Kiev, 23 Feb 2022 - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato netto: “L'Ucraina conferma le sue ambizioni di aderire all'Ue e alla Nato”. Parole che non lasciano spazi a equivoci, nonostante l'ultimatum lanciato ieri da Vladimir Putin affinché Kiev rinunci a far parte dell'Alleanza atlantica. “È arrivato il momento di reagire, di reagire con forza. Il destino dell'Europa si decide sul campo, in Ucraina” ha detto Zelensky in una conferenza stampa con il suo omologo polacco, in risposta alle ultime dichiarazioni dello “zar” del Cremlino. Denunciando come “un altro atto di aggressione contro l'Ucraina” la presenza di truppe russe nel Donbass, il presidente-attore si è detto soddisfatto delle sanzioni approvate ieri contro Mosca da Unione Europea e Stati Uniti: “Accogliamo con favore le misure adottate contro la Russia dalla comunità internazionale e ce ne aspettiamo delle altre”, aggiungendo che Kiev si aspetta “una risposta dura, severa e immediata da parte della comunità internazionale nei confronti della Russia”.
Immagini satellitari pubblicate dall'azienda di tecnologia spaziale statunitense Maxar Technologies mostrano quello che viene descritto come un nuovo movimento di truppe e materiali nella Russia occidentale e il movimento di oltre un centinaio di mezzi militari nel sud della Bielorussia, in prossimità del confine con l'Ucraina. Secondo diversi analisti, nel caso di un attacco su larga scala del territorio ucraino, proprio dal fronte bielorusso potrebbero muoversi importanti contingenti russi, un'eventualità però sempre negata con forza dal Cremlino, che giustifica la presenza delle proprie truppe con una serie di esercitazioni congiunte con l'esercito locale.
Intanto, il presidente russo è tornato a parlare, dicendo che la Russia è pronta a esplorare "soluzioni diplomatiche" per la crisi in Ucraina, ma gli interessi di Mosca non sono negoziabili. In un video messaggio trasmesso in occasione del 'Giorno dei difensori della Patria', festività nazionale in Russia, Putin ha detto che "Il nostro Paese è sempre pronto al dialogo diretto e onesto, per la ricerca di soluzioni diplomatiche ai problemi più complessi" e ha aggiunto che "gli interessi della Russia, la sicurezza dei nostri cittadini, per noi non sono negoziabili".
E mentre la Casa Bianca comunica che l'incontro (previsto per giovedì 24 febbraio) tra Antony Blinken, segretario di Stato Usa, e Sergei Lavrov, ministro degli Esteri di Mosca, è stato annullato, il Pentagono conferma l'invio nei paesi baltici di un battaglione di fanteria (800 uomini) dall'Italia, per rafforzare il fianco orientale della Nato alla luce della crisi ucraina, precisando che insieme ai militari verranno inviati fino a otto F-35 dalla Germania in "diverse località lungo il fianco orientale della Nato". A questi si aggiunge lo spostamento di venti elicotteri d'attacco AH-64 dalla Germania all'area baltica e altri 12 dalla Grecia alla Polonia.
L'Ucraina ha iniziato a richiamare in servizio i riservisti dell'esercito di età compresa tra 18 e 60 anni. È quanto prevede un decreto firmato dal presidente ucraino, secondo il quale Kiev si sta preparando a difendersi da un'invasione. I riservisti dovranno prestare servizio per un massimo di un anno, si legge nel decreto. Zelens'kyj vuole così aumentare di circa duecentomila soldati il suo esercito. Secondo la Bbc, gli esperti stimano che vi siano circa 900.000 persone nella riserva delle forze armate ucraine.
Nel frattempo, il Consiglio di sicurezza ucraino ha chiesto lo stato di emergenza nel Paese. La richiesta giunge sullo sfondo dei timori di un'imminente invasione russa. "Il Parlamento ucraino deve ratificare questa decisione entro 48 ore", ha affermato il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale ucraina, Oleksiï Danilov, dopo una riunione di questo organismo; lo stato di emergenza non riguarda le autoproclamate Repubbliche di Donetsk and Lugansk. E se da un lato il Parlamento di Kiev ha approvato l'imposizione di sanzioni a 351 cittadini russi, compresi i parlamentari che hanno appoggiato il riconoscimento dell'indipendenza dei territori controllati dai separatisti e l'invio delle truppe russe nell'Ucraina orientale, dall'altro approva la legge che dà il via libera al possesso di armi per i suoi cittadini. Nel dettaglio, la norma permetterebbe di acquistare armi ed esercitare il diritto alla protezione, previsto nell'articolo 27 della Costituzione ucraina.
Nelle ultime 24 ore, secondo il rapporto giornaliero della Joint Forces Operation ucraina, un altro soldato è stato ucciso e 6 sono rimasti feriti nei bombardamenti da parte dei separatisti filorussi nell'Ucraina orientale, come riportato dal Guardian. In questo periodo l'esercito ha registrato 96 bombardamenti, 81 dei quali sono avvenuti con armi pesanti, rispetto agli 84 del giorno precedente. Le forze separatiste, sottolinea il documento, hanno usato artiglieria pesante, mortai e lanciarazzi Grad.
Non ci sono al momento truppe russe sul territorio della Repubblica di Donetsk (Dpr): lo ha detto il leader della Dpr, Denis Pushilin, secondo quanto riporta la Tass. Pushilin ha aggiunto che la presenza di truppe russe nel Donbass sarebbe possibile solo nel caso di un'offensiva in piena regola da parte di Kiev. In quel caso, Mosca avrebbe il diritto di inviare i soldati. "Siamo nella fase in cui le truppe nemiche sono sulla linea di contatto e potrebbero passare all'offensiva in qualsiasi momento", ha detto anche Pushilin. "Non abbiamo ancora fatto nulla al riguardo, non l'abbiamo ancora neutralizzato", ha aggiunto riferendosi al rischio di un attacco da parte delle truppe ucraine.
È salito a oltre 94.600 il numero di residenti delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk and Lugansk che dal 18 febbraio hanno attraversato il confine ucraino passando in Russia: lo ha reso noto oggi una fonte delle forze dell'ordine russe. "Fino alla mattina del 23 febbraio, più di 94.600 persone hanno attraversato il confine russo, quasi 60.000 di loro sono cittadini ucraini, più di 34.600 sono russi", ha detto una fonte all'agenzia Tass.
Unico alleato di Putin in questo braccio di ferro diplomatico, la Cina si dice contraria alle sanzioni contro Mosca e non intende imporne; lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, in risposta a una domanda sulla possibilità che la Cina segua la stessa strada dell'Occidente in merito al riconoscimento dei due territori di Luhansk e Donetsk nel Donbass. "Riteniamo che le sanzioni non siano un modo fondamentale ed efficace per risolvere il problema e la Cina si oppone sempre a qualsiasi sanzioni unilaterale illegale", ha scandito la portavoce.












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