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Green pass, partiti e Regioni divisi sull’utilizzo del certificato.

Roma, 15 Lug 2021 - Il Green pass all'italiana, rilasciato dopo una sola dose di vaccino, "va messo in archivio. Il Green pass deve essere in questo momento solo dopo le due dosi, ma su questo ormai c'è un accordo di tutti. So che il governo sta andando in questa direzione". Lo ha detto ad Agorà Estate Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute.

"La variante Delta buca perfino il doppio ciclo vaccinale - ha sottolineato Ricciardi - nel senso che conferisce una certa protezione contro la malattia grave e l'ospedalizzazione ma purtroppo nel 30-35% dei casi determina infezione anche nei soggetti che hanno fatto la seconda dose di vaccino, figuriamoci una sola".

Ma il tema del certificato verde, che divide i partiti di maggioranza e continua a far discutere, si intreccia con quello dei parametri per assegnare i colori alle Regioni, ora che i contagi in rapida risalita da variante Delta fanno di nuovo parlare di giallo per alcuni territori. Il governo sembra intenzionato ad affrontare le questioni in modo organico, secondo quanto trapela, con una visione pragmatica della situazione, sulla base dei dati reali del contagio. L'intenzione non è certo quella di richiudere tutto, con Matteo Salvini, contrario al modello francese, che dopo aver incontrato il premier ha spiegato: "Le scelte estreme non piacciono né a me né a Draghi. Noi non siamo per gli estremismi". E una cabina di regia con il premier potrebbe tenersi a inizio della prossima settimana, forse già lunedì, anche alla luce dei dati del monitoraggio di venerdì, che potrebbero portare ad una prima verifica, e delle possibili ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza.

Le nuove misure potrebbero entrare in vigore già a metà della prossima settimana. Non escludendo la proroga dello stato di emergenza sanitaria che scade il 31 luglio. Qualche indizio sulle intenzioni dell'esecutivo lo dà il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie Mariastella Gelmini. "La variante Delta ci preoccupa e quindi credo che si debba trovare una via italiana all'utilizzo ampio del green pass- dice -. Non inseguiamo modelli stranieri ma certamente il governo valuterà di estendere l'utilizzo ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni".

Ma per estendere l'applicazione del Green pass ad altri ambiti rispetto a quelli previsti dal regolamento europeo serve una norma di legge: è questa la posizione che il Garante per la Privacy ha già espresso in passato, nel parere sul dpcm di attuazione della piattaforma per il rilascio della certificazione e in audizione in Parlamento. Altro punto sul quale il presidente dell'Autorità, Pasquale Stazione, ha richiamato l'attenzione è la titolarità del controllo, che spetta ai pubblici ufficiali.

Sui parametri le Regioni sembrano compatte e il presidente della Conferenza dei governatori Massimiliano Fedriga chiede di valutare i ricoveri - che non stanno salendo - e non i contagi, trascinati invece dalla Delta (oggi oltre 2 mila, il doppio di una settimana fa). Sul green pass allargato invece Lazio, Campania, Emilia Romagna e Liguria, tra le altre, sono favorevoli, Lombardia e Veneto contrarie. "Decidiamo insieme come utilizzare al meglio il green pass", dice Fedriga, ricordando che ora si ottiene anche se guariti o con un tampone negativo.

Il ministro Speranza è soddisfatto per i 28,4 milioni di green card già scaricate e giudica "un dato robusto" che l'85%del personale della scuola abbia ricevuto almeno una dose. Il problema è che in questo settore, in vista della riapertura a settembre, si oscilla tra la vaccinazione completata in Friuli Venezia Giulia e il 43% di docenti e ausiliari ancora non immunizzati in Sicilia (nell'isola ci sono anche 400 mila over 60 da vaccinare e la media attuale è di 2 mila al giorno).  Il fenomeno macroscopico dell'ultimo periodo è che, a fronte di mezzo milione di inoculazioni giornaliere, si fanno nella stragrande maggioranza seconde dosi e sono pochissimi i nuovi vaccinati (ieri 469 mila richiami e 86 mila prime dosi).

Sì a una libertà di circolazione maggiore per chi ha un Green pass: il ministro del Lavoro Andrea Orlando, intervistato oggi sul Foglio, apre alla proposta Macron sul Green pass. "Onestamente non vedo una sola ragione razionale per non prendere spunto da quello che il presidente Emmanuel Macron sta facendo in Francia. Naturalmente, essendo un elemento che impatta sul sistema della libertà di movimento e di accesso, un'eventuale decisione in questa direzione deve essere supportata da una valutazione di carattere scientifico. Ma onestamente no: non credo che ci sia un'impercorribilità in assoluto".

Le parole di Macron "al di là dell'effetto pratico immediatamente visibile", sono importanti perché "hanno un grande valore simbolico: basta con le ambiguità, le espressioni velate, scivolose, collaterali. Va detto a voce alta: il messaggio No Vax è pericoloso e distruttivo". Lo dice in un'intervista al 'Corriere della Sera' Giovanni Toti, presidente della Liguria. "La politica deve mandare il messaggio che vaccinarsi, dai 12 anni in su, è un dovere civico" aggiunge. 

C'è ancora "un'area grigia che preferisce non schierarsi con la nettezza necessaria - spiega - Meloni è all'opposizione e Salvini è da sempre contrario all'obbligo, non sono incoerenti, ma uno sforzo in più serve. Oggi i distinguo politici non sono utili al Paese". È necessario "trovare un punto di equilibrio, ma non si può far finta di niente. L'incidenza del virus aumenterà perché si è cancellata ogni barriera sociale". Per quanto "dall'Inghilterra alla mia Liguria", l'aumento dei contagiati non aumenti come in passato il numero degli ospedalizzati, bisogna spingere "sui più 'indolenti', i 40enni,30enni, 20enni, che ancora non sono abbastanza vaccinati".

Tra gli strumenti utili per convincerli, può esserci il passaggio verde (greenpass): "Ovvio che non si può pretenderlo per prendere un bus o per andare al supermercato, perché le necessità vitali vanno assicurate a tutti. Ma per andare alla partita, a un concerto, nella grande palestra del centro, in discoteca, allora sì, il green pass serve". Per gli insegnanti "il problema è più limitato di quanto non si dica: in Liguria la copertura vaccinale è quasi totale. I ragazzi dai 12 anni in su farebbero molto bene a vaccinarsi. Capisco che non si possa obbligare, chi non lo fa, a restare a casa, ma il vaccino proteggerebbe anche i nonni con cui possono entrare in contatto, a rischio anche se vaccinati".

Sul green pass "sono d'accordo con Macron: chi è vaccinato entra dove vuole". Lo ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi a Rtl 102.5. Renzi ha spiegato che della pandemia c'è un prima e un dopo. Sul "prima", ha sottolineato, "serve una commissione di inchiesta" per vedere - oltre alle responsabilità e ai ritardi - anche se qualcuno "ha preso la stecca, una tangente...". Sul dopo, invece, avverte: "oggi la pandemia non è finita. Ci sarà un'esplosione di contagi per la variante delta e non per la Nazionale. Ma oggi abbiamo i vaccini" e questo incide - "come si vede in Inghilterra" - sulle minori ospedalizzazioni, sui tantissimi contagi e pochissimi morti.

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