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Cingolani: “Dopo l’accordo di Bruxelles, in l’Italia risparmio di 4 miliardi di metri cubi l’anno”.

Roma, 27 Lug 2022 - “Nell'ambito del nuovo regolamento europeo sul 15% di taglio del consumo di gas, è stato stabilito" di tener conto dei programmi di risparmio precedenti. "E' per questo che per l'Italia si tratterà di risparmiare il 7% (e non il 15%, ndr) di circa 55 miliardi di metri cubi (1° agosto - 31 marzo), pari a circa 4 miliardi di metri cubi l'anno”. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani fa il punto in conferenza stampa sulla situazione energetica nazionale, all’indomani del vertice di Bruxelles che ha siglato l’accordo per il risparmio congiunto del consumo di gas, anche in vista di una progressiva indipendenza dall’import russo.

“Il nuovo regolamento europeo - ha spiegato il ministro - ha valutato le differenze di energy mix e di interconnessione: differenza tra stoccaggi programmati e stoccaggi reali; riduzione dell'imponibile su cui calcolare il 15%, nel caso di Paesi che esportino meno del 50%; cessione di gas, possibile solo se non pregiudica la produzione di elettricità”. Nel medio termine, ha proseguito il titolare della Transizione energetica, tra il 2023 e il 2024 gli obiettivi sono “la diversificazione degli approvvigionamenti, parte gas e parte gnl, la predisposizione di nuovi rigassificatori galleggianti, l'accelerazione sulle rinnovabili, insieme alle misure di risparmio energetico”.

Roberto Cingolani si sofferma poi sul calendario dell’attività delle centrali a carbone in via di dismissione: “Resteranno aperte un anno ancora, al massimo due, per avere un risparmio di due miliardi di metri cubi all'anno di gas naturale. Certamente farà un po' di danno ambientale ma sarà compensato dalla crescita molto più veloce delle rinnovabili”. 

Gli stoccaggi di gas sono oggi al 71,1% in “forte recupero” annuncia poi il ministro della Transizione energetica. L'obiettivo resta il 90% in ottobre, “ma se si riesce a fare di più, meglio” ha poi aggiunto Cingolani. “Nel frattempo, le richieste di nuovi impianti di rinnovabili nei primi 7 mesi del 2022 sono stati di quasi 9 GW, richieste che non possono nemmeno essere soddisfatte tutte per mancanza di pannelli e materie prime” ha precisato.

Sul capitolo rigassificatori, il ministro Cingolani ha spiegato: “Manderemo al 100% di capacità i rigassificatori che abbiamo ma questo ci porterà altri 3/4 miliardi di metri cubi. Ci servono due rigassificatori nuovi” ha detto in conferenza stampa, spiegando poi che “non possono essere messi a Sud per via di una strettoia a Sulmona e allora sono da mettere al Nord, uno sul Tirreno e uno sull'Adriatico. Un giorno andranno via, saranno strutture galleggianti ormeggiate dove c'è il tubo a cui si possono collegare. Una è prevista a Piombino e l'altra a Ravenna. Piombino è quella che sarà pronta prima, perchè ci sono tutte le condizioni tecniche per allacciarsi in sicurezza. Per Ravenna serve invece un raccordo quindi ci sarà bisogno di un anno in più ma è fondamentale che tra il primo trimestre del 2023 e il primo trimestre del 2024 inizino a rigassificare”.

Infine, parte fondamentale della nuova strategia energetica italiana riguarda la virata sempre più marcata verso le fonti energetiche rinnovabili per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione al 55% entro il 2030: “L'accelerazione dello sviluppo delle fonti rinnovabili – spiega infatti il titolare della Transizione energetica - è un fattore importante perché consente di ridurre la domanda complessiva di gas nella misura di circa 2 miliardi di metri cubi ogni circa 10TWh installati”. In tal modo, prosegue Cingolani nel suo ragionamento, si mantengono gli impegni per la “decarbonizzazione al 55% per il 2030”.

“Le nuove forniture di gas richiederanno tempo per andare progressivamente a regime. Tuttavia nel breve termine (2022 e 2023) la riduzione dell'offerta dalla Russia è compensata dalle nuove forniture algerine e non c'è necessità di misure di contenimento drastico della domanda da parte del settore industriale” rassicura Cingolani, mettendo in chiaro che una volta “superato l'inverno 2022-2023, che è il più critico, si potrà procedere agli stoccaggi meglio di quanto stiamo facendo in questo momento”, grazie al piano di diversificazione e risparmio.

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