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Agli arresti domiciliari un ispettore e 4 agenti della Polizia di Stato della Questura di Verona. Sono accusati di atti di violenza. Ai cinque indagati, oltre al reato di tortura, sono stati contestati, a diverso titolo, anche quelli di lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio.

Verona, 6 Giu 2023 - Questa mattina gli agenti della Squadra Mobile di Verona hanno eseguito una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Verona, a carico di un ispettore e quattro agenti per presunti atti di violenza avvenuti nel periodo ricompreso tra il luglio 2022 e il marzo 2023, nei confronti di persone sottoposte, a vario titolo, alla loro custodia. 

Le indagini, condotte per otto mesi dagli investigatori della Mobile della città scaligera, si sono avvalse anche dell'uso di supporti tecnici e hanno riguardato comportamenti sfociati, secondo le accuse, anche in atti gravemente lesivi della dignità delle persone sottoposte ad accertamenti di polizia.

Ai cinque indagati, oltre al reato di tortura, sono stati contestati, a diverso titolo, anche quelli di lesioni, falso, omissioni di atti d'ufficio, peculato e abuso d'ufficio. I destinatari delle misure cautelari erano già stati trasferiti ad altri incarichi all'indomani della chiusura delle attività di indagine e quindi da alcuni mesi.

Negli sviluppi dei successivi accertamenti giudiziari, il questore della provincia di Verona, Roberto Massucci, ha disposto la rimozione dagli incarichi di altro personale che, pur non avendo preso parte a episodi di violenza, si presume possa non aver impedito o comunque non aver denunciato i presunti abusi commessi dai colleghi. 

L'inchiesta della Procura è partita grazie ad una intercettazione telefonica, compiuta nell'ambito di un'altra indagine, in cui un agente si vantava di aver "messo al suo posto" una persona fermata dandogli due schiaffi. 

In un altro dei sette casi documentati sino al marzo di quest'anno, uno straniero si sarebbe preso un manrovescio per aver compiuto un atto osceno mentre si trovava nella stanza degli interrogatori.   

In un terzo episodio, secondo quanto trapelato, i poliziotti avrebbero usato contro il fermato dello spray al peperoncino sul viso.   

La Questura di Verona sottolinea che si tratta di sette casi isolati, che sono stati documentati attraverso intercettazioni audio e video all'interno degli stessi uffici di polizia. Le stesse fonti sottolineano quanto la stessa Polizia si sia spesa per individuare al suo interno i responsabili dei fatti. L'indagine, si rileva, "non è nata da pressioni dell'opinione pubblica o da filmati postati in rete. 

Un segnale positivo - viene sottolineato - sulla presenza di un sistema che anche dall'interno consente di intercettare (e non nascondere) episodi di derive illegali".   

Secondo quanto si è appreso, oltre ai poliziotti autori delle violenze, sono stati trasferiti e sottoposti ad indagine anche coloro i quali potevano sapere e non hanno fatto nulla per impedire o denunciare gli abusi.

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