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Morte di Michela Murgia, addio alla scrittrice femminista che non sarà dimenticata. Oggi i funerali

Roma, 12 Ago 2023 - Lo scorso maggio rivelò ad Aldo Cazzullo, in un'intervista per il Corriere della Sera, di essere affetta da un tumore al quarto stadio, con metastasi “già nei polmoni, nelle ossa, e al cervello”. Da quel momento, Michela Murgia ha raccontato pubblicamente i suoi ultimi mesi di vita. Già nel 2014, quando era candidata alla presidenza della Regione Sardegna, le era stato diagnosticato un cancro al polmone. Allora decise di non parlarne perché “non volevo pietà”. Questa volta il cancro è partito dal rene, ma a causa del Covid “avevo trascurato i controlli”. Murgia ha lottato per i suoi ideali fino alla morte, avvenuta a Roma all'età di 51 anni. La sua vita privata ha attirato l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica dapprima con l'annuncio della malattia, e la breve prospettiva di vita, e in seguito con le seconde nozze “in articulo mortis” per garantire alla sua famiglia “allargata” quello che la “legge non garantisce”: pur non credendo nel valore del matrimonio, la decisione fu un “atto politico”.

Una comunità, quella di Cabras, che si stringe intorno alla madre, al fratello e alla zia che ancora vivono nel paese in provincia di Oristano. Un legame, quello tra Michele Murgia e le sue radici, che non si è mai spezzato anche dopo il successo e il trasferimento nella penisola.   

"Michela non c'è più. Sentiremo subito la sua assenza, una grande perdita per tutti - scrive il sindaco Andrea Abis sui social - Michela era mia coetanea, stessa scuola, stessi ambienti, figli dello stesso tempo storico. Michela era una mente fervida, una intelligenza spiccata, colta, di forte personalità, schietta, coraggiosa, sempre schierata in modo chiaro, avvolgente, anticonformista. Non poteva che essere anche divisiva, di contrasto, ma è proprio grazie a queste figure chela società si mette in discussione, cambia, si evolve, migliora. Cabras ha dato i natali e cresciuto una grande donna che lascerà un segno nella società del nostro tempo".   

Proprio a Cabras Michela Murgia muove i primi passi nel mondo sociale del volontariato come protagonista delle attività dell'Azione Cattolica locale. Contemporaneamente gli studi a Oristano, al Lorenzo Mossa. Poi l'Istituto di studi religiosi dell'Arcidiocesi cattolica, sempre a Oristano, per studiare teologia. E per sei anni ha insegnato religione nelle scuole medie e superiori della città di Eleonora. Ha fatto la portiera in un hotel, anche di notte. Poi, dal 2007, il suo vero lavoro è stato quello di scrittrice.

"Michela era una donna straordinaria per coraggio, determinazione e intelligenza. Mai fanatica, mai dottrinaria. Era sempre sorridente e questo dimostra un buon atteggiamento verso la vita anche quando ci si trova al passaggio con la morte". Lo dice all'AGI Dacia Maraini.  "La nostra coraggiosa Michela - sottolinea - ha inventato un nuovo tipo di famiglia non basato sul sangue ma sulle affinita' e la scelta. Ci ha lanciato una grande sfida. Dovremo discutere di questa sua gioiosa proposta".    

Michela Murgia era tante cose, scrittrice, attivista, drammaturga, femminista... "Certo che era femminista - aggiunge ancora Maraini - e di femminismo ci sarebbe bisogno ancora. Ma soprattutto, mi preme tornare a sottolineare l'importanza di questa sua ultima sfida, quella sulla famiglia. Abbiamo assistito in queste ultime ore, al caso di un matrimonio fatto saltare per un presunto tradimento, davanti agli invitati, con tanto di filmato poi distribuito attraverso i canali social in modo che la vicenda fosse resa pubblica. Assistiamo a continui omicidi di donne in famiglia, e non solo di donne. Ecco, allora è evidente che qualcosa va rivisto. E Michela Murgia ha lanciato la sua proposta. E condivisibile o meno, è comunque un segnale che invita alla riflettere. Quale sia la soluzione contro la violenza che circonda la famiglia non lo so, ma è vero che il tema ci riguarda tutti".

