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Dopo la quarta ondata Covid la Liguria, Piemonte e Marche verso la zona arancione: ecco cosa cambia.

Roma, 4 Gen 2022 - Sono oltre 1.100.000 le persone attualmente positive a Covid-19. Un numero che fa impressione, considerando che nella terribile seconda ondata dell'autunno 2020 il picco era stato raggiunto a 806.000, il 22 novembre, ci sarebbe voluto ancora un mese prima che l'Unione Europea avviasse la campagna vaccinale. La differenza, ormai è chiaro, oggi la fanno ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva. Quel giorno di oltre un anno fa, erano rispettivamente 34.000 e 3800, oggi 12.300 e 1300. Grazie a questa sostanziale differenza negli ultimi mesi è stato possibile vivere una relativa normalità, che si cadrebbe in errore, però, a dare per acquisita e scontata.

Con il progredire della curva di contagi in diverse regioni la situazione inizia a essere preoccupante, e a causare nuovi passaggi di colore. Ma se tra zona bianca e zona gialla il cambio oggi è solo nominale, e le prescrizioni restano identiche, dall'obbligo di mascherina all'accesso alla necessità di green pass base o rinforzato per accedere a quasi tutte le attività sociali, con l'arancione i cambiamenti sono più rilevanti.

Innanzitutto, per spostarsi al di fuori del proprio Comune di residenza sarà richiesto il green pass base (quello ottenibile anche con il tampone), oppure la vecchia autocertificazione di motivi di urgenza, salute o lavoro, che riappare dopo oltre parecchi mesi di inutilizzo. Servirà invece il green pass rafforzato per entrare nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi

Ci sono poi diverse attività che in zona bianca e gialla sono attualmente consentite ai non vaccinati, in alcuni casi con green pass base, ma che in arancione cessano di esserlo: praticare attività motoria o sportiva, accedere ai centri commerciali nei fine settimana, consumare al bar all'aperto o al banco, accedere alle sale bingo, agli impianti di risalita. Questo scarto però cesserà di esistere il 10 gennaio, quando scatterà l'estensione del green pass rafforzato (quello riservato a guariti e vaccinati) indipendentemente dal colore della regione.

Quali sono dunque le regioni che rischiano a breve la zona arancione? È quasi certo che dalla prossima settimana toccherà alla Liguria. Secondo le stime di Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), potrebbero seguire il Piemonte dal 17 gennaio e le Marche dal 24. Zona gialla in vista invece per Toscana, Umbria, Emilia-Romagna e Sardegna.

"La Liguria paga la vicinanza con uno dei più grandi focolai europei, la Costa Azzurra, e ha una demografia fortemente spostata verso fasce di età più elevate: gli indicatori per il passaggio tra le diverse zone sono concentrati sulla pressione ospedaliera, e il rischio di ricovero negli anziani è molto più significativo". Così il presidente della Liguria e cofondatore di Coraggio Italia, Giovanni Toti, spiega in un'intervista alla Nazione i motivi per cui la sua regione sarà la prima ad avvicinarsi alla zona arancione. "La nostra situazione demografica, rispetto alla media italiana, causa il 25% in più di accessi in ospedale", spiega Toti, che in realtà non è preoccupato dalla crescita dei ricoveri: "Negli ultimi 12 giorni gli accessi e i nuovi ricoveri sono costanti. Significa che la pressione si sta affievolendo, anche se l'onda lunga si farà sentire per un po'".

"Non possiamo escludere con questa tendenza e con questi numeri, in aumento, la zona arancione. A tal proposito lancio un appello ai cittadini verso il rispetto delle norme per evitare di andare in zona arancione e nel peggiore dei casi in zona rossa. Ad ogni modo, in queste due ipotesi, la nostra speranza è quella di poter consentire ai vaccinati, con almeno la seconda o la terza dose, di potersi muovere senza restare reclusi nella propria abitazione". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans a Palermo.

La Sardegna rischia la zona gialla, già da metà gennaio, se i numeri dei ricoveri continueranno a crescere come negli ultimi giorni. Per il passaggio nella fascia con più restrizioni sono tre i parametri che devono essere superati: l'incidenza dei contagi, in zona bianca non devono superare i 50 ogni 100mila abitanti ma in Sardegna siamo già a 226, la percentuale di occupazione delle terapie intensive (non deve superare il 10% e in Sardegna siamo al 9%), la percentuale di occupazione dei ricoveri nei reparti Covid (15% a fronte dell'11% attuale dell'isola). Se dunque i ricoveri continueranno a crescere come negli ultimi giorni, il passaggio al colore successivo sarà inevitabile già da metà gennaio.

Se la Toscana entrerà o meno in zona gialla "lo vedremo da qui a venerdì". Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, nel corso di una conferenza stampa oggi a Firenze. "Mi sto occupando di reperire spazi intermedi - ha spiegato Giani - perché nei prossimi giorni ce ne sarà bisogno". Dunque, ha aggiunto Giani, saranno approntati "da un lato alberghi sanitari, e dall'altro sto pensando a dove reperire spazi per non congestionare e gravare gli ospedali che poi si devono occupare anche di tutte le altre patologie".

L'Emilia-Romagna passerà in zona gialla dalla prossima settimana. Ad anticiparlo è l'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, questa mattina a margine di una conferenza stampa al Policlinico Sant'Orsola di Bologna. "La zona gialla è un orizzonte molto vicino- conferma Donini- noi oggi siamo un po' sopra il livello di guardia nei reparti di terapia intensiva e nei reparti Covid. Venerdì scorso non lo eravamo, quindi oggi non siamo ancora in zona gialla". Ma se in questi giorni "aumentassero ancora i ricoveri e le dimissioni non fossero altrettanto consistenti- avverte l'assessore- sicuramente lunedì prossimo saremo in zona gialla".

Mancano ancora punti percentuali relativi ai ricoveri, sia in area non critica che in terapia intensiva - perché il Veneto debba passare dalla zona gialla a quella arancione, ha sottolineato il presidente regionale Luca Zaia. In particolare, nelle aree mediche la percentuale di pazienti Covid è al 20,2%, rispetto al limite del 30%, mentre nelle terapie intensive l'occupazione è al 19,4% rispetto al tetto del 20%. L'incidenza dei contagi su 100 mila abitanti è di 820,1, mentre l'indice Rt è di 1,19, un livello, secondo Zaia, "abbastanza contenuto". 

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