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La scomparsa dei due 22enni: spunta un video dell’aggressione. Filippo indagato per tentato omicidio.

Venezia, 17 Nov 2023 - Sono ore cruciali per gli inquirenti che indagano sui 22enni scomparsi da sabato scorso in Veneto, mentre si aggrava la posizione di Filippo Turetta, l'ex fidanzato di Giulia Cecchettin, che, da stamattina, risulta indagato dalla Procura di Venezia per l'ipotesi di tentato omicidio. 

Da quanto riferiscono fonti vicine a chi indaga, a complicare la posizione del ragazzo è un video nel quale lo si vedrebbe aggredire a mani nude Giulia Cecchettin la notte di sabato scorso. Il filmato è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza dello stabilimento "Dior" di Fossò (Venezia), che si trova sulla strada dove erano state già repertate presunte macchie di sangue e dei capelli, domenica scorsa. 

Nelle immagini si vedrebbe poi il giovane caricare Giulia, sanguinante nella sua auto. 

La Procura, intanto in una nota, fa sapere che "al fine di non lasciare inesplorato alcuno spunto investigativo, sono state disposte alcune perquisizioni". In particolare quella, durata 3 ore, nella casa di Filippo Turetta a Torreglia, in provincia di Padova per acquisire ulteriori elementi, dopo l'iscrizione del giovane nel registro degli indagati per tentato omicidio. 

In casa presenti i familiari di Filippo, i genitori e un fratello 17enne. L'avvocato nominato d'ufficio per rappresentare Filippo, Emanuele Compagno, ha riferito che madre e padre hanno dato la più ampia collaborazione.

"L'auspicio -proseguono gli inquirenti -è che si tenga conto della difficoltà e della delicatezza degli accertamenti, nonché della sofferenza in cui versano le famiglie coinvolte". Notizie imprecise, conclude la nota "rischiano di creare inutili aspettative".

Sulla presenza di un video che, secondo indiscrezioni di stampa, riprenderebbe un'aggressione il legale sottolinea: "Ho letto anche io, ma non ne so nulla". "La famiglia di Filippo chiede che tornino entrambi e che diano segni della loro presenza - conclude l'avvocato - Filippo, se vuole e si sente meno a disagio, può chiamare anche me in qualità di suo difensore", ha dichiarato all'Adnkronos l'avvocato Emanuele Compagno, nominato d'ufficio legale di Filippo Turetta.      

Riguardo all'iscrizione del 22enne nel registro degli indagati, ha poi aggiunto: "Non sappiamo se sia un atto necessario per procedere con indagini più approfondite, certamente c'è molta apprensione da parte di tutta la famiglia".

"Dai racconti della sua famiglia Filippo è sempre stato un ragazzo modello - osserva l'avvocato - un ragazzo impegnato tra università e sport, che mai ha avuto screzi. Un ragazzo d'oro insomma e quindi li ha molto colpiti questa ipotesi di reato che ad oggi è ancora tutta da confermare".

Interviene anche il legale della famiglia Cecchettin, Stefano Tigani, che afferma: "Immaginiamo anche che l'iscrizione di Filippo nel registro degli indagati sia un atto dovuto per accertamenti irripetibili. Non facciamoci prendere dal panico".

Sull'esame del Dna sulle macchie di sangue e delle immagini di videosorveglianza "non sappiamo nulla - ha aggiunto - sono dettagli delicati che se anche sapessimo non mi sentirei di commentare, non voglio compromettere passaggi delicati dell'attività d'indagine", ha detto ancora il legale. 

Sul tratto di asfalto, in zona industriale a Fossò (Venezia), dove domenica mattina sono state repertate le presunte macchie di sangue, sarebbero stati trovati anche dei capelli.

Materiale biologico - riferiscono i quotidiani - che è stato inviato per le analisi di laboratorio ai Ris dei Carabinieri, per confrontarne il dna con quello di Giulia e di Filippo.

Le tracce erano state trovate dai Carabinieri nella V Strada dell'area industriale di Fossò, a circa 6 chilometri di distanza dal parcheggio di Vigonovo, davanti alla casa di Giulia, dove i due ragazzi era stati uditi litigare in macchina. In quel punto ci sono le telecamere perimetrali di uno stabilimento, che potrebbero avere ripreso immagini utili per l'indagine. 

Quella stessa notte, intorno alle 23.30, una cella telefonica aveva agganciato il telefonino di Turetta, mentre si muoveva in una delle parallele vicine, la Prima Strada.

Le ricerche dei due ragazzi intanto continuano senza sosta e a 360 gradi, con un enorme dispiego di forze dell'ordine.

I Vigili del fuoco di Pordenone, invece, stanno scandagliando, da questa mattina, il lago di Barcis (Pordenone) alla ricerca di tracce dei ragazzi veneti scomparsi sabato scorso. Da quanto si apprende, la località non è stata scelta in base a elementi precisi, ma perché si trova lungo la direttrice che l'auto ha seguito nella notte tra sabato e domenica. 

I dispositivi di lettura targhe l'hanno infatti immortalata lungo la strada pedemontana a Caneva, quindi a Polcenigo e successivamente, in maniera del tutto sorprendente, nella stazione turistica del Piancavallo, a 1.300 metri di quota, raggiungibile con una lunga deviazione.

Siccome la "fotografia" successiva è stata scattata all'uscita delle gallerie tra Erto e Casso e Longarone (Belluno), non lontano dalla diga del Vajont, le ricerche si concentrano oggi sul lago di Barcis, località dove il veicolo è obbligatoriamente transitato.

Sul posto, assieme alle squadre speleo-alpino-fluviali, ci sono anche i sommozzatori. Analoghi campi base saranno allestiti in altre aree lungo il percorso dell'utilitaria dove esistono corsi d'acqua o dirupi molto profondi.

Coinvolto nelle ricerche dei due ragazzi veneti scomparsi anche il soccorso alpino di Sesto che in queste ore, con l'ausilio di un elicottero, sta controllando i bivacchi in quota, come i rifugi Comici, Locatelli e Pian di Cengia. Visto che l'autovettura comunque non è stata localizzata in zona si tratterebbe di una operazione ad esclusione, per non trascurare ogni possibile eventualità. 

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