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Refice, Donizetti, Verdi, Bellini, Puccini, Prokof’ev, Bernstein: ecco la Stagione lirica e di balletto 2022 del Teatro Lirico di Cagliari.

Cagliari, 29 Dic 2021 - Venerdì 28 gennaio alle 20.30 si alza il sipario sulla Stagione lirica e di balletto 2022 del Teatro Lirico di Cagliari. Una stagione sempre molto attesa dal numeroso pubblico che quest’anno assume anche un valore aggiunto e un carattere di ripresa ancora più importanti e che propone un ricco cartellone di opere e balletti. Nello specifico sono previste sei opere ed un balletto per i sette turni di abbonamento (oltre alle recite mattutine rivolte alle scuole), a dimostrazione della continua crescita della produzione e delle alzate di sipario. I titoli delle sei opere sono: Cecilia, L’elisir d’amore, Ernani, La sonnambula, Manon Lescaut, West Side Story ed il classico Romeo e Giulietta per il balletto. Due saranno le nuove produzioni, alle quali va aggiunta un’importante ripresa di un allestimento del nostro Teatro che fu molto gradito al pubblico.

A causa purtroppo del perdurare dell’emergenza sanitaria e delle relative limitazioni, comuni peraltro a tutte le altre Fondazioni liriche italiane, e della stretta osservanza delle indicazioni descritte nel Protocollo anti-Covid redatto dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, ed attualmente in vigore, si è resa necessaria l’individuazione di titoli d’opera idonei al lavoro ed alla movimentazione in totale sicurezza e tranquillità delle masse artistiche in scena (compagnia di canto, artisti del coro, figuranti e ballerini), di quelle tecniche in palcoscenico (macchinisti, attrezzisti, elettricisti, fonici, sarti, truccatori e parrucchieri), fino ai professori d’orchestra nel golfo mistico.

Anche la Stagione 2022 è tesa a valorizzare la grande Opera italiana con i più significativi compositori dell’Ottocento e Novecento: Donizetti, Bellini, Verdi e Puccini. Un cartellone di equilibrio tra la musica di repertorio e quella più “nascosta” e sconosciuta, alla quale il Teatro Lirico di Cagliari pone sempre molta attenzione nel rendersi attivo nella sua promozione culturale e non solo nella sua tutela e salvaguardia. Due infatti sono le novità assolute e riguardano le figure di Licinio Refice, compositore da molti ritenuto anche uno dei più grandi riformatori della musica sacra del Novecento, e di Leonard Bernstein, geniale compositore, pianista e direttore d’orchestra statunitense, uno dei musicisti più noti e amati della seconda metà del secolo scorso.

Dopo le inaugurazioni dedicate alla musica del Novecento italiano (La campana sommersa nel 2016 e La bella dormente nel 2017, entrambe di Respighi, Turandot di Busoni nel 2018, Palla de’ Mozzi di Marinuzzi nel 2020), la Stagione 2022 vede un’altra preziosa rarità musicale questa volta di Licinio Refice (Patrica, 1883 - Rio de Janeiro, 1954) che viene eseguita per la prima volta in Italia in tempi moderni: Cecilia, azione sacra in tre episodi e quattro quadri, su libretto di Emidio Mucci. L’opera che venne rappresentata per la prima volta il 15 febbraio 1934 al Teatro dell’Opera di Roma e che contava, nel ruolo della protagonista, dell’interpretazione del soprano più celebre del momento, Claudia Muzio, è da considerarsi un autentico capolavoro, sia per la scrittura orchestrale, sia per la bellissima e fortissima trama. Fra le poche esecuzioni note si ricordano: nel 1935 (con la direzione dello stesso Refice) e poi nel 1949-1950 sempre all’Opera di Roma, nel 1953 al San Carlo di Napoli (con Renata Tebaldi protagonista), nel 1954 a Rio de Janeiro (con Renata Tebaldi protagonista e alla presenza del compositore che morì durante le prove), nel 2008 al Teatro Avenida di Buenos Aires (con Adelaide Negri protagonista), nel 2013 (in forma di concerto) nella Cattedrale di Monte-Carlo (registrata in cd con Denia Mazzola Gavazzeni protagonista).

