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“Ascoltami!” è un servizio di consulenza psicologica verso il benessere della Polizia Penitenziaria.

Cagliari, 3 Apr 2021 - L’emergenza sanitaria ha comportato un sovraccarico di stress fisico e mentale al Personale della Polizia Penitenziaria, già fortemente provato dal cambio di cultura detentiva e gestionale degli ultimi anni (aumento delle attività trattamentali, apertura in alcuni reparti delle celle per gran parte della giornata, ingresso di operatori e volontari), ulteriormente stravolto da una chiusura preventiva quasi totale del carcere verso l’esterno, con notevoli ricadute sul ruolo e sul benessere degli agenti.

“Ascoltami!” è un servizio di consulenza psicologica tenuto da specialisti, che mira alla promozione del benessere psicofisico; supporto, ascolto e prevenzione del disagio, rivolto a tutti gli agenti che ne sentono il bisogno.

Il progetto della durata di 9 mesi (maggio 2021-febbraio 2022), prevede un ciclo di tre incontri a cadenza settimanale (esterni alla C.C.), di un’ora ciascuno, ritenuti sufficienti per superare un momento di particolare tensione emotiva o a individuare un’urgenza e inviare l’utente verso il percorso di cura più idoneo. A distanza di sei mesi dagli incontri, è previsto un incontro di follow-up che consente di valutare se la condizione dell’utente è stabile, migliorata o peggiorata e considerare un invio.

Per far conoscere il servizio, sarà promosso un incontro con gli specialisti e una campagna di comunicazione interna al carcere (locandine) diretta agli agenti, volta alla presentazione del servizio stesso, alla modalità di accesso, di contatto e alla finalità dell’intervento. Verranno inoltre realizzati incontri formativi relativi alla gestione di stati emotivi di stress e di rabbia, aperti a tutto il personale.

Gli agenti della polizia penitenziaria lavorano in contesti complessi spesso caratterizzati dall’impossibilità di esprimere sentimenti come paura, tristezza, impotenza nel timore di incorrere in giudizi negativi che possano pregiudicare il percorso professionale.

Soffrono la condizione di chi, quotidianamente, vive a contatto con il disagio, ma non ha gli strumenti per farvi fronte. Spesso anche il supporto emotivo della famiglia viene meno o svalutato e non riconosciuto nella valenza di conforto e sostegno.

Il malessere si manifesta in reazioni fisiche ed emotive dannose, cattivo stato di salute, difficoltà nelle relazioni interpersonali, assenteismo e riduzione dell’efficienza sul lavoro, aumento della soglia di percezione del pericolo o un calo eccessivo dell’attenzione che mette a rischio la sicurezza e in casi estremi la vita dell’agente per mano propria. Com

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