Gaza, 24 Ott 2023 – "Ho passato l'inferno. Non avremmo mai pensato che sarebbe successo questo". Lo ha detto Yocheved Lifshitz, 85 anni, dopo il rilascio dalla prigionia impostale da Hamas. Lo riporta Haaretz. Ha aggiunto: "Sono stata presa in ostaggio, non c'era distinzione tra vecchi e giovani. È stato molto doloroso. Mi hanno colpito alle costole e mi hanno reso difficile respirare", ha dichiarato. "Abbiamo raggiunto un tunnel, poi abbiamo camminato per chilometri sulla terra bagnata, c'è un gigantesco sistema di tunnel, come ragnatele", ha detto Lifshitz.
Yocheved Lifshitz, una delle oltre 200 persone rapite da Hamas durante l'attacco a Israele del 7 ottobre, è stata liberata lunedì sera. Parlando con i giornalisti a Tel Aviv la figlia, Sharone Lifschitz ha raccontato la storia della sua cattura dicendo che la madre ha riferito di essere “stata trattata bene" insieme a circa 25 altri ostaggi tenuti prigionieri insieme a lei. "Non sappiamo se è così per tutti, perché ce ne sono molti che mia madre non ha incontrato", ha aggiunto la figlia. Lifshitz è stata rilasciata insieme a Nurit Cooper, 79 anni, lunedì. Le due donne erano state rapite insieme ai loro mariti nel kibbutz di Nir Oz, vicino al confine con Gaza, durante l’assalto del commando terrorista. Gli uomini, di 83 e 84 anni, non sono stati rilasciati. "La nostra speranza per nostro padre e per tutti gli ostaggi è che tornino a casa sani e salvi", ha concluso Lifschitz.
Senza rifornimenti di carburante, gli ospedali di Gaza hanno energia ancora per 24 ore: lo rileva l'organizzazione internazionale ActionAid, che in una nota lancia un "appello urgente alla comunità internazionale, chiedendo un'azione immediata per far arrivare a Gaza aiuti essenziali in carburante". Citando i dati delle Nazioni Unite, Action Aid rileva che "la vita di almeno 120 neonati in incubatrice, 70 dei quali sottoposti a ventilazione meccanica, negli ospedali di Gaza è a rischio a causa della mancanza di carburante". Secondo il Centro d'informazione palestinese, si legge ancora nella nota, "gli ospedali di Gaza servono solitamente 1.100 pazienti con insufficienza renale, tra cui 38 bambini, con 13.000 sedute di dialisi al mese" e "l'ospedale Shifa, il più grande della Striscia di Gaza, sta trattando oltre 5.000 pazienti, superando di gran lunga la sua capacità di 700 pazienti, e ospita oltre 45.000 sfollati interni".
L'esercito è pronto per l'invasione di terra di Gaza e prenderà la decisione "con il potere politico". Lo ha detto il capo di stato maggiore dell'esercito Herzi Halevi, citato dai media. Ci sono state, ha proseguito, "considerazioni tattiche e anche strategiche" che hanno dilazionato l'offensiva di terra ma che hanno consentito all'esercito di prepararsi al meglio, ma "stiamo facendo tesoro di ogni minuto per essere meglio preparati, e ogni minuto che passa colpiremo il nemico ancora di più, uccidendo i terroristi, distruggendo le infrastrutture e raccogliendo più intelligence".
L'organizzazione osserva che "siamo a un punto critico, in cui un'azione immediata può fare la differenza tra la vita e la morte di migliaia di civili a Gaza" e "chiede a tutti i governi e alla comunità internazionale di fare tutto ciò che è in loro potere per ottenere un cessate il fuoco immediato, revocare l'ordine di evacuazione a Gaza, garantire la piena protezione e sicurezza dei civili e assicurare assistenza umanitaria salvavita ora".
"La pace con la Palestina è possibile, ma non con Hamas. Mai con Hamas". Lo dice Ansa, Nadav Kipnis figlio di Eviatar e Lilach, la coppia di italo israeliani sequestrati nel kibbutz di Be'er nell'attacco del 7 ottobre e uccisi da Hamas. "Prima di tutto vorrei dire che le due donne Israelo-americane rilasciate, sono due mie parenti lontane. E sono felice per loro, ma voglio dire che queste immagini che girano (in cui un'ostaggio rilasciato dà la mano ad un sequestratore e dice 'shalom') potrebbero essere false. Visto che hanno ucciso, rapito e stuprato persone non possiamo pensare che siano così generosi".