Cecilia viene rappresentata dal 28 gennaio al 5 febbraio, in un nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari. Sul podio il maestro Giuseppe Grazioli (Milano, 1960), direttore specialista nel repertorio novecentesco, già applaudito numerose volte a Cagliari, mentre la regia è firmata da Leo Muscato, recente vincitore del Premio “Franco Abbiati” e che ha già lavorato per il Teatro Lirico di Cagliari in occasione dell’apprezzatissimo Nabucco di Verdi (Stagioni liriche 2012-2015) e della Bella dormente nel bosco di Respighi (Stagione lirica 2017). Nei tre ruoli principali cantano: Martina Serafin/Marta Mari (Cecilia), Antonello Palombi/Mickael Spadaccini (Valeriano) e Roberto Frontali/Leon Kim (Tiburzio/Amachio).

Il secondo appuntamento con l’opera, in scena dal 4 al 12 marzo (otto rappresentazioni, di cui una fuori abbonamento), è con L’elisir d’amore, melodramma giocoso in due atti su libretto di Felice Romani e musica di Gaetano Donizetti (Bergamo, 1797-1848). Si tratta della ripresa della produzione del Teatro Lirico di Cagliari, andata in scena nell’ottobre 2009 e nel luglio 2015, che si avvale della regia di Michele Mirabella, noto ed apprezzato regista, autore, attore di teatro, radio, cinema e televisione. Le scene e i costumi sono di Alida Cappellini e Giovanni Licheri. L’Orchestra del Teatro Lirico è diretta da Roberto Gianola (Bellano, 1974), giovane ed apprezzato direttore d’orchestra lombardo al suo gradito ritorno a Cagliari (Carmen, estate 2015, Teatro Civico). Il cast d’interpreti è composto da: Ekaterina Bakanova/Martina Gresia (Adina), David Astorga/Matteo Mezzaro (Nemorino), Leon Kim/Bruno Taddia (Belcore), Giulio Mastrototaro/Vincenzo Taormina (Dulcamara).

L’elisir d’amore, rappresentato, per la prima volta, il 12 maggio 1832 al Teatro della Canobbiana di Milano (oggi Teatro Lirico), riscuote, fin dalla prima sera, uno straordinario favore di pubblico e critica che si ripete per tutte le trentadue repliche. Senza dubbio una delle opere più raffinate, soprattutto per la scrittura orchestrale, di Gaetano Donizetti che, con questo titolo, trova una personale elaborazione dello stile comico, tramite l’introduzione dell’elemento sentimentale, elemento che, estraneo all’imperante opera seria rossiniana, riconduce piuttosto al filone larmoyant dell’opéra-comique francese.

Dal 9 al 16 aprile, ecco un’altra preziosa rarità musicale (per Cagliari) che, senza dubbio, rende la Stagione lirica e di balletto 2022 del Teatro Lirico di Cagliari una delle più complete ed accattivanti, come novità proposte e sforzi artistici compiuti, degli ultimi anni: Ernani, dramma lirico in quattro parti su libretto di Francesco Maria Piave e musica di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma, 1813 - Milano, 1901) che ritorna a Cagliari dopo 69 anni (l’ultima edizione è al Teatro Massimo nel marzo 1953).

Ernani viene rappresentata in un nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari e la regia è firmata dal milanese Davide Garattini Raimondi che ha già lavorato per il Teatro Lirico di Cagliari in occasione delle recite de L’ape musicale di Da Ponte nell’estate 2017 (decentramento in Sardegna) e nell’autunno 2018 (trasferta a New York) e per Lo schiavo di Gomes (inaugurazione Stagione lirica 2019). A dirigere i complessi musicali stabili è stato invitato nuovamente, dopo il grande successo della Vedova allegra al Parco della Musica (estate 2021), il maestro Giuseppe Finzi (Bisceglie, 1975), apprezzato direttore pugliese, che nel 2017 diresse, con grande successo di pubblico e critica, la prima europea di La Ciociara di Marco Tutino, per poi ritornare per un’applaudita serie di concerti. Nei ruoli principali cantano: Marco Berti/Ragaa Eldin (Ernani), Devid Cecconi/Badral Chuluunbaatar (Don Carlo), Andrea Silvestrelli/Dongho Kim (Silva), Tiziana Caruso/Sandra Buongrazio (Elvira).

