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Imprese Straniere – In Sardegna crescono le imprese guidate da stranieri. Oltre 10mila realtà ma l’Isola è quint’ultima nel panorama nazionale.

Cagliari, 25 Ago 2023 - In Sardegna, alla fine del 2022, le imprese guidate da titolari non italiani erano 10.536 in aumento dello 0,8% (+84 unità) rispetto al quadriennio precedente (2018) rappresentando il 6,2% rispetto al totale delle aziende registrate presso le Camere di Commercio, e contro le 160.772 attività economiche gestite da italiani.

Nella classifica nazionale, l’Isola si piazza quint’ultima (quindicesima): prima la Toscana con il 15,1% e ultima la Basilicata con il 4,0%, contro una media italiana del 10,8%.

Sono questi i dati più significativi del dossier “Le imprese artigiane a conduzione straniera” realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna (fonte UnionCamere 2022), che ha analizzato le aperture e le chiusure delle aziende sarde da parte di imprenditrici e imprenditori nati fuori dai confini italiani.

Nell’Isola questi provengono soprattutto da Marocco, Cina, Romania, Albania e Bangladesh, si occupano principalmente di commercio, edilizia (lavori specializzati e costruzioni immobili), alloggio e ristorazione, attività manifatturiere oltre a attività di servizi vari, agricoltura, trasporto e magazzinaggio.

Il Sardegna, tra il 2018 e 2022, la crescita maggiore è stata rilevata nella vecchia provincia di Oristano con un 11,7%, seguita da Nuoro con +7,3% e Cagliari con un +0,1%. In calo Sassari-Gallura con una decrescita del 2,5%.

“La via dell'impresa si conferma una delle modalità attraverso le quali, gli stranieri giunti in Sardegna, possono integrarsi nel nostro sistema economico e sociale - commenta Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Sardegna – in quest’epoca ci dobbiamo confrontare con imponenti flussi migratori, e vale allora la pena di ricordare che, oltre alle politiche di accoglienza, devono essere messi in campo strumenti e politiche di integrazione a basso costo per la nostra regione”.

L’analisi settoriale nazionale dice che le imprese artigiane straniere sono fortemente concentrate nei “Lavori di costruzione specializzati” (50,6%); seguono le “Costruzioni di edifici” (7,8%), l’“Abbigliamento e il confezionamento di articoli in pelle e pelliccia” (5,9%), i “Servizi per edifici e paesaggio” (5,5% prevalentemente operative in pulizia di edifici, cura e manutenzione del paesaggio, global service6 ecc.), le attività di “servizi per la persona” (5,2%, soprattutto lavanderie, parrucchieri, estetiste e centri benessere fisico), i “Servizi di ristorazione” (4,4%), il “Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte” (3,3%), la “Fabbricazione di prodotti in metallo” (esclusi macchinari e attrezzature) (2,6%), la “Fabbricazione di articoli in pelle e simili” (2,0%), la “Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa” (1,6%), il “Commercio all'ingrosso e al dettaglio” e la “Riparazione di autoveicoli e motocicli” (1,5%). Chiudono le “Altre industrie manifatturiere” (1,1%, soprattutto lavorazione di gioielli, bigiotteria e pietre preziose, occhialeria e fabbricazione e riparazione di protesi dentarie).

Sempre su base nazionale, dall’analisi sui diciassette principali comparti artigiani, per nove di questi si osserva una dinamica di crescita migliore della media nazionale (+1,5%): l’“Attività di supporto per le funzioni d'ufficio e altri servizi di supporto alle imprese” cresce del 15,5%, la “Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa” del 9,5%, le “Altre attività di servizi per la persona” del 6,9%, i “Servizi per edifici e paesaggio” del 6,4%, il “Commercio all'ingrosso e al dettaglio” e “Riparazione di autoveicoli e motocicli” del 4,9%, la “Riparazione, manutenzione e installazione di macchine ed apparecchiature” del 4,5%, gli “Alimentari” del 4,4%, l’“Abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia” del 3,1% e i “Servizi di ristorazione” del 2,1%. Com

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