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La camicetta nera Meloni annuncia: “Stretta sulla protezione speciale”. Schlein (Pd) attacca: “Una vergogna”.

Roma, 16 Apr 2023 – La camicetta nera, prima ministra donna in Italia, dopo il giro nelle vecchie colonie fasciste, che ha visto con nostalgia saccheggiate da suo nonno politico Mussolini, fieramente ha annunciato ieri: "Ho come obiettivo l'eliminazione della protezione speciale, perché si tratta di un'ulteriore protezione rispetto a quello che accade al resto di Europa. C'è una proposta della maggioranza nel suo complesso, non è un tema su cui ci sono divergenze. È complessa ed è normale che ci siano diversi emendamenti". La premier Giorgia Meloni parlando delle modifiche al Dl migranti, nell'ultimo giorno della sua visita in Etiopia, ha ribadito la stretta del governo sul fronte immigrazione, rimarcando che su questo tema le forze di maggioranza remano nella stessa direzione al netto della dialettica parlamentare in corso.

Con l'alleato leghista Matteo Salvini, ha detto ancora Meloni, “abbiamo parlato della questione un paio di settimane fa per capire se lavorare come iniziativa di governo o come iniziativa parlamentare. Alla fine abbiamo scelto di far lavorare i gruppi parlamentari ma - assicura - non c'è divergenza sostanziale, c'è la volontà di lavorare insieme”. Ed è bene procedere così, perché "la pluralità è un arricchimento", ha risposto a chi le chiedeva delle ipotesi di partito unico su cui da ultimo ha detto la sua Guido Crosetto, dopo il fedelissimo Giovanbattista Fazzolari.

Anche il ministro di FdI ai rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, smentisce ricostruzioni che parlano di divergenze nella maggioranza sulla necessità di imprimere un'ulteriore stretta alle norme in materia di immigrazione: "Su questo tema non c'è alcuna divisione: andremo uniti in commissione lunedì e poi in Aula la prossima settimana", garantisce. 

Se l'obiettivo dichiarato del governo, e ribadito ad Addis Abeba, resta quello di “eliminare la protezione speciale”, per il momento la maggioranza, con un accordo che sarà martedì alla prova dell'Aula del Senato, impone una nuova stretta allo strumento, che già ha subito una secca sforbiciata con il cosiddetto decreto Cutro. 

Una stretta che non lo cancella: il subemendamento della maggioranza a prima firma Maurizio Gasparri prevede di fatto che il permesso di soggiorno per protezione speciale, quello per calamità e quello per cure mediche non siano più convertibili in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. 

Si estende invece la protezione prevista in caso di violenza domestica alle spose bambine. E si punta a una stretta anche per le "gravi condizioni psico-fisiche" o derivanti da "gravi patologie" che vengono sostituite dalle parole: "Condizioni di salute derivanti da patologie di particolare gravità non adeguatamente curabili nei paesi d'origine". Perché, come spiega il primo firmatario del subemendamento al decreto Cutro, Maurizio Gasparri (FI), "l'elemento psicologico è sempre discutibile" e lascia "troppo spazio all'interpretazione". 

La protezione speciale "che è una misura prevista solo in Italia", come sottolinea sempre Gasparri, potrà essere rinnovata "per non più di 6 mesi". "La ratio - sottolinea il senatore di FI - è che si vuole limitare la massimo l'istituto per evitare che resti "una sorta di passepartout per far entrare chiunque in Italia".

Come aveva già fatto il suo partito, Matteo Salvini “si intesta" la vittoria: "Grazie a un emendamento voluto dalla Lega stop alla protezione speciale allargata a dismisura dalla sinistra", scrive il vicepremier sui social. "Per colpa di questo status presente unicamente nel nostro Paese, l'Italia era diventata una meta ancora più ambita, creando altre mangiatoie e sovraffollamenti in tribunali e questure, senza portare integrazione", incalza.

Che FdI non abbia subito alcuna imposizione da parte leghista sulla linea dura, lo dicono a chiare lettere i due capigruppo di Camera e Senato. "Intervenire sulle maglie larghissime cui era arrivata la protezione umanitaria è non solo un obiettivo politico, ma un dovere nei confronti del popolo italiano", afferma Tommaso Foti. "Fratelli d'Italia e il centrodestra lavorano a un sistema di norme che consentano di accogliere soltanto chi ne ha diritto", aggiunge Lucio Malan.

"Ci opporremo in Parlamento e nel Paese", assicura la presidente dei deputati dem Chiara Braga. 

