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Trovato il covo di Matteo Messina Denaro arrestato ieri dopo 30 anni di latitanza a Campobello di Mazara, nel Trapanese: nessuna arma ma profumi e vestiti di lusso. Arrestato anche il medico che aveva in cura il finto ‘Bonafede’.

Palermo, 17 Gen 2023 - I carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno individuato il covo del boss Matteo Messina Denaro, arrestato, ieri, alla clinica Maddalena di Palermo. E' a Campobello di Mazara, nel trapanese, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette insieme al capomafia. Il nascondiglio, secondo quanto si apprende, è nel centro abitato. Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

Sono stati trovati profumi, mobili di pregio e capi di abbigliamento di lusso ma nessuna arma, nel covo del boss Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara, nel trapanese. I carabinieri del Ros hanno perquisito il nascondiglio tutta la notte.

"Cosa Nostra tende a ricostruire i suoi vertici. Adesso dovrà sostituire Matteo Messina Denaro come punto di riferimento per i grandi affari. C'è già chi è pronto a prendere il suo posto". L'ultimo stragista è appena finito in carcere, ma il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, intervistato da Repubblica, avverte: "Se qualcuno pensa che la partita contro la mafia sia vinta, si sbaglia di grosso. Ora si sposta sulla caccia alla rete di protezioni e connivenze che hanno permesso a Messina Denaro di restare latitante per trent'anni", dice il magistrato, 61 anni, da settembre al vertice dell'ufficio inquirente che ha coordinato le indagini sulla cattura del padrino. Poi sottolinea: "C'è stata certamente una fetta di borghesia che, negli anni, lo ha aiutato. Le nostre indagini puntano su questo". Per porre fine alla fuga del boss avete utilizzato anche intercettazioni? Si. "Sono state uno dei pilastri dell'inchiesta (che l’attuale ministro della Giustizia vuole eliminare). Stiamo parlando di uno strumento indispensabile e irrinunciabile per il contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Senza le intercettazioni le indagini non si possono fare oppure non portano a nessun risultato. Questo è un discorso importante che deve essere chiaro una volta per tutte".

Infine si è appreso oggi che l’eccellente arrestato è sbarcato ieri sera con un volo militare all'aeroporto di Pescara il boss mafioso Matteo Messina Denaro. L'ipotesi più accreditata, come anticipato da La Repubblica e il Centro, è che il boss venga detenuto nel carcere dell'Aquila, una struttura di massima sicurezza che ha già ospitato personaggi di spicco ed anche perché nell'ospedale del capoluogo c'è un buon centro oncologico. Non è escluso che il boss sia stato trattenuto altrove per la notte, o in una caserma o nei vari penitenziari della zona. Secondo quanto si è appreso, autorità ed istituzioni sarebbero state allertate.

Dal canto suo l’ex procuratore antimafia, Grasso, ha affermato che è "Una grande emozione per me e un grande successo dello Stato". Lo afferma, in un'intervista a 'la Repubblica', Piero Grasso, ex Pm a Palermo, ex procuratore della stessa città e poi procuratore nazionale antimafia, prima di diventare presidente del Senato.

Dal racconto su Messina Denaro fatto dai pentiti interrogati, ricorda Grasso, "veniva fuori una personalità assolutamente superiore alla media. Era stato lui a proporre i beni artistici come obiettivi da colpire per le stragi del 1993, perché era più acculturato rispetto a Riina e ad altri. Con Bagarella e Brusca è stato tra gli ideatori delle stragi di Roma, Firenze e Milano, dopo essere stato tra i protagonisti di quelle del 1992. Faceva parte del commando, con Sinacori e Graviano, che nel febbraio di quell'anno doveva uccidere Falcone a Roma. Poi furono chiamati da Riina che aveva trovato di meglio". Sul piano personale era descritto "come un uomo molto amato perché era considerato un benefattore nei suoi territori. Si faceva ben volere e questo spiega i trent'anni di latitanza con la copertura di chi aveva cointeressenze d'affari con lui". L'arresto del super latitante "comunica il messaggio che non esiste l'impunità o l'invincibilità. Ma non dobbiamo pensare che, arrestato lui, si chiude il capitolo mafia. Sarebbe un errore, perché la mafia esiste sempre, anche se ormai è ritornata all'antico, e cerca di utilizzare le istituzioni e le burocrazie per avere vantaggi e profitti. Questo è il suo grande potere. Come diceva Falcone, se la mafia fosse solo un fenomeno criminale l'avremmo già distrutto con le operazioni di polizia, invece sono proprio gli interessi convergenti che riescono a farla sopravvivere".

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