Press "Enter" to skip to content

L’arroganza dei russi anche all’Onu ha superato ogni limite di decenza. L’invettiva di Lavrov: “Grottesca russofobia in Occidente, non faremo il primo passo per la pace”.

New York, 25 Sett 2022 - Dopo aver chiarito che “oggi si sta decidendo la questione del futuro ordine mondiale” e che “la Russia non farà il primo passo nei colloqui di pace in Ucraina”, il ministro degli Esteri russo, il ‘falco’ Sergei Lavrov, nel suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si lancia in una vera e propria invettiva contro i nemici di Mosca. Il titolare della diplomazia del Cremlino, non nuovo a toni infuocati e parole a dir poco minacciose, difende a spada tratta la Russia per come ha condotto finora il conflitto in Ucraina, accusando piuttosto l’Occidente di essere ‘russofobico’: “La russofobia ufficiale in Occidente ha acquisito proporzioni grottesche e senza precedenti” dice infatti Lavrov, aggiungendo (sempre in riferimento ai Paesi che si sono schierati contro la guerra cominciata a febbraio): “Non esitano a dichiarare apertamente la loro intenzione, non solo di infliggere una sconfitta militare al nostro Paese, ma anche di smembrarlo e cancellarlo dalle carte geografiche”. Su questa china, il ministro degli Esteri russo, uno degli uomini più vicini a Vladimir Putin, prosegue: “Invece del dialogo dobbiamo affrontare la disinformazione e le bugie dell'Occidente, che minano la fiducia nelle leggi internazionali e nelle istituzioni internazionali”.

Nel suo veemente attacco, il ministro degli Esteri di Mosca puntualizza: “L'Occidente, invece di un dialogo onesto e la ricerca di compromessi, punta su provocazioni grossolane e messe in scena”. Rincarando la dose, Lavrov denuncia che “contrariamente al buon senso più elementare, Washington e Bruxelles hanno esacerbato la crisi, dichiarando una guerra economica alla Russia. Il risultato è l'aumento dei prezzi del gas e dei generi alimentari in tutto il mondo” ha detto ancora l’alto funzionario russo, precisando che “a Washington c'è una dittatura e l'Europa è soggiogata”. Per questo, continua nel suo ragionamento Sergei Lavrov, “la diplomazia è sostituita da sanzioni illegali. Gli Usa e alleati non danno libertà a nessuno, non è democrazia”. Sui contestati referendum nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, la sua interpretazione dei fatti è che “l'Occidente ha fatto i capricci"; ma le consultazioni “sono una reazione all'appello del presidente Zelensky, perchè i russi lasciassero l'Ucraina”.

In merito a Taiwan, poi, Lavrov mette in guardia sul fatto che “gli Stati Uniti stanno giocando con il fuoco”. Ha infine chiesto che “India e Brasile siano candidati a essere membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.

In conferenza stampa, che ha fatto seguito al discorso davanti all’Assemblea, Lavrov è poi ritornato sui temi toccati nella sua invettiva: gli Stati Uniti, che stanno cercando di dare alla “dottrina Monroe” una portata globale, trasformando l'intero globo nel proprio “cortile di casa”, vengono definiti “parte del conflitto” in Ucraina.

Poi, “le minacce” lanciate dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sulle elezioni italiane, cosa che rende l’Unione europea “un’entità dittatoriale”. Sulle armi nucleari, per cui il primo a sollevare la questione è stato il capo di Stato ucraino Zelensky: “Nessuno ricorda che a gennaio Zelensky disse che era stato un grave errore per l'Ucraina rinunciare alle armi nucleari quando l'Unione Sovietica si stava sciogliendo”.

E ancora, sui referendum nelle province separatiste, “basati su una richiesta del governo locale”, i cui risultati saranno rispettati dalla Russia come “espressione della volontà del popolo di quei territori, che da lungo tempo soffre gli abusi del regime nazista” di Kiev.

Comments are closed.