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Governo, maggioranza a Pezzi in commissione: Draghi infuriato “striglia” la maggioranza e chiede chiarimenti sul voto al Milleproroghe.

Roma, 18 Feb 2022 - Si terrà una nuova cabina di regia, domattina, e poi in giornata un consiglio dei ministri sul tema caro bollette. È quanto si apprende da fonti di governo. L'intervento, contro il caro bollette, previsto in un decreto, si dovrebbe aggirare fra i 5 e i 6 miliardi, senza un nuovo scostamento di bilancio, si spiega in ambienti ministeriali. Nel decreto che sarà all'esame del consiglio di ministri anche l'istituzione di un fondo unico per la riconversione del settore automotive. Non c'è una cifra, ma viene spiegato, non dovrebbe essere inferiore a 7-800 milioni.

Un Draghi molto risentito, secondo quanto riferiscono fonti ministeriali, ha utilizzato i 45 minuti di riunione della cabina di regia per chiedere spiegazioni su quanto accaduto la notte scorsa nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera dove il governo è andato sotto quattro volte nelle votazioni del decreto Milleproroghe.

Il presidente del Consiglio avrebbe sottolineato la necessità che la maggioranza garantisca compattezza. È stata una vera e propria "strigliata", riferiscono le stesse fonti, nella quale Draghi avrebbe sottolineato con forza che "il governo deve fare cose e il Parlamento deve portarle avanti". Ai capidelegazione Draghi ha chiesto di "garantire i voti in Parlamento o non si va avanti".

La maggioranza in effetti si è spaccata nel corso della notte proprio sul Milleproroghe. Nelle commissioni riunite Bilancio e Affari costituzionali della Camera il governo è andato sotto quattro volte. Dal tetto all'uso del contante alla questione delle bonifiche dei siti inquinati di Taranto, fino alla proroga di tre anni dell'applicazione dei divieti di sperimentazione sugli animali: gli emendamenti presentati dai partiti sono stati approvati con il parere contrario dell'esecutivo. Una modifica di FI sulle graduatorie degli insegnanti, è stata invece respinta nonostante il parere favorevole del governo.

Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, sui social evidenzia l'inciampo. La proposta targata FdI che lascia la soglia dell'uso del contante a 2.000 euro fino all'inizio del 2023, sostiene, è "un provvedimento importante per famiglie e imprese: siamo riusciti a portare a casa un primo, piccolo, ma significativo risultato per favorire l'economia reale" che dimostra "che un'alternativa alla deriva tecno-finanziaria dell'ultimo decennio è possibile". La norma, è passata con 39 voti favorevoli contro 38 contrari. È stata votata da alcuni deputati di Forza Italia e della Lega e anche da uno delle Autonomie.

Giovanni Vianello del Gruppo Alternativa, esulta invece per lo stop all'articolo 21 del provvedimento: "Volevano sottrarre i fondi delle bonifiche delle aree escluse dell'ex Ilva di Taranto per destinarli alla continuità produttiva del siderurgico. Le risorse economiche sequestrate ai Riva tornano invece alle bonifiche. Il nostro emendamento è stato approvato contro la volontà del Governo da tutti i partiti, solo la Lega e Fratelli d'Italia hanno votato conformemente al parere del Governo".

Tema scuola: nel Movimento 5 stelle Lucia Azzolina, ex ministra dell'Istruzione, commenta con favore la bocciatura dell'emendamento proposto da Forza Italia - il governo aveva espresso parere favorevole - "che non avrebbe permesso quest'anno l'aggiornamento delle graduatorie e il contemporaneo rinnovo delle graduatorie per le supplenze". La Lega, sottolinea, "ha invece votato a favore. Non potevamo permettere che venissero bloccati migliaia di giovani e precari. Il Governo ora non perda tempo e proceda con gli atti necessari. Le graduatorie ad esaurimento e le graduatorie per le supplenze vanno aggiornate subito", conclude.

La riunione della cabina di regia - afferma uno dei presenti all'incontro a palazzo Chigi - è stata "tutta politica" e non dovrebbe influire sul Consiglio dei Ministri di domani per approvare il decreto legge contro il caro bollette, che dovrebbe prorogare le misure su oneri di sistema e iva al secondo trimestre.

Alla riunione della cabina di regia, presieduta dal Presidente del Consiglio Draghi, erano presenti i capi delegazione delle forze politiche di maggioranza con i ministri Patuanelli, Giorgetti, Gelmini, Orlando, Bonetti, Speranza. L'incontro è terminato dopo appena tre quarti d'ora.

Un intervento da 5 o 6 miliardi contro il caro bollette, fondi da mettere insieme senza ricorrere a nuovi scostamenti, per alleviare soprattutto i costi delle imprese. Il governo sta preparando il decreto con cui tagliare i costi dell'energia. Fra gli interventi allo studio del governo per tagliare il costo delle bollette, ci sarebbe una proroga delle misure già adottate nel primo trimestre per le famiglie e le imprese, oltre a prezzi del gas calmierati per le industrie ad alto consumo di energia e una spinta alla produzione italiana di gas. L'auspicio è che i provvedimenti possano essere necessari per affrontare un periodo di tempo contenuto, nella speranza che la crisi in Ucraina possa trovare una soluzione pacifica e che, di conseguenza, la corsa del prezzo del gas possa frenare, o invertire la rotta.

Nel decreto che sarà all'esame del consiglio dei ministri ci sarà anche l'istituzione di un fondo unico per la riconversione del settore automotive, in modo da puntare sul green. Al momento non è stata definita la cifra che, in ogni caso, non dovrebbe essere inferiore a 7-800 milioni. Non è escluso che in Consiglio dei ministri si parli anche di nuovi interventi sui superbonus edilizi: potrebbero essere inasprite le sanzioni penali a carico di chi commette frodi sui bonus. In particolare, si starebbe valutando la responsabilità per chi fa asseverazioni false.

Un'altra ipotesi allo studio prevede che la detrazione al 110% del superbonus, recuperabile oggi in cinque anni, possa essere sospesa in caso di sequestro del credito. Se poi gli accertamenti non si concludono con una confisca, il credito potrebbe essere recuperato anche una volta scaduti i tempi. Si va poi verso la reintroduzione delle cessioni multiple, con un limite massimo di tre, una all'impresa e due nel mondo bancario.

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