Press "Enter" to skip to content

Guerra in Ucraina: si arrendono anche i capi del reggimento Azov, accusati di essere nazisti e criminali di guerra, per loro sono già pronti i processi-spettacolo.

Kiev, 21 Magg 2022 - Sono oltre 2.000 i soldati ucraini dell'acciaieria assediata di Mariupol finiti in mano russa dopo l'ordine di arrendersi arrivato da Kiev. I capi combattenti hanno lasciato l'impianto ieri sera dopo aver mantenuto per settimane l'ultima linea di difesa. Tutti sono stati portati in strutture del Donbass, controllato dai filorussi, salvo il comandante del reggimento, Denys Prokopenko. A lui è stato riservato un trattamento speciale: è stato prelevato da un veicolo blindato e condotto in un luogo segreto. È probabile che per lui, ma anche per i suoi ufficiali, i 'trattamenti speciali' non siano finiti qui.

Mentre la Russia ha descritto l'uscita delle truppe dall'acciaieria come una resa di massa, gli ucraini l'hanno definita una 'missione compiuta'. Hanno detto che i combattenti hanno immobilizzato le truppe di Mosca e hanno ostacolato il loro tentativo di conquistare l'est del Paese. Mykhailo Podolyak, un consigliere di Zelensky, ha descritto la difesa di Mariupol come "le Termopili del XXI secolo" - un riferimento a una delle più gloriose sconfitte della storia, in cui 300 spartani nel 480 a.C. tennero a bada una forza persiana molto più grande prima di soccombere.

Il governo ucraino ha dichiarato di aver negoziato un accordo per lo scambio dei combattenti, Mosca non solo non lo ha confermato, ma ha spinto per etichettare i membri del reggimento Azov come terroristi e per processarli con accuse di crimini di guerra, con conseguente possibile condanna a morte. La posizione russa fa ipotizzare che si stiano gettando le basi per processi di alto profilo mediatico ai combattenti. Obiettivo facilitato dal fatto che alcuni, forse molti, ufficiali sono effettivamente vicini all'estrema destra ucraina, quando non dichiaratamente filonazisti.

Sarà la risposta russa ai processi per crimini di guerra che si stanno svolgendo, e si svolgeranno sempre più spesso, in Ucraina. Ieri la procura ucraina ha fatto il nome un altro soldato russo sospettato di crimini di guerra, uno dei comandanti responsabili dei fatti efferati a Bucha: è un tenente 30enne, Vasily Litvinenko, comandante della 64a brigata fucilieri motorizzati dell'esercito russo. È accusato di omicidio e violazione delle leggi e dei costumi di guerra. Secondo la procuratrice generale, Irina Venediktova, Litvinenko comandava i soldati russi che occupavano il villaggio di Lipovka, proprio nel distretto di Bucha, nella regione di Kiev. Senza il suo permesso, gli abitanti del villaggio non potevano lasciare la casa neppure per andare a cercare l'acqua.

Ieri la Russia ha compiuto nuovi passi per prepararsi a un'escalation di scontri con l'Occidente, proponendo di estendere il reclutamento militare ai cittadini più anziani e interrompendo le forniture di gas alla Finlandia, come ritorsione per la richiesta del vicino nordico di entrare a far parte dell'alleanza NATO. Helsinki ha fatto sapere di essere autosufficiente dal punto di vista energetico per i prossimi mesi affidandosi alla rete di gasdotti europea. E a partire da domani anche la Lituania taglierà completamente le importazioni di forniture energetiche russe. "Non solo è una pietra miliare estremamente importante per la Lituania nel suo percorso verso l'indipendenza energetica, ma è anche un'espressione della nostra solidarietà con l'Ucraina. Dobbiamo smettere di finanziare la macchina da guerra russa", ha detto Dainius Kreivys, ministro dell'Energia della Lituania.

L'Ucraina, dal canto suo, invita i partner internazionali a firmare un accordo multilaterale che preveda la confisca dei beni e delle proprietà russe per compensare i danni causati da Mosca all'Ucraina. "Fondi e proprietà russe sotto la giurisdizione dei Paesi partner devono essere sequestrati o congelati, per poi essere confiscati e indirizzati a un fondo appositamente creato, dal quale tutte le vittime dell'aggressione russa possano ricevere un adeguato risarcimento", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo Kiev l'ammontare dei danni alle infrastrutture dell'Ucraina durante la guerra condotta dalla Russia ha raggiunto i 97,4 miliardi di dollari al 18 maggio.

Proprio venerdì, ha sottolineato Zelensky, l'esercito russo ha sparato un missile contro la regione nord-orientale di Kharkiv, distruggendo un centro culturale a Lozova, e ha colpito anche le città di Odessa a sud, Poltava a est e Zhytomyr a ovest. Nel Donbass orientale, dove l'attacco russo è stato più feroce, le truppe russe hanno ridotto in rovina le città di Rubizhne e Volnovakha, proprio come hanno fatto con Mariupol, e stanno cercando di fare lo stesso con Severodonetsk.

Comments are closed.