agli ucraini, che da due anni combattono contro i russi per potere un giorno aderire all'Unione, questa prospettiva. Tanto più ora che il Congresso Usa, come ha ricordato Rutte, ha "rimandato" lo stanziamento di nuovi aiuti militari.
Il premier belga Alexander De Croo ha spiegato che Orban, di fronte a 26 colleghi, tutti decisi a dare il via libera all'avvio dei negoziati, ha deciso di "non usare il suo diritto di veto". L'Ucraina, ha aggiunto, "è un Paese in guerra da quasi due anni: la popolazione ucraina ha fatto enormi sacrifici. È anche un messaggio molto importante per Mosca: l'Europa non abbandona l'Ucraina e questo messaggio dice che siamo qui insieme, siamo uniti in Europa e che vogliamo tenere l'Ucraina dalla nostra parte".
La discussione a Bruxelles sull'allargamento ella Ue "è stata lunga, ha mostrato piena consapevolezza del significato storico della decisione odierna con molti riferimenti al passato e al futuro", hanno evidenziato fonti diplomatiche. Oltre al via libera per Ucraina Moldavia è stato concesso lo status di candidato alla Georgia. L'Ue ha inoltre garantito che avvierà i negoziati con la Bosnia-Erzegovina una volta raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione e ha invitato la Commissione a riferire in merito entro marzo per prendere la decisione.
I principali leader europei hanno celebrato il passo storico. La presidente della Commissione europea von der Leyen ha parlato di “una decisione strategia e un giorno che rimarrà scolpito nella storia della nostra Unione”. Il principale interessato, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, l'ha definito "una vittoria per l'Ucraina e per tutta l'Europa".











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