Roma, 16 Sett 2021 - Si è conclusa a palazzo Chigi la cabina di regia con il presidente del Consiglio, Mario Draghi e i capidelegazione della maggioranza di governo in vista del consiglio dei ministri di oggi pomeriggio che varerà il nuovo decreto per l'estensione del green pass per tutti i lavoratori, sia della Pubblica amministrazione che delle aziende private.
Alla riunione hanno partecipato i capodelegazione della maggioranza: per il Pd il ministro della Cultura Dario Franceschini, il titolare del Mise Giancarlo Giorgetti per la Lega, il ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini per FI, la titolare per le Politiche Giovanili Elena Bonetti per Iv, il ministro della Salute Roberto Speranza per Leu. Per il M5S, assente Stefano Patuanelli impegnato al G20 sull'Agricoltura a Firenze, c'è il ministro peri Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà.
Ecco la scelta del governo, sul fronte della lotta al Covid. Assenti ingiustificati. Così figureranno i dipendenti che si presenteranno a lavoro sprovvisti del certificato verde. Se invece verranno trovati sul posto di lavoro senza il passaporto vaccinale -entrati dunque sfuggendo ai controlli- allora per loro scatterà anche la multa. È questa una delle misure emerse nel corso della cabina di regia. Scatteranno sanzioni anche per i datori di lavoro che non effettueranno i controlli. Il provvedimento potrebbe entrare in vigore il 15 ottobre, a quanto si apprende da diverse fonti governative. La data sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi, chiamato a confermarla.
Si va verso l'estensione dell'obbligo della Carta Verde anche per gli organi costituzionali, includendo dunque il Quirinale e la Corte Costituzionale. L'obbligo, quindi, riguarderà anche le cariche elettive di Camera e Senato. L'obbligo, per il principio dell'autodichia, non può applicarsi automaticamente agli organi costituzionali che, secondo quanto prevedrebbe il decreto sul "super Green Pass", saranno chiamati a pronunciarsi entro il 15 ottobre. Il Parlamento e gli altri organi costituzionali potranno dunque "autoregolamentarsi" e "adeguarsi in coerenza" sull'obbligo di green pass.
Il certificato verde, viene sottolineato, servirà per accedere ai luoghi di lavoro, non per lavorare, dunque, resta ferma la possibilità di lavorare in telelavoro. E i tamponi saranno gratis solo per chi non può fare vaccino. Per gli altri prezzi calmierati fino al 31 dicembre. In particolare il costo dovrebbe essere di 8 euro per gli under 18 e di 15 per gli adulti.
Si valuterà il primo ottobre, in base all'andamento della curva epidemiologica, se aumentare la capienza nei luoghi in cui si svolgono eventi, nei cinema e nei teatri. Il tema è stato posto dal ministro Dario Franceschini e l'orientamento del governo sarebbe favorevole mala scelta è non compiere passi affrettati, perché aumentare la capienza vorrebbe dire ridurre il distanziamento, dunque si valuterà tra due settimane alla luce dell'andamento della curva dopo l'apertura delle scuole.
Per il governo comunque bisogna fare in fretta, per raggiungere entro un mese almeno la soglia 'di sicurezza' dell'80% di vaccinati. Perciò Mario Draghi decide di puntare sul certificato verde: "Funziona, è monitorato, è una soluzione accomodante", dice ai sindacati, spiegando perché si è preferito imporre il Pass e - per ora - non l'obbligo di vaccinazione. È un "percorso che unifica", sottolinea il premier.
Dalla metà di ottobre bisognerà essere vaccinati, aver fatto un tampone o essere guariti dal Covid, per entrare in uffici pubblici e privati, ma l'obbligo dovrebbe essere esteso anche a studi professionali, negozi, ristoranti. Per chi si presenta al lavoro senza, ci saranno sanzioni: una multa, che dovrebbe andare dai 400 ai 1000 euro, e disciplinari, che saranno modulate sulle diverse categorie. Sarà espressamente previsto il divieto di licenziare, recependo una preoccupazione sindacale. La richiesta di Cgil, Cisl e Uil e di alcuni ministri, è renderli gratuiti per tutti, ma la linea del governo ad ora resta contraria, perché il rischio è disincentivare i vaccini.
Dopo l'incontro di ieri con i sindacati e la cabina di regia alle 14.30 l'incontro con le Regioni, con il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini che illustrerà il provvedimento ai governatori. Alle 16, infine, il testo dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri per il via libera. Restano agli atti i dubbi di Matteo Salvini, che si dice contrario a imporre il Pass "a tutti gli italiani". I mal di pancia leghisti si riverberano nei voti parlamentari sui precedenti decreti Green pass. Ma difficilmente la Lega, che continua a chiedere la gratuità dei tamponi, si smarcherà. Giancarlo Giorgetti, che con Renato Brunetta, Roberto Speranza e Andrea Orlando ha affiancato Draghi al tavolo con i sindacati, ha già espresso pubblicamente il suo favore alla misura, che piace anche ai governatori del Nord.
Ad oggi, secondo dati del governo, 13,9 milioni di lavoratori ha già il Green pass, 4,1 milioni ancora non lo ha: l'obbligo riguarderebbe in totale circa 18 milioni di persone. Secondo i dati del commissario Figliuolo, inoltre, saremmo vicini alla "immunità sociale": accelerare ora sul Pass nei luoghi di lavoro, serve ad avvicinarsi in 3 o 4 settimane a un "punto di sicurezza", entro la metà di ottobre arrivare alla vaccinazione completa di 44 milioni di persone, l'81,7% della platea.
A Palazzo Chigi i segretari di Cgil e Uil Maurizio Landini e Angelo Colombini della Cisl hanno reiterato la richiesta di obbligo vaccinale, ma è una via che il governo per ora sceglie di non percorrere. Lamentano anche, i sindacalisti, di aver dovuto fare il tampone per entrare nel palazzo, nonostante avessero il Green pass: " È una contraddizione", affermano. E chiedono che almeno in una fase transitoria i tamponi siano gratuiti per tutti, in modo da consentire a chi non ha il vaccino di entrare al lavoro a costo zero. Ma sul punto il premier e la gran parte di ministri nutrirebbero dubbi, per l'effetto disincentivante: si applicano e continueranno ad applicarsi prezzi calmierati.
"Se viene imposto il Pass allora i tamponi siano rapidi e gratis", chiede dall'opposizione Giorgia Meloni. Altro aspetto delicato è quello delle sanzioni, difficili da applicare soprattutto nel privato, ma da modulare anche nel pubblico a seconda del tipo di amministrazione, con diversi procedimenti disciplinari: ci sarebbe la sospensione dal lavoro e dallo stipendio dopo violazioni reiterate per alcune categorie, come già per gli insegnanti. Di sicuro, l'obbligo si applicherà ai tribunali e anche per gli organi costituzionali ci sarà una spinta ad adeguarsi: "Il Green pass deve servire anche per entrare in Parlamento", chiedono i sindacati.
Al Senato intanto è stata votata la fiducia al primo decreto Green pass che da ieri è legge.
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