Rappresentata per la prima volta il 9 marzo 1844 al Gran Teatro la Fenice di Venezia, riscuotendo un grande successo di pubblico, Ernani viene considerata la più bella opera giovanile verdiana (quinta in ordine di composizione), insieme a Nabucco e Macbeth, in cui la violenta forza pura della vendetta trova la sua massima espressione d’intensità e vibrazione. La trama dell’opera, complessa e articolata, racconta la passione ricambiata di Ernani, il bandito sotto le cui mentite spoglie si nasconde il nobile Don Giovanni d’Aragona, per la giovane Elvira, promessa sposa al vecchio zio Don Ruy Gomez de Silva e amata al contempo perfino dal re, Don Carlo, futuro imperatore. Come in ogni dramma che si rispetti, l’entrata in gioco di gelosie, codici d’onore, congiure e vendette implacabili renderà impossibile l’atteso lieto fine e il melodramma si compie nel finale toccando anche corde sensibili in anni risorgimentali.

La Stagione lirica e di balletto prosegue, dal 13 al 21 maggio, con La sonnambula melodramma in due atti su libretto di Felice Romani e musica di Vincenzo Bellini (Catania, 1801 - Puteaux, 1835), assente dalla scena cagliaritana dall’ottobre 2008. L’opera idillico-pastorale, capolavoro assoluto del teatro belcantista italiano, viene eseguita in un delizioso allestimento del Gran Teatro La Fenice di Venezia dell’aprile 2012 che porterà, per la prima volta a Cagliari, Bepi Morassi che ha firmato un’intelligente, tradizionale e gradevole regia, con scene riuscite e d’effetto di Massimo Checchetto ed eleganti costumi di Carlos Tieppo. Ritorna a Cagliari, dopo lo straordinario successo dei suoi concerti nello scorso ottobre, Diego Ceretta (Milano, 1996), giovanissimo direttore, violinista e compositore, che dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro Lirico e una compagnia di talenti, tra cui spiccano due fuoriclasse: Gilda Fiume (Amina) e Antonino Siragusa (Elvino).

La sonnambula viene rappresentata per la prima volta, con enorme successo, al Teatro Carcano di Milano il 6 marzo 1831 e, ad interpretare i ruoli di Amina ed Elvino, sono Giuditta Pasta e Giambattista Rubini, la coppia di cantanti ideale e più celebre del momento, che Bellini elogia definendoli “due angeli capaci di trasportare il pubblico in uno stato che rasentava la follia”. Melodramma idilliaco, classico ed intenso con una musicalità finissima, lirica e tesa al “canto puro”, La sonnambula è sospesa tra Arcadia e Romanticismo, tra sentimenti teneri e malinconici e passioni tragiche e commoventi, in un’atmosfera di natura incontaminata e di umanità innocente che rappresentano pienamente la maturità artistica del compositore catanese.

Dopo la pausa estiva, la Stagione lirica e di balletto riprende, dal 7 al 15 ottobre, con Manon Lescaut, opera lirica in quattro atti su libretto di Luigi Illica, Marco Praga e Domenico Oliva e musica di Giacomo Puccini (Lucca, 1858 - Bruxelles, 1924). Si tratta di un nuovo allestimento del Teatro del Giglio di Lucca, che andrà in scena nel gennaio 2022, con regia di Aldo Tarabella, scene di Giuliano Spinelli e costumi di Rosanna Monti. A guidare musicalmente l’opera sarà Rico Saccani (Tucson/Arizona, 1962), direttore e pianista statunitense che ritorna a Cagliari dopo 32 anni (Aida, Anfiteatro Romano, giugno 1990), mentre i ruoli principali saranno interpretati da Maria Teresa Leva/Tiziana Caruso (Manon Lescaut), Leonardo Caimi/Angelo Villari (Renato Des Grieux) e Darìo Solari/Filippo Polinelli (Lescaut).

Quest’edizione del capolavoro di Puccini, assente dal luglio 2007 dalle scene cagliaritane, è di notevole interesse anche perché rappresenta un’occasione importante per poter apprezzare nuovamente un’opera di rara esecuzione ma di grande eleganza e sicuro fascino.

