Roma, 16 Ott 2022 – L’inizio di questa legislatura non è certo delle migliori. Prima e ancora in corso, la lotta di potere tra chi comanda di più tra il piccolo alleato (piccolo nel senso di pochi voti) e la vincitrice delle elezioni, la presidente del Consiglio probabilmente designata nei prossimi giorni, è ormai scontro aperto fra il segretario del Pd, maggiore partito dell’opposizione, Enrico Letta e Giorgia Meloni.
A dare fuoco alle polveri – afferma Letta dalla Germania - sono state le scelte del centrodestra di far eleggere due uomini di estrema destra, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, rispettivamente, alla presidenza del Senato e della Camera dei deputati. Scelte divisive per il Paese, affermano in coro gli esponenti del Partito Democratico. Poi da Berlino, dove si trova per il congresso del Pse, Letta rincara sottolineando che le scelte fatte rappresentano dei messaggi allarmanti anche per il resto dell'Europa. Per il leader dem è "una logica perversa e incendiaria" quella che ha portato alla scelta di La Russa e Fontana, "che va contro l'interesse del Paese". Nessuna possibilità, dunque, di aprire un canale di comunicazione tra maggioranza e opposizione.
La risposta di Meloni non si fa attendere, che pretende, da buona fascista quale era ed è ancora ora anche se cerca di nasconderlo ma il suo estremismo palesato dalle sue parole con le quali vuole dettare ad un grande partito dell’opposizione come dire e cosa scrivere, convinta che siamo di nuovo nel ventennio quando il suo nonno politico, Benito Mussolini, zittiva con la morte o con il carcere chi non la pensava come lui. E quindi Letta ha ragione: i segnali dati dalle destre in parlamento non sono dei migliori che stanno preoccupando i paesi europei e gli alleati nel mondo.
La ‘Benita’ italiana, infatti, ha affermato ieri: "Sono gravissime le parole pronunciate dal segretario del Partito democratico Enrico Letta a margine del congresso dei Socialisti europei a Berlino", spiega la presidente di FdI: "Affermare all'estero che l'elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento italiano sia motivata da una sedicente 'logica perversa' e 'incendiaria' e che la scelta dei parlamentari italiani confermi 'le peggiori preoccupazioni in giro per l'Europa' è scandaloso e rappresenta un danno per l'Italia, le sue più alte istituzioni e la sua credibilità internazionale. Letta si scusi immediatamente". Parole quelle di Letta che, per Meloni, si aggiungono alle affermazioni di "diversi esponenti politici" che "hanno deciso di rendere" Ignazio La Russa “un bersaglio, come persona e per le sue idee, rinfocolando un clima d'odio, già ben alimentato durante una campagna elettorale costruita sulla demonizzazione dell'avversario politico”. Un riferimento, questo, alle scritte contro La Russa apparse sulla serranda di un circolo FdI della Garbatella e 'firmate' con una stella a Cinque Punte.
Un gesto a cui il segretario Pd risponde esprimendo la sua solidarietà e quella di tutto il Pd al presidente del Senato. Di fronte a questo clima, Meloni assicura comunque che "il nostro impegno sarà per unire la Nazione, non per dividerla come sta tentando di fare qualcuno. Spero che il senso di responsabilità della politica prevalga sull'odio ideologico, perché l'Italia e gli italiani devono tornare a correre, insieme". Rassicurazioni che non convincono i dem.
La polemica però continua, con un nuovo tweet di Letta: "Non è la maggioranza a dire all'opposizione cosa dire e come dirlo", scrive su Twitter commentando il post di Giorgia Meloni in cui la presidente del consiglio che probabilmente sarà incaricata nei prossimi giorni, chiede al leader dem di scusarsi per quanto detto sulle presidenze delle Camere.











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