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Da vari giorni soldati ucraini all’attacca dietro le linee nemiche e ora la Russia rincorre.

Kiev, 11 Ago 2022 – I danni causati dalle esplosioni in una base dell’aviazione russa in Crimea, che un ufficiale militare ha detto al New York Times essere opera delle forze ucraine (ma il ministero della Difesa di Kiev ha smentito), sembrano più gravi di quel che afferma Mosca, che in un primo momento ha negato danni alle attrezzature militari o vittime, poi ha ammesso un decesso, ma tutt’ora descrive quanto accaduto come un incidente. All’esterno della base, almeno 62 edifici residenziali e 20 strutture commerciali sono state danneggiate, secondo Sergei Aksyonov, capo della Repubblica di Crimea insediato dal Cremlino.

Difficile da valutare i danni alla base stessa, ma lo stesso quotidiano newyorkese conferma la veridicità di un brevissimo video apparso sui social network che mostra i resti carbonizzati di un caccia.

Sempre secondo la fonte del New York Times, per l’attacco è stato usato “un dispositivo di fabbricazione ucraina”. Le indagini degli esperti di open source intelligence (Osint) nelle ore successive vanno tutte nella direzione di un attacco di artiglieria ucraina, lanciato probabilmente dalla regione di Odessa. Non è chiaro quale arma possa avere consentito una tale gittata.

Nelle ultime settimane sono state diverse le occasioni in cui le forze di Kiev sono riuscite a colpire in profondità nei territori controllati dai russi. Per ottenere questi risultati, è fondamentale avere sostegno dall’interno delle zone occupate, e tutto indica che, soprattutto nel sud del paese, siano attive cellule clandestine di resistenti, grazie ai quali è stato possibile individuare e colpire diversi depositi di munizioni nella regione di Kherson, che Kiev mira a riconquistare.

“Il nostro obiettivo è rendere la vita impossibile agli occupanti e sabotare i loro piani con ogni mezzo”, ha detto alla Associated Press un coordinatore di Zhovta Strichka (“nastro giallo”), un gruppo clandestino attivo attorno a Kherson nato dopo la repressione delle proteste pacifiche delle prime settimane di guerra. “Noi forniamo all’esercito coordinate precise di vari obiettivi – spiega - e l’appoggio della guerriglia rende molto efficace l’artiglieria a lungo raggio, in particolare gli Himars” , i lanciarazzi forniti dagli Stati Uniti. “Siamo invisibili dietro le linee russe, è questa la nostra forza”. 

La guerra iniziativa con l'invasione del 24 febbraio potrebbe essere entrata in una nuova fase: “L’Ucraina sembra stare prendendo l’iniziativa e costringendo la Russia a ridisporre le proprie forze e rivedere le proprie priorità”, ha scritto nei giorni scorsi il think tank Institute for the Study of War, “in risposta alle operazioni di controffensiva ucraina. Stanno spostando uomini e mezzi verso Kherson e Zaporizhzhia, a costo di mettere in secondo piano l’obiettivo di assediare Sloviansk e Siversk”, nella regione di Donetsk, “stanno inoltre spostando artiglieria e aerei verso la Crimea. Sembra che stiano rispondendo alle mosse ucraine nella regione di Kherson piuttosto che scegliere deliberatamente i propri obiettivi”, come avevano invece fatto nei primi cinque mesi di guerra. Insomma, “per la prima volta l’Ucraina sta attivamente plasmando il corso della guerra”.

Associated Press ha raccolto anche diverse altre testimonianze di attività partigiana nei territori occupati. Oltre ad appoggiare le forze regolare, i guerriglieri hanno attuato attentati esplosivi contro le sedi dell’amministrazione russa e contro i loro ufficiali. Yevgeny Sobolev, direttore del carcere di Kherson, è sopravvissuto alla deflagrazione di una carica esplosiva piazzata su un albero accanto al quale è transitato in auto. Un agente di polizia è stato ucciso da una granata che ha colpito la volante su cui viaggiava. A Nova Karhovka nei giorni scorsi il vicesindaco è stato ucciso da un colpo di pistola. Due importanti membri dell’amministrazione di Kherson sono morti, uno raggiunto da un proiettile, l’altro rimasto vittima di un’autobomba. 

L’amministrazione russa ovviamente non resta con le mano in mano, ma finora non è riuscita ad avere ragione della resistenza. Il sindaco di Melitopol Ivan Fedorov, fedele a Kiev, racconta che circa 500 attivisti ucraini sono stati incarcerati, e molti torturati, nella città occupata, dove maggio e giugno la guerriglia ha fatto saltare due ponti ferroviari e causato il deragliamento di due treni militari. “Il movimento di resistenza persegue tre obiettivi: colpire arsenali e rifornimenti russi, intimidire gli occupanti e i collaborazionisti, informare le forze speciali ucraine sulle postazioni nemiche”, aggiunge Federov, mentre i russi rispondono con frequenti retate di sospetti, in cui “blindano interi quartieri, fermano il traffico e passano al setaccio metodicamente tutti gli appartamenti. Se trovano qualsiasi simbolo ucraino o collegamento con le forze armate di Kiev deportano tutti i componenti della famiglia nei campi di prigionia”, situati perlopiù nella Repubblica separatista di Donetsk. Rispetto agli annunciati referendum per l’annessione alla Russia, promette “li sventeremo. Non permetteremo che si voti con le pistole puntate”.

“I russi pensavano che li avremmo accolti con i fiori, ma hanno dovuto affrontare la realtà che la maggior parte della gente qui si considera ucraina ed è pronta a sostenere la resistenza in vari modi”, dice Oleksii Aleksandrov, che gestiva un ristorante a Melitopol.

Più a nord, nel cuore industriale del Donbass, la maggior parte degli abitanti parla russo e il sentimento filorusso è diffuso, ma anche qui sta emergendo una guerriglia clandestina. Il governatore della regione di Luhansk, Serhiy Haidai, ha raccontato che sei soldati russi sono stati uccisi a luglio dall’esplosione del mezzo su cui viaggiavano a Severodonetsk, poco dopo la sua conquista da parte di Mosca. Sono state anche colpite le ferrovie, rallentando i rifornimenti alle truppe russe. “I guerriglieri sono stati piuttosto efficaci, danno un contributo importante rallentando gli attacchi e l’avanzata russa”. 

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