Gli attacchi di Hamas contro Israele "non sono avvenuti dal nulla", "il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione", anche se "le sofferenze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas". Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres aprendo la riunione speciale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla crisi in Medio Oriente. "I terribili attacchi" di Hamas "non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese", ha aggiunto Guterres, che ha parlato di "chiare violazioni del diritto umanitario" a Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco "immediato" per alleviare la "sofferenza epica" della popolazione di Gaza. L'ambasciatore israeliano all'ONU Gilad Erdan ha attaccato duramente le parole di Guterres, scrivono i media israeliani. La presa di posizione del segretario generale dell'Onu dimostra come egli sia "completamente disconnesso dalla realtà della nostra regione" e che le sue osservazioni costituiscono una giustificazione “sconcertante” per il terrorismo e l'omicidio, ha detto Erdan.
Israele ha trasmesso alla Russia messaggi di disappunto per le dichiarazioni rilasciate da Mosca sulla guerra in corso con Hamas. È quanto ha riferito oggi l'emittente Kan. "Il comportamento russo e anche le dichiarazioni contro Israele non corrispondono alla gravità della situazione in cui si trova Israele, che è in uno stato di guerra", hanno detto a Mosca funzionari israeliani citati dall'emittente. Gli stessi funzionari hanno quindi auspicato una posizione "più equilibrata" da parte russa.
Migliaia di malati sono a rischio e senza cure nella Striscia di Gaza, dove molti ospedali stanno chiudendo o riducendo l'attività per mancanza di energia e forniture sanitarie essenziali. A denunciarlo è l'Oms, affermando di non essere in grado di distribuire carburante e forniture essenziali agli ospedali a causa della mancanza di garanzie di sicurezza e chiedendo un cessate il fuoco umanitario immediato per la consegna sicura di forniture sanitarie e carburante in tutta l'area. Alcune delle strutture in attesa di rifornimenti e carburante dall'Oms nel nord di Gaza includono l'ospedale Al-Shifa, dove l'occupazione dei letti è già vicina al 150%. La scorsa notte, l'ospedale indonesiano è stato costretto a chiudere alcuni servizi critici a causa della mancanza di carburante e ora funziona limitatamente. Il Turkish Friendship Hospital, l'unico ospedale oncologico nella Striscia di Gaza, rimane parzialmente funzionante a causa della mancanza di carburante, mettendo a rischio circa 2000 malati di cancro. Sei ospedali in tutta la Striscia, rende noto l'Oms, hanno già chiuso per mancanza di carburante e "migliaia di pazienti vulnerabili rischiano la morte o complicazioni mediche. Tra questi ci sono 1.000 pazienti dipendenti dalla dialisi, 130 neonati prematuri che necessitano di una serie di cure e pazienti in terapia intensiva o che necessitano di un intervento chirurgico". Ieri l'Oms ha invece consegnato 34.000 litri di carburante a quattro importanti ospedali nel sud di Gaza e alla Mezzaluna Rossa Palestinese per sostenere i suoi servizi di ambulanza. Tuttavia, ciò è sufficiente solo per mantenere in funzione le ambulanze e le funzioni ospedaliere critiche per poco più di 24 ore. In questi ospedali i medici hanno eseguito interventi chirurgici senza anestesia o altre forniture chirurgiche di base. Il sistema sanitario, avverte l'organizzazione, "si sta disintegrando. Per la popolazione della Striscia di Gaza la situazione è disperata e diventerà catastrofica senza il passaggio sicuro e continuo di carburante e forniture sanitarie e senza ulteriore assistenza umanitaria".
"Abbiamo discusso la situazione in Medio Oriente e gli orrendi attacchi condotti da Hamas. Israele ha il diritto di difendersi ma deve farlo in linea con il diritto internazionale e la protezione dei civili è cruciale. Iran ed hezbollah devono tenersi fuori e non favorire l'escalation della situazione". Lo ha detto il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa con il premier svedese Ulf Kristersson.
Il bilancio dei morti a Gaza per gli attacchi israeliani è salito a 5.791, di cui 2.360 minori. Lo ha detto il ministero della Sanità di Gaza aggiornando i dati che riferiscono anche di 704 persone uccise in 24 ore. Secondo la stessa fonte sono ad ora 12 gli ospedali chiusi e 32 le cliniche impossibilitate a fornire servizi ai proprio assistiti.










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