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La Nato cambia e si rafforza, più risorse e più flessibilità per fronteggiare la minaccia russa.

Cagliari, 30 Giu 2022 - La Nato si prepara a un "mondo più imprevedibile e pericoloso" dove la Russia spicca come "la minaccia più significativa e diretta" alla sicurezza degli alleati. La Cina non è invece un "avversario" bensì una "seria sfida" che richiede un allargamento della cooperazione ai partner dell'Indo-Pacifico, invitati per la prima volta a un vertice del blocco.

Il summit madrileno è entrato nel vivo con la concessione dello status di Paesi invitati a Stoccolma e Helsinki, l'approvazione di un altro sostanzioso piano di aiuti all'Ucraina e il varo della dichiarazione di Madrid e del nuovo Concetto Strategico, due documenti che fissano la prospettiva dell'Alleanza sull'attuale congiuntura globale e le politiche per i prossimi dieci anni.

Rispetto al precedente Concetto Strategico il cambiamento è altrettanto radicale: nel 2010 la Russia veniva definita "partner strategico" e Pechino non era nemmeno menzionata. "Putin, ha commentato il presidente americano Joe Biden, puntava al modello Finlandia per l'Europa e invece ottiene il modello Nato".

Si tratta in primo luogo di un pesante rafforzamento del fianco Est. La forza di risposta rapida verrà portata da 40 mila a oltre 300 mila soldati. Gli attuali battaglioni schierati in otto Paesi dell'Est Europa potrebbero essere aggiornati alle dimensioni di una brigata. A rotazione, verranno poi schierati contingenti in Paesi specifici. Obiettivi che richiedono ingenti investimenti economici, molto superiori a quelli attuali, almeno per Paesi come la Germania e soprattutto l'Italia.

Quale sarà l'impegno dell'Italia non è chiarissimo, un calcolo preliminare indicherebbe una cifra intorno ai 15 mila soldati, ma il presidente del consiglio Mario Draghi ha detto invece che l'Italia si limiterà a 8.000 uomini acquartierati in patria e 2.000 dislocati in Ungheria e Bulgaria. "Ad oggi non c'è il rischio di un'escalation con la Russia, però bisogna essere pronti", ha commentato il premier, definendo "un assestamento già programmato" i nuovi militari Usa in Italia un'unità per la difesa aerea a corto raggio composto da 65 militari.

Il vice ministro degli esteri russo Serghei Ryabkov ha commentato che il suo paese non è per nulla "intimidito" dalla mossa di Usa e Nato e che "risponderà" in virtù delle sue "capacità e risorse".

Ieri mattina la sessione di lavoro dedicata agli aiuti a Kiev, ha visto la partecipazione, in teleconferenza, del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha stimato in cinque miliardi di dollari al mese la cifra necessaria a continuare a resistere al Cremlino e passare dalle apparecchiature dell'era sovietica a quelle della Nato in modo da diventare più interoperabile con le forze dell'alleanza. È stato poi deciso di intensificare il sostegno politico e pratico ad altri Paesi "a rischio di aggressione russa" come Bosnia-Erzegovina, Moldavia e Georgia, nazione quest'ultima che ha partecipato al summit.

L'altra novità, anch'essa definita "storica", è stata la presenza dei leader di quattro Paesi dell'indopacifico: Giappone, Corea Del Sud, Australia e Nuova Zelanda (ma non l'India, principale cliente di Mosca nell'acquisto di armi). In pratica una versione dl Quad, quell'anello di Paesi che hanno motivo di temere l'espansionismo cinese e per questo vogliono/devono rinsaldare i legami con Washington. Il Dragone non viene definito "nemico" o "minaccia", ma l'ombra lunga della sua crescita, con i toni sempre più aggressivi che sta assumendo, deve avere una risposta. "La Cina bullizza i suoi vicini e la Nato resta al fianco dei suoi partner in quell'area del mondo", ha precisato il segretario generale dell'Alleanza atlantica Jens Stoltenberg.

Oggi a Madrid è in programma l'ultima sessione, quella dedicata al 'fianco sud' dell'alleanza, che riguarda da vicinissimo proprio l'Italia. Ma Draghi non ci sarà, a causa delle ultime fibrillazioni di Lega e di ciò che resta del Movimento 5 Stelle. Ieri sera è dovuto rientrare a Roma in anticipo, stamattina ci sarà un consiglio dei ministri straordinario. Al suo posto resta il ministro della difesa, Lorenzo Guerini.

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