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Fuga da Kabul: calca all’aeroporto. I talebani cominciano a mostrare il loro vero volto. Jalalabad, spari su manifestanti: vittime e feriti.

Cagliari, 18 Ago 2021 - In Afghanistan anche questa mattina una folla di persone si è radunata all'aeroporto di Kabul nella speranza di lasciare il paese. Almeno 17 persone sono rimaste ferite oggi nella calca all'aeroporto: lo ha reso noto un funzionario della sicurezza della Nato, secondo quanto riporta Sky News.

Continua il ponte aereo che riporta in Italia collaboratori afghani: un C130 con 85 persone a bordo è in arrivo a Fiumicino, altre 150 sono in partenza in giornata.

In pochi si fidano intanto delle promesse dei talebani che assicurano: "No a vendette. Rispetteremo i diritti delle donne, se rispettano la Sharia". Fonti dei Talebani e dell'ex presidente Hamid Karzai citate dalla televisione Tolo hanno detto che le due parti stanno lavorando per la formazione di un "governo inclusivo" in Afghanistan.

"Centinaia, se non migliaia" di persone protestano a Jalalabad, in Afghanistan, dove ci sono scontri con almeno due morti e 12 feriti, contro l'abolizione della bandiera nazionale afghana, sostituita ovunque dai talebani vittoriosi con la loro. Lo scrive Al Jazeera.

"Da quando abbiamo visto l'arrivo dei Talebani, tutte le bandiere sono state un po' alla volta rimosse e rimpiazzate dalle loro. Lo abbiamo visto a Kabul. A molta gente questo non piace, ma molti hanno dovuto rassegnarsi. Ma a Jalalabad non si sono rassegnati e qui c'è stata la resistenza di una buona fetta della comunità", scrive Rob McBride dell'emittente qatariota.

A Bamiyan la statua di un eroe sciita anti talebano, Abdul Ali Mazari, è stata abbattuta dagli insorti. Lo hanno reso noto gli abitanti della città. Si tratta di un ex leader politico Hazara, la minoranza sciita in Afghanistan.

L'ambasciata afghana in Tagikistan ha inoltrato richiesta all'Interpol per l'arresto del presidente Ashraf Ghani, fuggito dopo l'entrata dei talebani a Kabul, di Hamdallah Moheb e Fazl Mahmoud Fazli. L'accusa è sottrazione di fondi pubblici, lo scrive Tolonews.

L'Europa guarda preoccupata, in attesa di un'ondata di profughi. A livello interno, si cerca una transizione pacifica e il tentativo di mediazione è nelle mani dell'ex presidente Hamid Karzai - rimasto a Kabul - che ha creato, insieme al vicepresidente Abdullah Abdullah e all'ex capo dei mujaheddin, Hekmatyar, un gruppo di coordinamento per trattare con Amur Khan Mutaqi, il comandante talebano. 

Un G7 virtuale è stato convocato per la prossima settimana dal presidente Usa Joe Biden e dal premier britannico Boris Johnson per concordare una strategia comune di fronte al caos in Afghanistan. Gli Stati Uniti minacciano sanzioni se mancherà il rispetto dei diritti umani e civili ma restano aperti al dialogo con i talebani. L'intelligence, secondo i media, avvisò dei pericoli. Tre commissioni a guida dem chiedono un'indagine al Senato.

Il Canada annuncia che non riconosce il governo talebano. Per Cina e Russia, invece, ci sono segnali positivi. La Cina sollecita i talebani a unirsi nel dialogo a tutte le fazioni in Afghanistan per costruire un regime "aperto e inclusivo" e mettere in atto una politica interna ed estera "moderata e stabile" che protegga istituzioni e cittadini stranieri nel Paese. Ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, in risposta alle dichiarazioni della prima conferenza stampa tenuta ieri dagli insorti al potere a Kabul. 

"Siamo profondamente preoccupati per le donne e le ragazze afgane, i loro diritti all'istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento. Chiediamo a coloro che occupano posizioni di potere e autorità in tutto l'Afghanistan di garantire la loro protezione". Si legge in una dichiarazione firmata da Ue, Usa, Albania, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Salvador, Honduras, Guatemala, Macedonia del Nord, Nuova Zelanda, Norvegia, Paraguay, Senegal, Svizzera e Regno Unito

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