Buenos Aires, 21 Nov 2023 - Pochi anni fa era un polemista televisivo, diventato famoso soprattutto per le sfuriate contro il confinamento negli anni della pandemia da Covid-19. Ora è l'uomo più importante della Repubblica Argentina, dove la democrazia con "El loco" è fortemente in pericoloso.
Javier Gerardo Milei, presidente eletto, nasce il 22 ottobre 1970. Racconta di avere avuto un'infanzia complicata e di essere stato percosso dal padre solo per aver messo in dubbio la vittoria dell'Argentina sugli inglesi nella guerra delle Falklands-Malvine, nel 1982. Ha sempre detto di non parlare da anni con i genitori, apparsi però a sorpresa sul palco dei festeggiamenti dopo la vittoria al ballottaggio.
I suoi compagni di scuola e quelli della squadra di calcio dove giocava come portiere lo chiamavano “el loco”, il pazzo: questo soprannome, rimastogli attaccato, è diventato anche il titolo dell'unica biografia esistente su di lui, scritta dal giornalista Jan Luis Gonzales. Un ritratto per molti versi surreale: Milei, intervistato dall'autore, racconta di avere “visto” tre volte la resurrezione di Cristo, dice di poter comunicare grazie a una medium e alla sorella telepatica con il suo “figlio a quattro zampe”, ossia Conan, mastino inglese la cui morte nel 2017 nascose per anni e che sostiene di avere fatto clonare negli Stati Uniti. Proprio i colloqui con il defunto cane, a suo dire, ispirerebbero le sue decisioni politiche. Assicura anche di potere parlare con Dio, che chiama “il numero UNO” e che gli avrebbe affidato la “missione” di diventare presidente.
Dalla biografia emerge inoltre che ha stabilito relazioni con gangster coinvolti in casi di omicidio, riempito i suoi ranghi con membri di lunga data dello Stato condannati per corruzione, ricevuto aiuti tecnici, logistici e monetari dal peronismo (il movimento nazional-populista, con forti connotati corporativi e assistenzialisti, più volte al potere dagli anni '40 in poi) pur dicendo di combatterlo.
A chi gli chiede perché ogni volta che parla dei comunisti aggiunge l'epiteto “di m…” Milei risponde: "Sono una merda, alle zecche non gli puoi concedere neanche un millimetro". Una definizione di Stato? "Un pedofilo in un asilo con bambini incatenati e unti con la vasellina". Si dice contrario al matrimonio, pratica il sesso tantrico (cioè secondo rituali propri delle religioni indiane) e il cosplaying, ossia il travestimento da personaggi da fantasia. Una volta si vestì da “generale AnCap” ("anarco-capitalista"), con tanto di tridente da divinità marittima, e dichiarò: "Vengo dal Liberland dove nessuno paga le tasse, la mia missione è prendere a calci in culo i keynesiani".
L'agguerrito movimento femminista argentino lo addita, con buone ragioni, come machista e sessista. Paradossalmente però deve buona parte del suo successo a quattro donne. La sorella Karina, 50 anni, è la sua stratega politica e probabilmente la persona di cui si fida di più. Importante anche il ruolo della compagna Fátima Florez, attrice comica divenuta molto popolare grazie alle imitazioni dell'ex presidente Cristina Fernández. C'è poi Victoria Villarruel, che sarà vice presidente: avvocata 48enne, è conosciuta per aver difeso molti dei militari condannati per crimini compiuti nei sette anni di dittatura (1976-1983). Ha inoltre aderito alla Carta di Madrid, un documento promosso dal partito spagnolo Vox con il proposito di frenare l'espansione del comunismo nella regione iberoamericana. La quarta donna-chiave è la deputata Lilia Lemoine: terrapiattista, anche lei amante del cosplay, a lei si deve l'insolito taglio di capelli dell'uomo che sta per diventare presidente dell'ottavo stato più esteso al mondo.
Milei assicura di volere formare un governo di soli otto ministri. Promette di riportare sotto controllo l'inflazione entro due anni (ora è al 143%!), si conferma intenzionato a “eliminare” la Banca Centrale e adottare il dollaro statunitense come moneta, a privatizzare la compagna petrolifera nazionale e i mass media pubblici. Per quanto riguarda il Fondo monetario internazionale al quale l'Argentina deve ripagare un prestito di 44 miliardi di dollari concesso nel 2018, afferma che la sua squadra "è in dialogo con il personale del Fondo da un bel po' di tempo". In queste ore non sta più parlando di due dei temi più controversi tra quelli agitati in campagna elettorale: l'aborto, a cui è contrario, e il cambiamento climatico, rispetto al quale ha posizioni negazioniste.
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