La famiglia, spiega ancora Maraini, "va rinnovata. E Michela ci ha fatto vedere che non esistono solo i legami di sangue, ma le affinità. Sull'amore poi, non si comanda. E non è detto che due che si amano debbano per forza sposarsi".    

“Michela Murgia ci ha lasciato. Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato presto, perché lei stessa ci aveva informato del suo stato di salute, senza nascondere niente. Ciò nonostante, sentiamo già un grande vuoto perché Michela Murgia è stata una donna unica nel panorama italiano: una scrittrice, un'intellettuale, un'artista, una voce libera, una femminista con un occhio dissacrante verso le convenzioni e le ipocrisie. Una persona interessante che amava le provocazioni e la sfida a viso aperto”, dice Laura Boldrini. “Ha vissuto a modo proprio, Michela, con la sua famiglia queer, circondata da affetto. Con le scelte radicali della sua vita e anche con la sua morte, ha dimostrato intelligenza e impegno politico. Di questo e di molto altro le saremo sempre grati”, conclude la deputata Pd. “Perdiamo una voce potente nel dibattito pubblico, creativa nella scrittura e una persona libera e coraggiosa. Riposa in pace Michela Murgia”, scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda. “Grande l'emozione leggendo l'intervista in cui parlavi del cancro, della cura, di fede, sogni, amore, di famiglia, di passato, presente e futuro. Ci lascia una grande donna, una grande Sarda. Grazie per tutto ciò che hai voluto condividere. Michela, che la terra ti sia lieve”, commenta su Twitter la vicepresidente del M5S Alessandra Todde.

“Ci eravamo messaggiate da poco e non potevo immaginare che tutto precipitasse così velocemente: un grande dolore e una immensa e troppo precoce perdita. Ci mancherà il tuo pensiero lucido e mai banale”, scrive Vladimir Luxuria sui social. “Buon viaggio a una donna speciale, padrona delle sue idee”, si legge sull'account di Simona Ventura. “Le persone come Michela Murgia sono corrosive. Perché, appunto, corrodono, intaccano i poteri, non ne sono comode stampelle. Indicano una direzione, un cammino da intraprendere. Raccontano di diritti e di libertà”, dice Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

“Michela, amore. Grazie per tutto”, è il messaggio di Loredana Lipperini. “Non so come faremo a stare senza di te. Ci hai insegnato come vivere e anche come morire”, scrive Luciana Littizzetto. “Nella notte delle stelle, va via una stella. Libera fino all'ultimo: addio Michela Murgia”, è il post di Paolo Borrometi. “Quel tuo ultimo sorriso, donna luminosa, lo porterò sempre con me”, dice Geppi Cucciari. L'affetto per Michela Murgia rimbalza sui social dove si moltiplicano i messaggi di cordoglio. “Ma l'amor mio non muore”, scrive Roberto Saviano.

Dalla sua esperienza come venditrice telefonica nasce “Il mondo deve sapere” (2006), romanzo tragicomico sul mondo dei call center, che ha ispirato l'opera teatrale omonima e il film “Tutta la vita davanti” (2008). Molto legata alla sua terra, Michela Murgia nel 2006 ha dato vita al blog “Il mio Sinis” per raccontarne i luoghi meno noti della Sardegna. Nel 2008 aveva firmato “Viaggio in Sardegna” (2008). Due anni dopo è uscito “Accabadora”, premio Super Mondello e premio Campiello, considerato il suo capolavoro, storia di un'anziana donna che in un villaggio sardo dà di nascosto la morte ai malati gravissimi che gliela chiedono e di una bambina che la donna adotta e che scopre a poco a poco il vero scopo delle uscite notturne della madre adottiva. Nel 2011 pubblicò “Ave Mary”, riflessione senza filtri sul ruolo della donna nel contesto cattolico. Tra le sue opere successive ci sono il saggio breve sul femminicidio “L'ho uccisa perché l'amavo. Falso!” e ancora “Futuro interiore”, “L'inferno è una buona memoria”, il saggio “Istruzioni per diventare fascisti”, “Noi siamo tempesta”. Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo. “Stai zitta”, “God save the queer”. “Catechismo femminista” e infine l'ultimo “Tre ciotole - Rituali per un anno di crisi”: un romanzo che si apriva sulla diagnosi di cancro, un intreccio di storie tra i protagonisti costretti ad attraversare un cambiamento radicale che li costringe a forme inedite di sopravvivenza emotiva.

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