Manon Lescaut è la terza opera composta, dopo Le Villi ed Edgar, e la prima rappresentazione ebbe luogo il 1° febbraio 1893 al Teatro Regio di Torino, dove, alla presenza del compositore, ottenne un clamoroso successo. Ispirata al romanzo dell’abate Prévost “Storia del cavaliere Des Grieux e di Manon Lescaut”, il libretto, iniziato da Ruggero Leoncavallo che ben presto abbandonò il lavoro, venne scritto in gran parte da Marco Praga e Domenico Oliva. A completarlo e rifinirlo fu però Luigi Illica, che lavorò in particolare al terzo atto e alla scena iniziale del secondo. Nessuno dei poeti alla fine lo firmò.

Dall’11 al 19 novembre ritorna, per otto rappresentazioni (di cui una fuori abbonamento), la grande danza classica d’autore con un titolo che manca da Cagliari dal 2006: Romeo e Giulietta di Sergei Prokof’ev (Soncivka, 1891 - Mosca, 1953), nell’interpretazione del prestigioso Corpo di Ballo e dei Solisti del Teatro dell’Opera di Kazan.

Romeo e Giulietta, commissionato dal Teatro Bolshoi di Mosca nel 1933, abbozzato nel 1934, giunge a termine nel settembre 1935 e rappresentato a Brno nel 1938 e, nella versione più conosciuta ed eseguita, al Teatro Kirov di Leningrado (oggi San Pietroburgo) l’11 gennaio 1940, non sfuggì alle fatali difficoltà cui dovettero far fronte le altre opere teatrali di Prokof’ev, considerate difficili da eseguire e da capire in un periodo, come quello tra le due guerre, in cui gli artisti facevano resistenza al nuovo, “preferendo” l’accademia e la tradizione. La partitura viene così modificata dallo stesso compositore, dopo le lamentele di direttore, orchestrali e corpo di ballo, tra cui la leggendaria Galina Ulanova, che vennero messi a dura prova dalle difficoltà ed asperità esecutive dell’opera. Il balletto, in assoluto uno dei più eseguiti al mondo, è una delle pagine più celebri di Prokof’ev; il profilo musicale e quello drammaturgico sono sempre di altissimo livello e sono costruiti intorno ad una tragedia, appunto quella dei due sfortunati amanti shakespeariani, che è l’archetipo dell’amore puro.

Dal 15 al 23 dicembre (dieci rappresentazioni, di cui tre fuori abbonamento) è la volta di West Side Story, celeberrimo musical in due atti di Leonard Bernstein (Lawrence, 1918 - New York, 1990) che il geniale artista americano compone tra il 1953 e il 1956 e che viene eseguito, per la prima volta, il 19 agosto 1957 al National Theatre di Washington con enorme successo di pubblico e critica. Il soggetto, come noto, è una “attualizzazione” dell’altrettanto celebre Romeo e Giulietta di Shakespeare (da cui è tratto il libretto): si racconta infatti la rivalità tra due bande di giovani (portoricani e bianchi) nella New York degli anni Cinquanta del secolo scorso e dell’amore tra Tony (bianco) e Maria (portoricana), in un’atmosfera di intolleranza e di odio razziale che, fra danze sfrenate e con la complicità di una sofisticata colonna sonora, sfocerà nella tragedia finale (la morte di Tony) che sanzionerà però la pace e l’amicizia fra le due bande di giovani.

L’allestimento proposto a Cagliari proviene da tre grandi istituzioni musicali statunitensi: la Lyric Opera of Chicago, la Houston Grand Opera e il Glimmerglass Festival. La regia, tradizionale e precisa, è dell’italo-americana Francesca Zambello che ritorna a Cagliari dopo il grande successo, nel 2017, della Ciociara di Marco Tutino, mentre le scoppiettanti coreografie, tratte dalla produzione originale del 1957, sono di Jerome Robbins. La compagnia di canto arriva interamente dagli Stati Uniti ed è, ovviamente, esperta in questo repertorio. Così come la direzione d’orchestra che verrà affidata ad una bacchetta che degli autori americani riesce a cogliere sonorità, suggestioni e recondite nuances orchestrali. West Side Story viene rappresentato per la prima volta a Cagliari.

Tutti gli spettacoli vengono eseguiti dall’Orchestra e dal Coro, diretto da Giovanni Andreoli, del Teatro Lirico di Cagliari. Com

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