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Scuola – Domani rientro in aula in 10 regioni per quasi 4 milioni di studenti.

Roma, 12 Sett 2021 - Vigilia del ritorno in classe per quasi quattro milioni di studenti. Il 13 settembre rientrano infatti a scuola 3.865.365 alunni delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Veneto, oltre a quelli della Valle d’Aosta e della Provincia di Trento.

Sono 7milioni 400mila in tutto le studentesse e gli studenti che siederanno tra i banchi delle scuole statali, quest'anno, in tutta Italia. Di questi, 277mila sono alunni con disabilità, mentre sono 368mila le classi per l’anno scolastico 2021/2022. Sono i dati principali sull'avvio del nuovo anno scolastico messi a disposizione dal Ministero. Nello specifico, quest’anno sono 846mila gli alunni della scuola dell’infanzia statale, 2.313.000 quelli della primaria, 1.584.000 quelli della secondaria di I grado e 2.661.000 quelli della secondaria di II grado. Il 51% delle studentesse e degli studenti della secondaria di II grado frequenterà un Liceo, il 31,7% un Istituto tecnico e il 17,3% un Istituto professionale.

Le lezioni sono già riprese il 6 settembre per gli studenti della Provincia di Bolzano, mentre inizieranno il 14 settembre per 192mila alunni della Sardegna, il 15 settembre per 1.706.814 bambini e ragazzi delle Regioni Campania, Liguria, Marche, Molise e Toscana, il 16 settembre per 829mila studenti del Friuli Venezia Giulia e della Sicilia. Gli ultimi a ritornare in classe saranno gli 813mila alunni delle Regioni Calabria e Puglia, il 20 settembre. Per quanto riguarda il personale scolastico, secondo i dati aggiornati alla data di oggi, risultano assunti, con contratto a tempo indeterminato, 59.425 docenti (di cui 12.840 incarichi conferiti in base alle procedure del decreto sostegni bis). Risultano assunti anche 10.729 ATA. Sono poi 87.209 i posti aggiuntivi in deroga già assegnati sul sostegno.

Con la partenza del nuovo anno scolastico, a partire da domani, lunedì 13 settembre, diventano operative le indicazioni del ‘Patto Milano per la scuola’ che, si propone di riorganizzare gli spostamenti nella fascia oraria mattutina 7-10 per garantire la ripartenza in piena sicurezza delle attività scolastiche e non solo, tenendo conto del limite di capienza del trasporto pubblico locale all’80%. Per quanto riguarda la programmazione oraria delle lezioni delle scuole secondarie di secondo grado, il 70% degli studenti entrerà in classe entro le ore 8, il restante 30% dopo le ore 9.30. 

Per i centri di formazione professionale, le lezioni avranno inizio per la totalità della popolazione scolastica entro le ore 8.00, con attenzione da parte dei singoli istituti ad adottare le misure necessarie ad evitare assembramenti. Le università sono invitate a organizzare le lezioni in presenza a partire dalle ore 10.

Tornano dunque in classe gli studenti tra regole vecchie e nuove, a cominciare dal Green pass che sarà obbligatorio per l'ingresso negli istituti di insegnanti, personale scolastico e genitori degli alunni. Ecco uno schema delle principali misure: Grenn pass – È obbligatorio per ogni adulto che entri a scuola, dal personale a genitori e parenti degli studenti.

Mascherine - Vanno indossate, possibilmente chirurgiche, sopra i 6 anni di età. Classi e banchi - Ove possibile deve essere mantenuto il distanziamento di un metro tra i banchi ma l'obbligo dello scorso anno su questo fronte è caduto e per questo potranno tornare in classe a tempo pieno anche gli studenti che l'anno scorso frequentavano alternandosi con gli altri compagni.

Mascherine obbligatorie quando non sia possibile mantenere il distanziamento di un metro. Igiene - Resta la regola di lavare o igienizzare spesso le mani e areare gli ambienti scolastici: le classi manterranno le finestre aperte. 

Gite -  Le attività extracurriculari sono consentite in zona bianca, mentre le stesse devono essere limitate nelle Regioni gialle, arancioni o rosse.

