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Aggressione russa dell’Ucraina – Le perdite umane sul fronte, Kiev: uccisi 83,880 militari russi, spariti 226 ucraini a Kherson.

Kiev, 19 Nov 2022 - La Russia ha perso nell'ultimo giorno 420 uomini, facendo salire a 83,880 le perdite fra le fila russe dal giorno dell'attacco di Mosca all'Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 83,880 uomini, 2.885 carri armati, 5.815 mezzi corazzati, 1.867 sistemi d'artiglieria, 393 lanciarazzi multipli, 209 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 278 aerei, 261 elicotteri, 4.368 autoveicoli, 16 unità navali e 1.536 droni.

Mentre per quanto riguarda le perdite sul fronte ucraino, sarebbero più di 100 gli ucraini arrestati e poi scomparsi a Kherson, città nel Sud dell'Ucraina, durante l'occupazione russa, in quella che sembra essere una campagna pianificata, secondo uno studio dell'Università americana di Yale. Il Conflict Observatory, gruppo di ricerca del Dipartimento di sanità pubblica dell'Università di Yale il cui lavoro è sostenuto dal Dipartimento di Stato Usa, ha documentato 226 detenzioni extragiudiziali e sparizioni forzate a Kherson. La metà delle persone incarcerate "non sembra essere stata rilasciata", secondo il rapporto, che sottolinea che il loro destino non è stato chiaro dal ritiro delle forze russe da Kherson l'11 novembre. Un quarto delle 226 persone interessate sarebbero state torturate e quattro sarebbero morte in custodia o poco dopo. La maggior parte di questi atti è stata perpetrata dall'esercito russo e dai servizi di sicurezza russi (Fsb).

I detenuti e le persone scomparse erano principalmente uomini in età militare, tra cui funzionari pubblici, esponenti della società civile, insegnanti, agenti di polizia e giornalisti. "Questi risultati danno credito a una serie di accuse allarmanti sul trattamento dei detenuti, tra cui morti in custodia, uso diffuso di torture e trattamenti crudeli, inumani e degradanti, saccheggio dei detenuti e violenze sessuali e di genere", afferma lo studio. I ricercatori spiegano anche che il profilo dei prigionieri indica una campagna "premeditata".

"La Russia sta cercando ora di raggiungere una breve tregua per recuperare le forze. Qualcuno la chiamerebbe la fine della guerra", ma "la sola fine della guerra non garantisce la pace": "una simile pausa non farà che peggiorare la situazione". E ancora "Qualsiasi concessione della nostra terra o della nostra sovranità non può essere definita pace. I compromessi porteranno nuovo sangue. Una vera pace duratura e onesta non può che essere il risultato del completo smantellamento dell'aggressione russa". Ieri il suo consigliere, Mykhailo Podolyak, aveva affermato che la guerra potrebbe finire anche prima che l'Ucraina liberi tutti i territori con mezzi militari.  

Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un discorso video all'International Security Forum di Halifax postato su Telegram. 

Infine la Nato ha denunciato che giovedì mattutina due jet da combattimento russi hanno compiuto un "avvicinamento non sicuro e poco professionale" nei confronti delle navi militari dell'Alleanza durante le operazioni di routine nel Mar Baltico. I jet russi hanno sorvolato "la flotta a un'altitudine di 300 piedi (91 metri) e una distanza di 80 iarde (73 metri)" senza che i piloti russi rispondessero alle comunicazioni. "La Nato risponderà in modo appropriato a qualsiasi interferenza con la sua attività legale nell'area che metta in pericolo la sicurezza dei nostri aerei, navi o dei loro equipaggi. La Nato non cerca il confronto e non rappresenta una minaccia", si legge ancora.

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