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Spagna: popolari avanti, ma senza maggioranza. Vox non sfonda ma sfondati dai popolari.

Madrid, 24 Lug 2023 - Urne chiuse in Spagna per le elezioni politiche anticipate convocate dal primo ministro Pedro Sanchez, con una mossa che ha sorpreso alleati e avversari, a pochi giorni dall'inizio della presidenza spagnola dell'Unione europea il primo luglio e per la prima volta nel pieno dell'estate, per di più in mezzo all'ondata straordinaria di caldo che sta flagellando mezza Europa.

Con oltre il 90% delle schede scrutinate, il Partito popolare ha confermato il suo vantaggio sul Psoe in termini di seggi al Congresso dei deputati spagnolo, ma senza maggioranza assoluta, anche sommando i seggi di Vox. Secondo una simulazione effettuata dalla tv pubblica spagnola, il socialista Pedro Sanchez potrebbe, alleandosi con Sumar e i partiti baschi e catalani arrivare a 172 seggi, mentre Alberto Núñez Feijóo potrebbe arrivare a un massimo di 170 seggi. Nessuno dei due blocchi arriverebbe quindi alla maggioranza assoluta dei 176.

Il partito di estrema destra spagnolo Vox perde voti e quindi seggi in Parlamento rispetto alla precedente elezione del 2019: secondo i dati aggiornati a oltre il 90% delle schede scrutinate vede la formazione di Santiago Abascal conquistare il 12,4% dei voti pari a 33 seggi, 19 meno di quelli detenuti attualmente. Il portavoce di Vox ha fatto sapere che l'apparizione pubblica prevista per il leader nella serata elettorale è stata annullata.

L'affluenza alle urne alle elezioni generali di oggi in Spagna si è attestata al 68,49%, 2,26 punti in piu' rispetto alle precedenti consultazioni del 2019.

Si è segnalato un record nel voto per corrispondenza da quando è stato introdotto nel 2015, con 2,6 milioni di elettori che hanno espresso la loro preferenza per posta. 

Il leader del Pp Alberto Nunez Feijoo ha invece continuato a fare appello al ''voto utile'' dicendo nell'ultimo comizio che ''la sinistra non sa come andarsene'' e sottolineando la necessità di ''una grande maggioranza'' di popolari, definiti l'unica forza in grado di garantire il cambiamento.

Il premier uscente, il socialista Pedro Sánchez, è stato fra i primi a votare a Madrid e ha detto che questo voto "sarà molto importante anche per l'Europa".

Pedro Sánchez si è recato di buon ora al suo seggio e ha detto che questo voto sarà molto importante non solo per la Spagna ma anche per l'Europa. "Penso che questo dovrebbe anche farci riflettere. Non voglio dire che sono ottimista o meno ma ho un buon presentimento", ha concluso il premier uscente che ha indetto elezioni anticipate dopo che il suo Partito (socialista) al governo con l'alleato di sinistra, Unidas Podemos, ha perso alle elezioni locali e regionali di maggio. I socialisti e la nuova formazione Sumar, che riunisce 15 piccoli partiti di sinistra, sperano di affermarsi. Sumar ha alla barra il vice premier uscente Yolanda Díaz, unica donna tra i primi quattro candidati.

I sondaggi avevano dato in vantaggio il Partito popolare che tuttavia per poter avere la maggioranza dovrebbe essere necessaria l'alleanza con la destra estrema di Vox. Una tale coalizione restituirebbe una forza di estrema destra al governo spagnolo per la prima volta da quando il Paese è passato alla democrazia alla fine degli anni Settanta dopo i quasi 40 anni di dittatura dello scaltro "generalissimo" Francisco Franco. Il leader della destra estrema Abascal spera "in una massiccia mobilitazione (degli elettori) che consentirà alla Spagna di cambiare rotta".

Ma all’interno del Partito Popolare c’è chi storce il naso di fronte a un eventuale accordo con gli estremisti di Vox. La richiesta del “voto utile” è stat fatta, infatti, per evitare di dover scendere a compromessi con il partito di Abascal su temi come l’aborto, i diritti della comunità lgbtqi+, l’eutanasia.

L'alleanza Popolari-Vox è uno scenario che ha messo in allarme anche le istituzioni europee: l’ingresso di Vox al governo potrebbe portare la Spagna su posizioni simili a quelle del blocco sovranista di Polonia, Ungheria e dell’Italia di Giorgia Meloni. Con la differenza che nei prossimi sei mesi Madrid è chiamata a guidare i 27 verso la finalizzazione di diversi dossier europei prima della fine della legislatura. Tra cui il nuovo Patto sulla Migrazione e l'Asilo e alcuni file relativi al Green Deal, due ambiti su cui l’estrema destra fa abitualmente ostruzionismo.

“È sempre preoccupante quando si vedono posizioni estremiste, soprattutto se la questione migratoria è usata in modo da spaventare i cittadini”, ha dichiarato ieri la commissaria Ue per gli Affari Interni, Ylva Johansson. La presenza di Vox al governo potrebbe compromettere i negoziati nell’Ue su nuove regole per asilo e migranti, ma – ha aggiunto Johansson – “la Commissione europea deve lavorare coi governi eletti”.

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