Gaza, 25 Ott 2023 – Sono stati oltre 80 i palestinesi rimasti uccisi la scorsa notte durante gli attacchi di Israele sulla Striscia. Lo ha fatto sapere, riferito dai media, il ministero della sanità di Hamas, secondo cui sono stati centinaia i feriti. I media hanno ricordato che Hamas nel fornire le cifre dei morti non fa distinzione tra civili e non.
L'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan ha detto che il suo Paese negherà il visto di ingresso a funzionari delle Nazioni Unite dopo l'intervento di ieri del segretario generale Antonio Guterres contestato da Israele stesso. "Viste le sue parole - ha spiegato Erdan alla Radio Militare - negheremo il rilascio dei visti ai rappresentanti dell'Onu. Del resto abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario per gli affari umanitari Martin Griffiths. È arrivato il tempo di dare loro una lezione".
L'esercito israeliano nella scorsa notte ha effettuato attacchi su larga scala, basati su informazione dell'intelligence, contro infrastrutture di Hamas a Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui sono stati centrati "tunnel del terrore, quartier generali militari, magazzini di armi, lanciatori di colpi di mortai e lanciatori di missili anticarro". Inoltre, sempre durante la notte, l'esercito ha colpito apparati operativi di emergenza di Hamas comprese "sale di guerra, infrastrutture e quartier generali militari".
Nella notte, si sono accesi scontri violenti tra palestinesi e le forze israeliane che cercano di penetrare a Jenin, riporta il sito di Al Jazeera Arabic.
L'esercito di Israele ha ucciso almeno un palestinese durante un'incursione nel campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania occupata. Altri quattro sono stati feriti e portati in ospedale. L'incursione armata, secondo diverse fonti, è stata preceduta da un attacco aereo israeliano che avrebbe provocato diverse vittime oltre a un black out che ha interessato anche l'ospedale locale. La Mezzaluna Rossa palestinese afferma che due palestinesi sono stati uccisi ed altri sono rimasti feriti.
"Poco fa, le forze dell'IDF (Israeli Defence Forces, nome ufficiale delle forze armate israeliane, ndr) e della Polizia di frontiera israeliana hanno condotto attività antiterroristiche a Wadi Bruqin, nella zona di Jenin, e hanno arrestato due individui sospettati di essere coinvolti in attività terroristiche. Inoltre, le forze hanno aperto il fuoco contro i terroristi armati". "Durante le attività antiterrorismo nel campo di Jenin, terroristi armati hanno sparato e lanciato ordigni esplosivi contro le forze di sicurezza israeliane. In risposta, un UAV" cioè un drone militare "dell'IDF ha colpito i terroristi. Non sono stati segnalati feriti tra le forze di sicurezza israeliane".
L'attacco israeliano di questa notte è almeno il terzo in Cisgiordania che fa uso di mezzi aerei dal 7 ottobre, giorno del blitz di Hamas in Israele. Il campo profughi di Jenin, roccaforte di fazioni armate palestinesi, a luglio scorso è stato obiettivo di una operazione militare israeliana su vasta scala che ha provocato decine di morti.
"L'apparato operativo di emergenza di Hamas - ha spiegato il portavoce - è stato responsabile della creazione di blocchi che hanno impedito agli abitanti di Gaza di evacuare verso aree più sicure nel sud della Striscia di Gaza". Colpiti anche le strutture della sicurezza di Hamas, responsabili per la supervisione della lotta agli oppositori e agli arresti.
Il Pentagono ha annunciato l'invio di altri F-16 in Medio Oriente. La decisione è legata alle "minacce crescenti nella regione nei confronti delle forze americane". Lo squadrone di caccia dei "Jersey Devils" partito dalla base dell'aviazione di Atlantic City, New Jersey, porta la presenza americana in Medio Oriente a sei squadroni: tre formati da F-16, due da A-10 e uno squadrone di F-15E.
L'attenzione è rivolta soprattutto alle possibili minacce di gruppi sostenuti dall'Iran. Basi americane in Iraq e Siria sono stati attaccati con razzi e droni nell'ultima settimana. Secondo il Pentagono, ci sono stati almeno tredici attacchi alle forze Usa, dieci in Iraq e tre in Siria, tra il 17 ottobre e ieri.
Almeno sei ospedali a Gaza sono stati costretti a chiudere a causa della mancanza di carburante. Lo ha detto l'Organizzazione Mondiale della Sanità. A ciò si aggiungono gli ospedali che hanno dovuto chiudere a causa dei danni causati dagli attacchi aerei, si legge in una nota resa pubblica dalla Cnn. "Se non verranno consegnati con urgenza a Gaza carburante vitale e forniture sanitarie aggiuntive, migliaia di pazienti vulnerabili rischieranno la morte o complicazioni mediche poiché i servizi critici verranno chiusi per mancanza di energia", ha affermato l'Oms.
Tra questi pazienti vulnerabili figurano circa 1.000 persone dipendenti dalla dialisi e almeno 130 bambini prematuri, ha affermato l'organizzazione nella nota. Anche altre persone in terapia intensiva o che necessitano di un intervento chirurgico "dipendono da una fornitura stabile e ininterrotta di elettricità per sopravvivere", ha aggiunto.
Anche il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) ha sottolineato l'urgente necessità che il carburante possa entrare nella Striscia di Gaza e ha fatto eco all'Oms nel chiedere un cessate il fuoco immediato. "Il carburante è di fondamentale importanza per il funzionamento di strutture essenziali come ospedali, impianti di desalinizzazione e stazioni di pompaggio dell'acqua", ha affermato l'UNICEF in una nota.
"Le unità di terapia intensiva neonatale ospitano oltre 100 neonati, alcuni dei quali sono in incubatrici e fanno affidamento sulla ventilazione meccanica, rendendo la fornitura di energia elettrica ininterrotta una questione di vita o di morte", si legge.










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