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Ieri pomeriggio Question Time alla Camera dove vi è stato il confronto Meloni-Schlein: Siete sulla via sbagliata. La premier: No a salario minimo.

Roma, 16 Mar 2023 – Ieri pomeriggio è andata in scena una commedia dove ha visto la presidente del Consiglio circondata da tutti i ministri, per farle coraggio nella sua prima volta per rispondere alle domande delle opposizioni che poi si sono scontrate con l’arroganza del potere, manifestato con arroganza fascista e derisione degli avversari politici. Quindi una Meloni, senza coraggio, che ha dimostrato di essere una donna pavida e non come la dipingono giornali e televisioni ai suoi ordini. Quindi ieri niente di nuovo.

Tutti si aspettavano scintille con l’altro donna, capo del secondo partito italiano. Ma niente. Infatti è stato il Question Time alla Camera, per la prima della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un appuntamento centrale anche per il primo confronto diretto tra la premier e la neosegretaria del Pd, Elly Schlein. Quest’ultima l'ha interrogata sulla “posizione del governo circa il salario minimo legale e su ulteriori misure atte a incrementare le garanzie per i lavoratori”.

Ma la presidente del Consiglio ha risposto anche a un'interrogazione parlamentare sul tema migranti, dopo le recenti vicende della strage di Cutro e sulla segnalazione alle autorità italiane dell’imbarcazione carica di migranti (poi naufragata), individuata al largo delle coste libiche nella notte tra il 10 e l'11 marzo (interrogazione preparata da Riccardo Magi per +Europa). Sul tema, tra le altre cose, Meloni ha detto: “Il governo ha la coscienza a posto”.

Acceso confronto anche sui temi del cambiamento climatico, dell'emergenza idrica e del nucleare, col partito più sensibile al tema, i Verdi, che tramite Angelo Bonelli hanno chiesto direttamente alla presidente del Consiglio se il governo intenda perseguire la strada del ritorno all'energia nucleare. La premier ha messo in guardia: “L'esecutivo non è guidato da pericolosi negazionisti climatici”.

Luigi Marattin (Azione-IV) ha invece chiesto alla premier quando il governo intenda ratificare il Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). E Giorgia Meloni non si è sottratta alla domanda, rispondendo con la stessa schiettezza: “Fino a quando guiderò il governo, non lo ratificheremo mai”.

Quando è toccato al Movimento 5 stelle rivolgersi alla premier, tramite i deputati Fenu e Silvestri, sul tema “iniziative volte a prevedere un contributo di solidarietà a carico del settore bancario, in relazione all'aumento dei tassi di interesse e ai relativi effetti su famiglie e imprese” (questo il titolo dell'interrogazione parlamentare), lo scontro si è acceso anche sul superbonus, con Giorgia Meloni a sottolineare che “il governo ha dovuto correggere delle distorsioni”.

Da parte dei partiti di maggioranza, invece, le interrogazioni hanno riguardato il contrasto all'attività criminale dedita al traffico di migranti e all'avvio di un processo di immigrazione regolare ed ordinata (a cura di Maurizio Lupi per Noi Moderati). La premier ha risposto anche sulle iniziative volte a destinare maggiori risorse finanziarie a favore degli enti locali, con particolare riferimento ai Comuni capoluogo di provincia, al fine di assicurare la realizzazione delle opere previste dal Pnrr (a cura di Riccardo Molinari per la Lega); e sugli intendimenti del governo in materia fiscale, al fine di una riduzione strutturale della tassazione a carico di imprese e contribuenti (da parte di Alessandro Cattaneo per Forza Italia).

Il partito della presidente del Consiglio, Fratelli d'Italia, l'ha interpellata su “iniziative a favore della filiera dell'automotive nell'ambito del processo di transizione ecologica, al fine di garantire la produzione nazionale e la tutela dei livelli occupazionali” (a cura del capogruppo Tommaso Foti).

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