Press "Enter" to skip to content

Prima alla Scala tra le polemiche: ovazione per il presidente Mattarella. Niente per la Meloni e proteste anche contro l’opera scelta, la guerra e il caro bollette. In piazza molti ucraini per la rappresentazione dell’opera russa paese terrorista e aggressore del loro paese.

Milano, 8 Dic 2022 - Lunghissimi applausi, oltre 13 minuti, con lancio di fiori sul palcoscenico (e nessun fischio dal loggione), hanno reso omaggio alla Prima dell’opera russa Boris Godunov di Modest Musorgskij che questa sera ha inaugurato la Stagione d’Opera 2022/23 del Teatro alla Scala di Milano.

Una rappresentazione preceduta da forti polemiche e proteste che si sono susseguite durante tutta la giornata. 

In piazza della Scala dal pomeriggio c’era una rappresentanza della comunità ucraina che sta protestando contro quella che è stata l’opera russa in scena stasera, una parabola sulla dittatura degli zar.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è giunta al teatro accompagnata dal compagno, Andrea Giambruno, e ha detto ai cronisti: “Sono incuriosita. È la mia prima volta. Sicuramente una Prima è una bella esperienza nuova”. 

“Conoscete la mia posizione in tema di conflitto in Ucraina, ma penso che la cultura sia un’altra cosa e penso che non bisogna fare l’errore di mescolare dimensioni che sono diverse. Noi non ce l’abbiamo col popolo russo, con la storia russa, noi ce l’abbiamo con scelte di chi politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana. È una cosa diversa, secondo me è giusto mantenere le due dimensioni separate”, ha detto la premier. 

Alla domanda dei cronisti sull’abito firmato Armani, la presidente del Consiglio ha risposto: “Spero che sia all’altezza delle vostre aspettative”.

Qualche minuto prima dell'arrivo della premier era arrivata anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che ha dichiarato: “Non dovremmo lasciare che Putin distrugga questo fantastico Paese (la Russia) e perciò non vedo l’ora di vedere quest’opera”.

Von der Leyen è stata accolta dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dal sindaco di Milano Giuseppe Sala.

Anche quest’anno il pubblico della Prima della Scala, tutto in piedi, ha tributato un’ovazione al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, al suo ingresso nel palco d’onore con accanto la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen. L’applauso si è prolungato per cinque minuti.

Boris Godunov, eseguito sotto la bacchetta del maestro Chailly nella prima versione in sette scene (il cosiddetto Ur-Boris), presentato da Modest Musorgskij ai Teatri imperiali di San Pietroburgo nel 1869, è stato preceduto dall’esecuzione dell’inno nazionale italiano e da quello europeo: tutto il pubblico in piedi per l’Inno d'Italia di Goffredo Mameli e l’Inno alla Gioia di Beethoven.

L’idea di portare in scena quest’opera era germogliata tre anni fa, ben prima della guerra: dopo l’invasione russa di febbraio, sono sorti dubbi, ma la Scala ha mantenuto il suo programma, nonostante le proteste del console ucraino a Milano, Andrii Kartysh.

Ma alle preoccupazioni del diplomatico che temeva diventasse un’azione di propaganda in favore di Vladimir Putin, il direttore del teatro, Dominique Meyer, ha replicato, giungendo in piazza della Scala: “Non ci sono state tante polemiche a parte quelle del console ucraino. Presentiamo un capolavoro della storia dell’arte. Non significa che sia un appoggio alla politica russa. Sono delle cose diverse”.

Gli ucraini si sono radunati con bandiere, tra cui una con il volto di Putin al centro di una svastica, e diversi cartelli. Alcuni recitavano frasi come ‘no ai musicisti russi che appoggiano la guerra’, oppure ‘un minuto di silenzio in memoria del direttore della filarmonica di Kherson Yuriy Kerpatenko ucciso dall’esercito russo’.

I manifestanti chiedevano alla Scala di non “favorire la propaganda di Putin” con un messaggio anche per il basso russo Ildar Abdrazakov, “un solista del regime”.   

“Questa manifestazione non è contro la cultura - ha spiegato un organizzatore- ma contro la propaganda. Siamo contrari a questa apertura della Scala che ha scelto un’opera russa che sarà strumentalizzata”.

Intanto, in piazza della Scala c'erano anche persone appartenenti al centro sociale Cantiere e al Coordinamento dei collettivi studenteschi. Il gruppo è arrivato dopo aver sfilato in Galleria Vittorio Emanuele con un grande striscione con su scritto: ‘People before profitto’. 

Davanti a Palazzo Marino hanno acceso un fumogeno e mostrato delle agende contenenti scritte come ‘Stop war’, ‘Stop caro bollette’, ‘Sanità e istruzione per tutti’ e ‘Stop alternanza scuola lavoro’.   

I manifestanti hanno poi intonato diversi cori, invitando la politica a “trovare soldi per la scuola e a ridurre quelli per la spesa militare”.

Vicino a loro anche un gazebo di varie sigle come Usb, Carc, Cobas e gli attivisti per il clima ‘Ultima generazione’ e ‘Extinction rebellion’. Striscioni anche contro il governo Meloni e contro il “caro bollette”.

In mattinata, invece, cinque giovani attivisti del movimento ambientalista “Ultima generazione” hanno lanciato vernice sulla facciata della Scala.

Cinque giovani, quattro ragazzi e una ragazza tra i 20 e 23 anni di Milano, Pavia e Lucca, sono stati denunciati per imbrattamento di beni culturali e per inosservanza del divieto di ritorno.

“Abbiamo deciso di imbrattare con della vernice il Teatro alla Scala per chiedere ai politici che questa sera assisteranno allo spettacolo di tirare fuori la testa dalla sabbia e intervenire per salvare la popolazione”, hanno spiegato.

“La situazione economica e ambientale del Paese peggiora di giorno in giorno – hanno aggiunto -. Speriamo che le macchie sulla facciata della Scala ricordino a Giorgia Meloni e Sergio Mattarella le proprie responsabilità e li spingano ad agire, prima che si ripeta un’altra Ischia”.

More from ARCHIVIOMore posts in ARCHIVIO »
More from PRIMO PIANOMore posts in PRIMO PIANO »

Comments are closed.