Test salivari - Parte un monitoraggio destinato alla scuola primaria e secondaria di primo grado, al fine di sorvegliare, attraverso una “rete di scuole sentinella” la diffusione del virus in ambito scolastico anche in soggetti asintomatici. Il piano prevede test molecolari salivari condotti, su base volontaria, su alunni nella fascia di età 6-14 anni delle scuole primarie e secondarie di primo grado presenti sul territorio nazionale. Le “scuole sentinella” saranno indicate dalle autorità sanitarie regionali in collaborazione con gli uffici scolastici. La campagna coinvolgerà almeno 55mila alunni ogni 15 giorni e sarà supportata dalla Struttura Commissariale nella sua implementazione.

Domani sarà il primo giorno per le scuole superiori nella maggior parte delle Regioni d'Italia. Davanti al Ministero dell'Istruzione e a più di cinquanta scuole in tutto il Paese e nelle maggiori città, tra cui Roma, Palermo, Firenze, Genova, Bari, Padova e molte altre, gli studenti aderenti alla Rete degli studenti medi si mobiliteranno "per denunciare - spiegano - l'assenza di certezze sul rientro scolastico, il mancato coinvolgimento nelle decisioni prese e l'inesistenza di qualsiasi piano di investimento per il futuro delle nuove generazioni, a partire dal PNRR". Appuntamento al Ministero alle 10.00.

Il rientro scolastico, per il secondo anno consecutivo, dicono gli studenti, "sembra essere un susseguirsi di slogan più che di misure ad hoc per garantire il diritto allo studio a tutti. Dopo due anni di assenza di scuola siamo felici che il Ministero si impegni per il ritorno in presenza, ma non basta dichiararlo. Troppo poco è stato fatto: sulle vaccinazioni non tutte le Regioni hanno attivato i canali preferenziali per i 12-18 anni, sugli spazi poco è cambiato e c'è troppa confusione sulle misure per la sicurezza dentro le classi. Allo stesso modo, manca qualsiasi ragionamento del governo sul futuro delle nuove generazioni: il PNRR è stato scritto senza ascoltare i giovani e abbiamo timore per le modalità con le quali questi soldi saranno utilizzati.

Sulla crisi ambientale non ci sono risposte da parte del Governo, non c'è più tempo. Siamo una generazione messa all'angolo, una generazione che ha contato zero nell'ultimo anno e mezzo per volontà politiche. Vogliamo dire la nostra e vogliamo costruire delle scuole e una società a nostra misura. Vogliamo che ci siano zero compromessi sul futuro. E' il momento di ripartire da zero". 

"Ci rendiamo pienamente conto che, dopo un anno e mezzo di lezioni funestate dal Covid e tanta didattica a distanza, stiamo creando un disagio agli alunni e alle famiglie, ma nello stesso tempo riteniamo necessario mandare un forte segnale a chi governa la scuola. Per questo, invitiamo il personale ad astenersi dal lavoro perché si è deciso di tornare nelle aule senza le condizioni di sicurezza". Lo dichiara Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief.

"Il nuovo protocollo, che ci è stato proposto non l'abbiamo sottoscritto proprio per questo motivo - aggiunge - bisognava tornare distanziati, con massimo 15 alunni per classe, più aule, docenti, Ata, andando a ripristinare risorse umane e plessi cancellati con le manovre di revisione della spesa degli ultimi anni. Alle mancate azioni, si aggiunta nelle ultime settimane l'assurda decisione di imporre il Green Pass per accedere nei luoghi di formazione".

"Per questo, Anief ha dato la possibilità di aderire al ricorso contro l'obbligo del Green Pass imposto al personale scolastico, prevedendo pure un nuovo ricorso rivolto solo al personale universitario - continua Pacifico - L'assurdità è che l'obbligo, con tanto di inaccettabili sanzioni per il personale che non si adegua, è stato esteso pure ai genitori degli alunni che potrebbero recarsi a scuola per meno dei 15 minuti indicati dai virologi come soglia temporale minima per la trasmissione del virus. La stessa possibilità di utilizzare i tamponi salivari, dopo le pressioni dell'Anief, porterà al massimo monitoraggi a campione. E che dire dei tamponi gratuiti solo ai lavoratori fragili? Infine, perché non si assumono i precari che hanno lavorato 24-36 mesi, come dice una risoluzione UE del 2018 e la sentenza della Corte di Giustizia europea che Anief ha ottenuto con un reclamo collettivo nel 2020, sull'abuso dei contratti a termine?".

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