New York, 21 Mar 2023 – Mancano poche ore, tardo pomeriggio in Italia, per mettere la parola fine su una delle inchieste penali più scottanti su un ex-presidente americano. Il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, potrebbe decidere domani se Donald Trump abbia deciso il pagamento di 130.000 dollari per mettere a tacere la relazione con la pornostar Stormy Daniels per cambiare il corso delle elezioni del 2016. Oppure se è stato il suo ex-legale Michael Choen, di sua iniziativa, a pagare la pornostar per la sua relazione con l'ex presidente avvenuta nel 2006, anno in cui era appena divenuto padre del figlio avuto con Melania.
Estorsione e cospirazione, i reati che la procura valuta di contestare ai danni dell'allora presidente per aver tentato di ribaltare l'esito di quel voto in cui lui ebbe la meglio su Hillary Clinton. Il verdetto era atteso per oggi ma poi secondo media americani tra cui ABC, la decisione potrebbe arrivare solo domani. L'udienza di oggi potrebbe riguardare quindi solo l'audizione di altri testimoni. Secondo Foxnews il verdetto potrebbe giungere addirittura la prossima settimana.
Trump, che si è ricandidato alle elezioni del 2024, temendo un arresto imminente. Già sabato ha chiesto alla sua base di mobilitarsi per "protestare e riprenderci il nostro Paese!" e da ieri transenne di metallo circondano il tribunale di Manhattan, dove sono riuniti i giurati in attesa che Trump si presenti in tribunale, ad attenderlo un piccolo numero di sostenitori.
Bragg sta indagando l'ex presidente per aver falsificato documenti aziendali che consentivano il rimborso del suo avvocato, Michael Cohen già condannato a tre anni di carcere. Quei soldi furono restituiti a Cohen da Trump e segnati sui registri contabili come spese legali, cosa che costituisce "una falsificazione di documenti che può portare all'incarcerazione" soltanto se legata all'intenzione di commettere un reato, spiegano alcuni analisti. I pubblici ministeri stanno anche esaminando la possibilità che il magnate abbia falsificato documenti per risolvere problemi nei finanziamenti della campagna elettorale.
La conclusione dell'indagine potrebbe portare all'arresto di Trump, ma qualora l'esito fosse diverso, The Donald sarebbe il primo ex presidente, nella storia degli Stati Uniti ad affrontare delle accuse penali. L'indagine federale è stata innescata, nel 2018, da articoli esclusivi pubblicati dal Wall Street Journal che rivelavano il pagamento effettuato da Michael Cohen, nei confronti della pornostar. Negli articoli si evidenziava che Trump avesse orchestrato personalmente un piano criminale per cancellare qualsiasi traccia della relazione. Cohen ha in seguito testimoniato al processo contro il suo ex-assistito.
"Si trattava di denaro personale, è avvenuto 7 anni fa, e il tribunale non considera la prescrizione", ha detto lo Speaker repubblicano Kevin McCarthy tornando a difendere l'ex presidente. In realtà, il conteggio per la prescrizione viene messo in pausa se il potenziale imputato non ha risieduto continuativamente nello stato di New York nei cinque anni, come infatti è successo a Trump.
L'attesa crea tensione e allarme a livello di sicurezza interna, l'incriminazione del magnate potrebbe essere "la linea rossa per estremisti violenti' ha detto il primo cittadino di New York, Eric Adams, che tuttavia si dice "fiducioso" nel fatto che la città sia pronta a reagire. "Stiamo monitorando i commenti sui social media, la Nypd sta svolgendo il suo normale ruolo nel garantire che non vi siano azioni inappropriate in città", ha detto l'ex poliziotto, divenuto sindaco in quota dem.
Poi ci sono le inchieste federali, i possibili sviluppi sul 6 gennaio 2021, giorno dell'assalto a Capitol Hill il Campidoglio americano, dopo che la commissione del Congresso ha raccomandato l'incriminazione di Trump per incitamento, e l'inchiesta sulle carte segrete che l'ex presidente ha trattenuto a Mar a Lago.
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