"È una vergogna", tuona la segretaria del Pd Elly Schlein, "far pagare sulla pelle delle persone più fragili l'incapacità di questo governo di costruire delle politiche migratorie". "Ci avevano già provato e si era espressa anche la Corte costituzionale, sui decreti Salvini. Vogliono riportarci là", ha continuato parlando nel corso di un'iniziativa elettorale a Siena. "Vogliono smantellere l'accoglienza diffusa che è l'unica buona accoglienza perchè coinvolge le comunità locali".

"Siamo fermamente contrari e continueremo a batterci - ha aggiunto Schlein - affinché le politiche migratorie siano in linea con i diritti internazionali, con le carte internazionali a partire da quella di Ginevra sui diritti delle rifugiate e dei rifugiati, abbiamo una posizione molto netta su questo". 

Le risponde Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di Fratelli d'Italia: "La Schlein ha detto ‘Vergogna’, tuonando parole di fuoco contro il fatto che vogliamo toglierla. Si è anche sdegnato Luca Casarini. Ma se loro attaccano la nostra riforma sulla protezione speciale questa è la migliore conferma del nostro dovere di andare avanti", ha detto definendo la questione un'altra “polemica surreale della sinistra”. Mentre per accedere in Europa ci sono dei criteri prestabiliti, ad esempio quello del fuggire dalla guerra, da noi ci siamo inventati una protezione che non esiste nel resto del mondo. E ovviamente gli immigrati vengono ancora di più in Italia, visto che, se in altri Paesi sono giudicati clandestini, qui hanno il diritto di stare con delle regole più larghe", ha aggiunto.

Il presidente dei senatori dem Francesco Boccia parla di "accanimento disumano" sostenendo che la mossa della maggioranza serva in realtà solo a "coprire i ritardi e l'incapacità di questo governo ad indicare una direzione di marcia chiara per far uscire il nostro Paese dalle difficoltà economiche". 

Pronta alle barricate anche Avs: "Meloni getta la maschera e prova a colpire le vittime del traffico di essere umani", osserva il vicecapogruppo Marco Grimaldi.   

“Dopo la presidente Meloni, continuiamo ad ascoltare da esponenti di maggioranza dichiarazioni fuorvianti sulla protezione speciale, ritenuta un’anomalia solo italiana. Non è così. La maggioranza degli Stati UE, infatti, prevede ipotesi di protezione complementare a tutela di diritti umani fondamentali. Queste ipotesi sono consentite proprio dalla normativa dell'Unione, in particolare dalla direttiva c.d. qualifiche e dalla direttiva c.d. rimpatri, che prevedono forme possibili di protezione umanitaria o speciale in aggiunta allo status di rifugiato e alla protezione sussidiaria. È sconvolgente il grado di falsità delle informazioni che si veicolano pur di giustificare provvedimenti del Governo sbagliati, inefficaci e disumani”, dichiara Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera.

Intanto si attende di capire come la maggioranza ha intenzione di portare avanti i lavori sul decreto migranti in commissione al Senato. Sul testo, infatti, 'pesano' le circa 350 proposte di modifica presentate dalle opposizioni agli emendamenti del governo, a cui si aggiunge poi il subemendamento del centrodestra sulla protezione speciale. Non solo: sono da esaminare ancora proprio gli articoli più spinosi e il decreto è atteso in Aula martedì pomeriggio. E' quindi molto probabile che si andrà in Assemblea senza relatore. Il che presupppone che l'iter rinizi da zero: ovvero, governo e maggioranza dovranno ripresentare in Aula tutte le modifiche volute al testo varato dal Cdm. Il decreto va convertito in legge entro il 9 maggio e deve passare anche all'esame della Camera.

Il permesso di soggiorno per protezione speciale, introdotto dal precedente governo, è un permesso di soggiorno della durata di 2 anni e rinnovabile che viene rilasciato al richiedente asilo che non possa ottenere o non abbia ancora ottenuto la protezione internazionale.

Può ottenere il permesso il migrante che dimostri di essere integrato in Italia (per vincoli familiari, durata del soggiorno o altro) e per il quale in caso di respingimento sussistano determinati rischi (persecuzione per motivi di razza, sesso, lingua, religione, opinioni politiche; rischio di essere rinviato verso uno Stato nel quale non sia protetto; rischio di essere sottoposto a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o se il respingimento comporti una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare).

A concedere il permesso di protezione speciale è la Commissione territoriale alla quale tutti i richiedenti asilo possono presentare domanda. E in caso di rigetto è possibile presentare ricorso attraverso un avvocato.

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