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Gaza, primi aiuti umanitari forse venerdì. Biden a Netanyahu: “Non fate i nostri errori dopo l’11 settembre”. Polemiche e scambi di accuse sull’ospedale bombardato.

Tel Aviv, 19 Ott 2023 – Ha provocato vittime un bombardamento che ha preso di mira la scuola 'Abdulaziz' a Khan Younis, nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito Al Arabiya, attribuendo a Israele la responsabilità del raid. Secondo l'emittente, le ambulanze stanno trasportando le vittime all'ospedale Al-Nasir.

L'esercito di Israele fa sapere che sta bersagliando in queste ore obiettivi di Hezbollah in Libano.
La tv libanese Al Mayadeen riferisce che attacchi aerei hanno colpito due villaggi nel sud del Paese: missili contro Kafr Shuba e Odaisseh. Le forze israeliane affermano che tra le posizioni prese di mira c'era un punto di osservazione da cui ieri è stato diretto il fuoco anticarro contro la città israeliana di confine di Rosh Hanikra.

Le forze armate israeliane hanno continuato la notte scorsa a colpire gli obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza uccidendo fra l'altro il capo del ramo militare dell'organizzazione terroristica "Comitati di resistenza popolare" a Rafah, Rafat Harb Hussein Abu Hilal.

Secondo quanto comunica la stessa Difesa su Telegram, nelle ultime 24 ore "IDF ha colpito centinaia di strutture terroristiche di Hamas, tra cui dozzine a Shujàiyya. Le strutture includono postazioni di lancio di missili anticarro, tunnel del terrore, infrastrutture di intelligence e centri di comando aggiuntivi. Sono stati colpiti anche dozzine di mortai, la maggior parte dei quali sono stati distrutti immediatamente dopo aver lanciato proiettili contro Israele".

"Nel corso dei combattimenti sono stati presi di mira numerosi agenti terroristici di Hamas appartenenti alle forze "Nukbha", che guidarono la barbara invasione delle comunità circostanti la Striscia di Gaza. Più di dieci terroristi sono stati colpiti in un attacco aereo di precisione" e in particolare Abu Hilal.

"Hamas è un partito e un movimento, ha un braccio politico e uno militare. Ha istituzioni, organizzazioni e servizi sociali e tanto altro. Distruggere Hamas significa voler distruggere il 30-40% della popolazione palestinese, perché non è soltanto le qualche migliaia di combattenti e militanti che effettivamente esistono. Credo che ci sia una retorica esagerata, disperata al servizio dell'opinione pubblica". Così la storica figura del processo di pace israelo-palestinese Hanan Ashrawi, ospite a Otto e mezzo su La7, sugli accordi di pace israelo-palestinesi di cui fu protagonista negli anni '90 nella delegazione palestinese. "Ci sono persone nel governo israeliano condannate dal tribunale israeliano e americano e sono comunque ministri. Non si può dire alle persone che se si resiste all'occupazione e si imbracciano le armi automaticamente sei un terrorista - continua Ashrawi -. In Israele ci sono persone non soltanto di estrema destra ma anche razziste, fasciste e violente che non vogliono e non riconoscono affatto la Palestina. Utilizzano ogni mezzo, violenza inclusa, per imporre una grande Israele sulla Palestina storica".

Il Presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha affermato che il piano israeliano di sfollare i palestinesi dalla loro patria "non passerà e lo affronteremo con tutti i mezzi". Lo scrive l'agenzia Wafa. Abu Mazen ha espresso il suo apprezzamento per le posizioni dei Paesi arabi che hanno rifiutato lo sfollamento, sottolineando che "il nostro popolo non si inginocchierà, non si arrenderà e prevarrà".

Per il Presidente palestinese "il bombardamento da parte di Israele dell'ospedale battista di Gaza City è una grande calamità e un atroce crimine di guerra, che non può essere tollerato o lasciato passare senza responsabilità". Abu Mazen ha sottolineato che "l'aggressione contro il nostro popolo deve finire", invitando la comunità internazionale a ritenere responsabile il governo israeliano e a fornire protezione internazionale al popolo palestinese. "Non permetteremo una nuova Nakba (catastrofe) nel ventunesimo secolo, e non accetteremo nuovamente lo sfollamento del nostro popolo", ha affermato.

"Nella visita del presidente Joe Biden abbiamo ottenuto una cosa di importanza suprema, che darà un contributo enorme alla nostra sicurezza: aiuti militari giganteschi per Israele, aiuti di una ampiezza senza precedenti": lo ha affermato il premier Benyamin Netanyahu in un messaggio registrato alla nazione.

