Roma, 16 Lug 2022 - l Draghi bis si allontana. E la partita - di ora in ora - si fa sempre più complicata e difficile da sbloccare. I partiti hanno ancora quattro giorni per trattare e rimettere insieme i pezzi della crisi che si è aperta con il non voto di fiducia del Movimento al Senato ma si tratta di un'impresa in salita. Le divisioni diventano più marcate e il movimento guidato da Giuseppe Conte continua ad essere attraversato da profonde tensioni avvicinando le urne.
Ritirare o meno la delegazione al governo è la domanda che manda in tilt i pentastellati nelle stesse ore in cui Salvini e Berlusconi chiudono a qualsiasi ipotesi di poter continuare a sedere insieme ai 5S nell'esecutivo. Ma convergono sul fatto che ascolteranno molto attentamente quello che avrà da dire il premier in aula e promettono di continuare a “difendere gli interesse degli italiani con serietà e coerenza”. Il Pd, che continua a sperare in un ripensamento di Draghi, resta convinto che "formato e perimetro" della maggioranza debbano rimanere inalterati. Ma se queste sono le "premesse", osserva il sottosegretario a Palazzo Chigi Bruno Tabacci, "la legislatura è finita". E anche il leghista Giancarlo Giorgetti ammette che "le squadre sono ormai stanche". "Draghi è la nostra garanzia a livello internazionale, ha tenuto una posizione ineccepibile e deve rimanere", è l'appello di Pier Ferdinando Casini.
La missione in Algeria del premier Mario Draghi prevista per la prossima settimana è stata ridotta a un solo giorno: martedì sarà un giorno di pausa per ulteriori riflessioni e contatti e poi mercoledì il presidente del Consiglio si presenterà alle Camere così come richiesto dal capo dello Stato Sergio Mattarella.
Oggi si terrà una nuova riunione del Consiglio nazionale del M5s. In ambienti pentastellati è circola l'ipotesi del ritiro dei ministri del Movimento prima di mercoledì, uno scenario che secondo fonti parlamentari sarebbe fra quelli sul tavolo dei confronti interni in corso. Questa soluzione, a quanto si apprende, è stata discussa anche nel consiglio nazionale di ieri, a margine del quale, Giuseppe Conte, incalzato dai cronisti ha ribadito: “Noi rispondiamo dei nostri comportamenti, non di quelli di Draghi”.
La scelta dell'ex governatore centrale appare ai più definitiva, come hanno mostrato le parole scelte per annunciare le dimissioni ai suoi ministri e poi congelate dal Colle. Ma chi lavora a un ripensamento non si stanca di rinnovare gli appelli ad andare avanti e tesse sottotraccia una rete di contatti per sondare l'esistenza di un ultima possibilità per garantire continuità all'azione del governo. In cima alla lista dei partiti che puntano non chiudere la legislatura anzitempo, c'è il Pd con il sostegno di Leu. Lo esplicitano Andrea Orlando e Roberto Speranza. "Noi lavoriamo per la prosecuzione di un governo di unità nazionale - dice il primo - e ci auguriamo che la discussione che si sta svolgendo all'interno dei Cinque Stelle aiuti questa prospettiva ed eviti di dare spazi, peraltro immeritati, alla destra". I Dem guardano tra l'altro inevitabilmente alle alleanze, consapevoli che senza il campo largo battere il centrodestra diventi una missione disperata come dimostrano i dati di un sondaggio Youtrend-Cattaneo.
Nessun pressing, nessuna opera di convincimento invece da parte di Italia Viva. Il leader Matteo Renzi, presentando il suo libro a Santa Marinella, alle porte di Roma, ha ribadito: "Se Draghi non vuole restare, si va a votare. Noi stiamo facendo un appello alla responsabilità che vale anche per Draghi, affinché resti. Non so come andrà a finire, so per certo che dobbiamo prepararci alle elezioni. Un altro governo totalmente inedito è inaccettabile.
Duro nei confronti di Conte e dei 5Stelle il ministro degli esteri, Luigi Di Maio che prevede mesi molti pesanti per gli italiani: “Se il governo cade mercoledì prossimo, Mario Draghi resta in carica per gli affari correnti e questo ''non è un grande affare per lui. Il governo non avrà i poteri per aiutare famiglie e imprese che nel pieno dell'autunno caldo andranno in difficoltà. Draghi dovrà andare ai tavoli europei senza i poteri per risolvere i problemi”.











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