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Pax cinese: primo sì di Putin, gelo di Washington. Vicepremier ucraina: “Prima il ritiro dei russi”.

Kiev, 21 Mar 2023 - "La Cina persegue tradizionalmente una politica estera da giocatore esperto. Uno Stato che si muove su più livelli con pragmatismo ed equilibrio. Non credo proprio che Xi Jinping intenda imbarcarsi in uno scontro aperto con l’Occidente per facilitare la cooperazione con la Russia. Pechino non vuole rischiare sanzioni economiche e nuove tensioni, specialmente dopo la mossa tanto importante compiuta dal Tribunale dell’Aia contro Putin sulla questione delle deportazioni in Russia dei bambini ucraini". Lo dice in una intervista al Corriere della Sera la vicepremier e ministra per i Territori occupati dell'Ucraina, Irina Vereshchuk. Una telefonata tra Xi Jinping e il presindente ucraino Volodymyr Zelensky "sarebbe una mossa importante, hanno cose da dirsi. Trovo fondamentale che il leader cinese sottolinei a Putin che i crimini contro l’umanità commessi in Ucraina, compresi la deportazione dei bambini, i massacri di civili, i bombardamenti contro le infrastrutture energetiche, sono inaccettabili".

Quello che volevano comunicare al mondo ieri i due autocrati e uno ricercato per crimini di guerra e sulla testa del dittatore russo pende un mandato di arresto da eseguire se mette piede in oltre 130 paesi al mondo, è stato detto ed esibito intorno al tavolino. Putin mostra di non essere solo. Xi ha più messaggi: si veste da statista globale; copre la sua solidarietà verso Mosca con i 12 punti che vanno dal cessate il fuoco alla ricostruzione dell’Ucraina devastata; cerca di convincere della propria buona volontà pacificatrice gli europei; infine dice a Joe Biden che la Cina può sempre rivolgersi alla Russia per spezzare l’accerchiamento sul fronte asiatico.

Si spera in un vertice (almeno telefonico) con Volodymyr Zelensky, ma qui Xi dovrà essere più cauto, perché il presidente ucraino è un grande comunicatore e potrebbe svelare la vera posizione emersa da un colloquio.

Il politologo cinese Wang Huyao chiede di dare una chance a una mediazione di Pechino. Spiega che «è credibile perché fermando la guerra Xi eviterebbe l’ulteriore indebolimento del partner russo e rilancerebbe il dialogo economico con l’Europa».

Pechino fa filtrare anche vecchi rancori: «Per le alleanze con la Russia la Cina ha spesso pagato un prezzo alto», ha detto lo storico Feng Yujun in una conferenza. Xi e Putin sono quasi coetanei, il leader cinese è nato nel 1953, il russo nel 1952. È noto che Xi ammira il collega per il suo decisionismo (i cinesi sui social lo chiamano «Pu da di», «grande imperatore Pu»). Ma c’è una grossa differenza nelle biografie dei due leader: «Xi da uomo maturo ha vissuto una storia di successo con la crescita della Cina e vuole proseguire la marcia in avanti; nella percezione di Putin il passato della Russia era migliore del presente», ha osservato subito dopo l’inizio dell’avventura in Ucraina Sergey Aleksashenko, vicegovernatore della Banca centrale russa negli Anni 90.

Uno degli infiniti modi di dire cinesi recita: «Vanno a letto insieme, ma fanno sogni diversi». Sembra perfetto per i due «grandi amici» Xi e Putin. Si può aggiungere che condividono un incubo: l’accerchiamento da parte dell’Occidente.

"Noi abbiamo i 10 punti avanzati dal presidente Zelensky e speriamo che la Cina stia con noi, dalla parte  della verità e della giustizia - così in un'intervista al "Corriere della Sera", la vicepremier ucraina, Irina Vereshchuk, a commento della visita di Xi Jinping a Mosca - i cinesi tengano conto che l'idea di imporre il cessate il fuoco è impossibile, se non preceduto dal ritiro russo dal territorio dell'Ucraina", ha sottolineato la vicepremier che ha aggiunto riguardo la prevista telefonata tra Xi e Zelensky: "Sarebbe una mossa importante, hanno cose da dirsi".

Alla domanda se tema un invio di armi cinesi alla Russia, la vicepremier - intervistata dal Corriere - ha risposto di no: "Comporterebbe lo scontro diretto con l'Occidente. Penso che i dirigenti cinesi siano molto più intelligenti di quelli russi". Rispetto invece alla richiesta a Mosca di rendere nota la lista dei bambini deportati, "non so cosa abbiano in testa. So però che la guerra finirà e loro saranno costretti a rendere conto dei loro crimini". E sulla visita di Putin a Mariupol, "anche Hitler visitò Mariupol nel 1941 ed è bene ricordare che fine ha fatto".

Mosca ha in programma di tenere una riunione informale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite all'inizio di Aprile, su quella che ha definito la "reale situazione" dei bambini ucraini portati in Russia, una questione che ha guadagnato i riflettori dopo il mandato di arresto della Corte penale internazionale per il presidente russo Vladimir Putin per crimini di guerra, legati al loro rapimento: l'ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha dichiarato che “la Russia ha pianificato la riunione del consiglio molto prima dell'annuncio di venerdì da parte della Corte penale internazionale”. La Russia deterrà la presidenza di turno del consiglio ad Aprile.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha espresso soddisfazione per l'accordo raggiunto ieri fra i ministri degli Esteri dell'Ue per la fornitura di un milione di proiettili all'Ucraina. Nel suo consueto discorso notturno, ha detto: "I nostri partner europei hanno concordato un piano comune per accelerare la fornitura di proiettili per la nostra artiglieria. Si tratta di un passaggio strategico che ci dà fiducia nella nostra unità, nell'immutabilità del movimento verso la vittoria sullo stato terrorista". 
Zelensky ha anche ringraziato gli Stati Uniti per un nuovo pacchetto di aiuti militari: "Oggi è stato anche annunciato un nuovo pacchetto di difesa dagli Stati Uniti, per 350 milioni di dollari: saranno forniti razzi per i sistemi Himars, proiettili di artiglieria e altre munizioni", ha sottolineato il presidente ucraino.

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