“Per quanto concerne gli ostaggi - ha aggiunto - ho chiarito al presidente Biden tre cose: ho chiesto la restituzione degli ostaggi, e noi lavoriamo assieme per riportarli a casa con ogni mezzo possibile; fino a che ciò avvenga, esigiamo visite della Croce Rossa agli ostaggi; infine non consentiremo che aiuti umanitari di cibo e medicine per Gaza partano dal nostro territorio”.

Il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, ha affermato che il suo paese considererà "una dichiarazione di guerra" qualsiasi tentativo da parte di Israele di "espellere i palestinesi dalla Cisgiordania", uno sfollamento forzato respinto anche dall'Egitto, Paese confinante con la striscia di Gaza.

"Per noi in Giordania, qualsiasi tentativo di espellere i palestinesi dalla Cisgiordania, lo vedremo come una dichiarazione di guerra", ha detto oggi il capo della diplomazia giordana in una sessione davanti al Consiglio dei deputati del regno arabo. La Cisgiordania è il territorio palestinese più vicino alla Giordania, situato sulla riva occidentale del fiume Giordano e sotto il controllo dell'Autorità nazionale palestinese. La Striscia di Gaza, anch'essa palestinese, si trova sulle rive del Mediterraneo ed è controllata dal gruppo islamico Hamas.

Nelle sue dichiarazioni, Safadi ha anche fatto riferimento alla situazione a Gaza e ha sottolineato che "spostare i civili dal loro territorio è un crimine di guerra, e Gaza, secondo il diritto internazionale, è un territorio occupato", ha spiegato. Il responsabile degli Esteri giordano ha sottolineato che "non c'è nulla che giustifichi l'uccisione di migliaia di palestinesi" e ha insistito sul fatto che "non si può tacere di fronte a ciò che accade a Gaza", in riferimento agli attacchi israeliani sulla minuscola enclave palestinese.

Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha confermato l'esistenza di un accordo tra Egitto, Israele e altri attori internazionali per consentire l'ingresso di aiuti nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. In un'intervista ad Al-Arabiya, Shoukry ha detto di sperare che gli aiuti entrino presto nell'enclave palestinese, ma non ha fornito una tempistica. Ha detto che l'Egitto lavorerà sotto "la supervisione delle Nazioni Unite e in coordinamento con le sezioni egiziana e palestinese della Croce Rossa". Alla domanda se ai cittadini stranieri sarà permesso di lasciare Gaza, Shoukry è stato più cauto, rispondendo: "Finché il valico funzionerà normalmente e quando la struttura del valico sarà stata riparata". Le autorità egiziane affermano che il valico di Rafah è stato danneggiato da quattro attacchi aerei israeliani.

"Non c'è il diritto di compiere massacri nella legge internazionale, ma Israele commette massacri a Gaza ogni giorno. Se fosse stata approvata la risoluzione sul cessate il fuoco umanitario sarebbero state salvate centinaia di vite, forse per qualcuno le vite palestinesi non contano molto". Lo ha detto l'ambasciatore palestinese all'Onu Ryad Mansour, spiegando che a Gaza sta andando in scena una "catastrofe umanitaria in diretta sugli schermi". Quindi ha lanciato un appello: "fermate lo spargimento di sangue, ora".

"Alla fine di questa guerra, non solo Hamas non sarà più a Gaza, ma anche il territorio di Gaza diminuirà".
Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, alla radio dell'esercito.
Le parole di Cohen sembrano trovare riscontro nell'analisi di diversi osservatori, secondo i quali l'esercito di Tel Aviv cercherà di creare una zona cuscinetto all'interno di Gaza per proteggere meglio le città del sud di Israele in modo che non siano esposte al tipo di attacco che Hamas ha effettuato il 7 ottobre.

"Le Nazioni Unite vorranno sicuramente condurre le proprie indagini" sul massacro all'ospedale di Gaza, "e dovrebbero essere fatte molto presto e molto rapidamente". Lo ha dichiarato il sottosegretario generale Onu per gli affari umanitari Martin Griffiths in un'intervista alla Cnn.
Alla domanda se le prove fornite finora da Israele a sostegno della sua negazione di responsabilità significassero che la questione era stata risolta, Griffiths ha risposto che "non lo è per me, perché non mi occupo di giudicare abusi dei diritti umani e atrocità di quel tipo". Un'indagine delle Nazioni Unite potrebbe consentire di apprendere lezioni importanti "per impedire che ciò accada al prossimo ospedale, alla prossima scuola dove le persone si rifugiano", ha aggiunto.

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