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Draghi al G7: la crisi energetica non faccia tornare il populismo. Eliminare la dipendenza da Mosca.

Cagliari, 27 Giu 2022 - Si è aperto il vertice G7 al Castello di Elmau, per discutere delle prospettive dell'economia globale alla luce delle conseguenze prodotte dal conflitto in Ucraina. Sul tavolo i temi legati all'inflazione, alle conseguenze degli aumenti del costo dell'energia e della crisi alimentare, ma nel summit si parla anche di sostenibilità fiscale, di riforme e investimenti, di transizione verde e contrasto alle disuguaglianze.

Draghi: la crisi energetica non provochi il ritorno del populismo. Eliminare la dipendenza dalla Russia

Per il presidente del Consiglio Mario Draghi vanno evitati gli errori commessi dopo la crisi del 2008: la crisi energetica non deve produrre un ritorno del populismo. Questo uno degli spunti emersi durante l'intervento del premier alla prima sessione di lavoro del G7 in corso a Elmau, in Germania. 

Per Draghi ci sono gli strumenti per farlo: va mitigato l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia, oltre a compensare le famiglie e le imprese in difficoltà e tassare le aziende che fanno profitti straordinari. Anche quando i prezzi dell'energia scenderanno, poi per Draghi non è pensabile tornare ad avere la stessa dipendenza dalla Russia che c'era prima. La dipendenza dalla Russia va eliminata per sempre. 

Centrale per i vari leader riuniti in Germania è trasmettere il necessario messaggio di coesione di fronte alla situazione creata dalla "brutale aggressione" lanciata dal presidente russo Vladimir Putin contro l'Ucraina. "Tutti gli Stati del G7 sono preoccupati per la crisi che dobbiamo affrontare ora. In alcuni Paesi i tassi di crescita sono in calo, l'inflazione è in aumento, il carburante scarseggia, le catene di approvvigionamento sono bloccate, la Russia sta usando l'energia come un'arma", ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Non sono piccole le sfide che dobbiamo affrontare, quando le democrazie si uniscono, non c'è nulla che non possano realizzare". Così il presidente americano Joe Biden presentando un'iniziativa sulle infrastrutture al G7.

La prima mossa che viene fuori dal G7, voluta soprattutto da Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone e Canada, è la messa al bando delle le importazioni di oro russo, un modo per aumentare le pressioni e per cercare di infliggere un nuovo colpo all'economia della Russia e impedirgli di finanziare la guerra in Ucraina: martedì la misura dovrebbe essere approvata. 

"Le misure che abbiamo annunciato oggi colpiranno direttamente gli oligarchi russi e colpiranno il cuore della macchina da guerra di Putin", ha dichiarato il premier britannico, Boris Johnson, in una nota.  

Le esportazioni di oro russo rappresentano un valore di decine di miliardi di dollari, ha scritto in un messaggio sul suo profilo Twitter il presidente degli Usa, Joe Biden. La Russia è il secondo produttore al mondo di oro, con un 10% del totale che viene estratto ogni anno. Secondo l'Amministrazione Usa, l'oro è la seconda voce, dopo l'energia, delle esportazioni russe. Nel 2020 l'export di Mosca ha rappresentato il 5% di quello globale. Il 90% della produzione russa è stata destinata proprio ai Paesi del G7, soprattutto alla Gran Bretagna.

Sul tema del prezzo massimo cap, un tetto al prezzo massimo del petrolio, idea portata avanti soprattutto dall’Italia di Mario Draghi per sanzionare la Russia e contenere l’inflazione, una fonte ha affermato all’Ansa di riscontrare un "atteggiamento costruttivo" del governo tedesco. È "importante che, dopo il Consiglio europeo, se ne parli a un tavolo diverso da quello dell'Ue, che include anche Giappone, Canada e Usa". Washington avrebbe interesse a un tetto sul petrolio, ma il tema andrà di "pari passo" a quello del tetto sul prezzo del gas, ha concluso la fonte. Il tema dopo essere stato oggetto di “una ampia discussione” tra i leader, per "le questioni nel dettaglio" verrà gestito dagli sherpa, nell'ambito degli incontri a margine del summit, ha riferito una fonte della delegazione statunitense. 

La Francia è favorevole a un prezzo massimo sul greggio a livello di "Paesi produttori", ha dichiarato la presidenza francese a margine del summit. Parigi non "si oppone in linea di principio" alla proposta americana di calmieramento dei prezzi ma "quello che per noi sarebbe più efficace è un prezzo massimo al petrolio che venga da tutti i Paesi produttori", ha sottolineato l'Eliseo. 

Sul tema il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha spiegato che importante è "colpire la Russia e non le nostre economie" dunque bisogna capire "gli effetti collaterali" delle eventuali misure ma siamo pronti "a prendere le decisioni".

Nella discussione, in un formato a 4 tra Joe Biden, Emmanuel Macron, Boris Johnson e Olaf Scholz, si parlerà, questa sera a cena, dei negoziati con l'Iran sul suo programma nucleare. Lo ha reso noto la presidenza francese. "La questione verrà sollevata nella cena" di stasera, dedicata alla politica estera e di sicurezza. Ed "il tema sarà affrontato in questo formato a quattro anche martedì mattina", ha aggiunto l'Eliseo. "Le nostre squadre hanno intensificato le discussioni" con gli iraniani, ha proseguito la presidenza francese. La discussione copre diversi aspetti, "la volontà di fermare" la proliferazione nucleare, "la sicurezza regionale di cui abbiamo sempre tenuto conto" e la "questione del petrolio". I colloqui avviati a Vienna nell'aprile 2021 tra l'Iran e il formato 5+1 (Russia, Stati Uniti, Cina, Francia, Regno Unito e Germania) sono in stallo da marzo, tra accuse reciproche di americani e iraniani. L'obiettivo è reintegrare gli Stati Uniti nell'accordo del 2015 (che prevede limitazioni al programma nucleare iraniano), sconfessato dall'amministrazione Trump nel 2018.

Il presidente Usa Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti, assieme con gli altri Paesi del G7, stanzieranno 600 miliardi di dollari da qui al 2027 per investimenti nelle infrastrutture nel mondo. Alla cifra totale gli Usa contribuiranno con 200 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni. Il piano che si chiamerà: 'Partnership for Global Infrastructure and Investment' "fornirà progetti rivoluzionari per colmare il divario infrastrutturale nei paesi in via di sviluppo, rafforzare l'economia globale e le catene di approvvigionamento e far progredire la sicurezza nazionale degli Stati Uniti". "Questo piano non è carità. È un investimento che avrà un ritorno per gli americani e per tutti i cittadini del mondo", ha concluso Biden.

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