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Dopo le notizie che l’ex presidente insano di mente gettava nel gabinetto documenti importanti agenti dell’Fbi va nella villa di Trump in Florida e porta via diversi documenti.

Cagliari, 9 Ago 2022 - Gli agenti dell'Fbi, finalmente, si sono presentati, a sorpresa, nel resort di Donald Trump a Palm Beach, Florida: nel luogo dove il riccone sovversivo vive da quando ha lasciato la Casa Bianca nel gennaio 2021, si è consumato il raid più clamoroso della storia americana: la perquisizione nella casa di un presidente.
In un lungo comunicato, Trump fa un atto d'accusa a Washington, parlando di "corruzione della burocrazia", e "persecuzione politica", l'irruzione - scrive il magnate - è "un attacco alla candidatura alle presidenziali del 2024 (non ancora annunciata)", ed ha indicato nei "democratici radicali di sinistra" i mandanti di quello che definisce un atto da "Paese del terzo mondo".

L'intervento dell'Fbi - autorizzato dal dipartimento della Giustizia - sarebbe legato al trasferimento di centinaia di scatole contenenti documenti prelevati dalla Casa Bianca e che dovevano, invece, essere consegnati agli Archivi di Stato. Il trasferimento di ogni documento è considerato un reato federale. Gli agenti, secondo la Cnn, hanno portato via scatoloni pieni di documenti.

L'ex presidente ha paragonato il suo caso a quello del Watergate: "Lì - ha dichiarato - erano entrati nella sede del comitato democratico, qui i democratici hanno fatto irruzione nella casa del 45esimo presidente degli Stati Uniti". A capo dell'Fbi c'è Christopher Wray, in carica dal 2017, nominato proprio da Trump. Al momento del raid, secondo il Washington Post, il magnate non era nel suo resort.

L'ex presidente ha trascorso molto tempo nell'altro resort, quello di Bedminster, in New Jersey. A gennaio i National Archives erano riusciti a recuperare quindici scatoloni di documenti e altri oggetti che Trump avrebbe dovuto consegnare agli archivi nazionali, ma si parla di centinaia di scatoloni portati via dalla Casa Bianca e pieni di documenti, tra memoriali, agente, lettere, note, stampate di lettere inviate per posta elettronica, fax e atti relativi all'ufficio del presidente.    
"Gli atti presidenziali sono documenti fondamentali per la nostra democrazia - aveva commentato l'archivista federale David Ferriero, in una dichiarazione scritta pubblicata a febbraio - e il governo deve rendere conto al popolo".

I consiglieri di Trump hanno sempre negato che gli scatoloni contenessero atti importanti, ma solo ricordi personali dell'ex presidente. Il raid, il primo di questo genere nella storia americana, potrebbe portare a un'accelerazione del percorso politico di Trump, sempre più deciso a candidarsi per le presidenziali del 2024. "I democratici vogliono fermarmi a ogni costo - ha accusato - anche alla luce dei recenti sondaggi". "Io - ha aggiunto - mi sono opposto alla corruzione burocratica di Washington, ho ridato il potere al popolo e continuerò a combattere per il nostro grande popolo americano". I temi per la nuova campagna elettorale ci sono già tutti.

"Non esiste nella storia americana una famiglia che abbia ricevuto più frecce nella schiena, della famiglia Trump", così Eric Trump, figlio dell'ex presidente Usa, intervenendo a Fox News per commentare il raid dell'Fbi: "Lo stanno perseguitando da tempo, è stato messo sotto impeachment una volta, poi una seconda volta, ogni volta perseguitano lui e tutti noi della famiglia".

"Una cosa è molto chiara. Garland (il ministro della Giustizia) non avrebbe autorizzato questo raid, e nessun giudice federale avrebbe messo la sua firma, se non ci fossero prove evidenti per giustificarlo", così David Axelrod, ex consigliere dell'ex presidente Usa, Barack Obama, in un commento su Twitter alla notizia del blitz dell'Fbi nella residenza di Donald Trump a Mar-A-Lago, in Florida. L'avvocato Generale Merrick Garland, era stato sempre molto cauto riguardo le inchieste che avevano coinvolto Trump. 

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