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Probabile omicidio della ragazza pakistana Saman a causa delle loro barbare usanze: in un video zio e cugini. La procura indaga per omicidio premeditato.

Cagliari, 7 Giu 2021 - Sono tre immagini nitide. Nella prima si vede passare un uomo vestito di nero incappucciato con una pala. Nella seconda si vedono tre persone che camminano distanti tra l’uno e l’altro. Infine una persona con un secchio, un sacchetto e un altro attrezzo. È quanto si vede nel frame, diffuso dagli inquirenti, del filmato girato intorno alle 19.30 del 29 aprile vicino alla casa di Saman Abbas, scomparsa il giorno successivo da Novellara, vicino Reggio Emilia. La ragazza si era opposta a un matrimonio combinato. Secondo gli investigatori queste immagini inchioderebbero lo zio della ragazza pachistana e due cugini, che forse, il condizionale è ancora d’obbligo, stavano andando a scavare la fossa per nascondere il corpo.

Nel caso di Saman sono indagati lo zio Danish Hasnain, di 33, forse autore materiale del delitto, due cugini che si vedrebbero anche nel video e i genitori, che non sono rientrati in Pakistan. I due avrebbero comprato un biglietto per rientrare il 5 maggio nel loro paese. A far perdere le tracce due cugini che si vedrebbero anche nel video e lo zio Danish Hasnain considerato al momento, l’autore del delitto Uno dei cugini è stato fermato in Francia nei giorni scorsi e si attende che venga consegnato alle autorità italiane.

"C'è premeditazione". Lo ha detto il procuratore capo di Reggio Emilia, Isabella Chiesi sul caso di Saman Abbas. L'ipotesi della Procura è che la ragazza sia stata uccisa. L’ipotesi di reato è di omicidio premeditato. Smentita invece l'ipotesi che la ragazza si trovi in Belgio come aveva detto fin dai primi giorni della scomparsa il padre di Saman.

"Noi pensiamo sia in Europa, c’è molta collaborazione da parte di Francia, Spagna, Svizzera. Hanno i nominativi, sanno chi devono cercare". Lo ha detto il procuratore di Reggio Emilia Isabella Chiesi, parlando dello zio di Saman Abbas, ritenuto responsabile dell'omicidio della ragazza, i cui resti non sono ancora stati trovati. Lo zio è ricercato insieme ad un altro cugino. Per quello arrestato domenica scorsa a Nimes, in Francia e ancora non si conosce il giorno in cui sarà consegnato all'Italia. La procuratrice ha detto che si esclude che i tre siano partiti con un'auto propria. Rispetto ai genitori di Saman, Chiesi ha risposto a una domanda dei giornalisti dicendo che "non sono state esperite attività di cooperazione internazionale", ovvero rogatorie.

Il pubblico ministero di Reggio Emilia Isabella Chiesi è ottimista sul ritrovamento del corpo di Saman nei campi della Novellara. Condizioni meteo permettendo, da domani si partirà con l'utilizzo di un elettromagnetometro. "Io penso -ha detto Chiesi - che un mese sia un periodo che consente di trovare" i resti con "strumenti che danno conto della discontinuità del terreno”.

La sera del 30 aprile Saman aveva tentato di fuggire e ha avuto una violenta lite con i genitori. È quanto emerge dall'ordinanza di custodia in carcere del Gip di Reggio Emilia per cinque indagati, padre, madre, zio e due cugini della ragazza. Saman e i genitori, è stato ricostruito, hanno urlato, lei li ha insultati: "Dammi i documenti". Da una è stato ricostruito il dialogo tra il padre e lo zio della 18enne:" Saman è andata via" avrebbe detto il padre, lo zio gli avrebbe risposto "Adesso arrivo io". Al suo rientro l'uomo aveva lo zainetto che la ragazza aveva con sé. 

"Secondo me l'ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano". A dare una possibile risposta a come lo zio avrebbe ucciso Saman la testimonianza di un minorenne. Danish, avrebbe raccontato il ragazzo avrebbe "pianto molto" e lo avrebbe minacciato "di non dire nulla ai Carabinieri” perché l’avrebbe ucciso. Il minore non avrebbe detto invece nulla su dove è stato nascosto il corpo. La notte tra il 30 aprile e l'1 maggio, sempre secondo la testimonianza, lo zio avrebbe detto ai genitori: "Ora andate in casa. Ora ci penso io".

Nella ricostruzione nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip di Reggio Emilia, Saman era tornata a casa l'11 aprile, per recuperare i suoi documenti, dopo che da novembre era stata in una comunità protetta. Ma il 22 aprile si è rivolta ancora una volta ai Carabinieri per denunciare i genitori che si rifiutavano di darle i documenti e cercavano di costringerla ad un matrimonio combinato.

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