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Biden da dell’assassino a Putin. Finalmente, gli altri pavidi capi di stato pur sapendolo non hanno avuto il coraggio di criticare il feroce omicida russo. E nella sua dichiarazione il presidente Usa afferma che il satrapo russo pagherà prezzo per interferenze nelle elezioni presidenziali del 2020.

Washington, 17 Mar 2021 – Finalmente un capo di stato, questa volta di una potenza mondiale come quello degli Usa, ha avuto coraggio e ha detto quello che tutti sanno ma non hanno mai avuto il coraggio di scrivere o dire. Infatti, dopo questa forte dichiarazione del presidente Americano, si è subito alzata la tensione tra Usa e Russia, fatta durante un'intervista del presidente Joe Biden all'Abc americana in cui il presidente americano sollecitato dal giornalista definisce Vladimir Putin un assassino.

L'intervista - che ha fatto il giro del mondo in pochi minuti -  arriva all'indomani della diffusione di un rapporto dell'intelligence americana secondo il quale il presidente russo avrebbe autorizzato operazioni volte a condizionare le elezioni americane di novembre e a favorire una rielezione di Donald Trump.

"Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un killer?", gli ha chiesto George Stephanopoulos di Abc. "Lo penso", ha risposto il presidente americano, promettendo che il leader del Cremlino "pagherà un prezzo" per aver tentato di influenzare le elezioni presidenziali del 2020.

La risposta del Cremlino non tarda ad arrivare: "Prendiamo le distanze dalle conclusioni del rapporto sul nostro Paese. La Russia non ha interferito con le precedenti elezioni e neppure con quelle del 2020 citate nel report. Non ha nulla a che fare con le campagne contro qualsiasi candidato", si tratta di accuse "infondate", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, respingendo il rapporto dell'intelligence statunitense sulla presunta interferenza di Mosca nelle elezioni presidenziali. Peskov ha espresso anche dispiacere che "questi materiali, ben lontani dall'essere di alta qualità", possano essere usati come pretesto per sanzioni contro la Russia.

Poco dopo anche il Parlamento russo lancia una dichiarazione: "Biden ha insultato i cittadini del nostro Paese con la sua dichiarazione", ha scritto Vyacheslav Volodin il Presidente della Duma di Stato sul suo canale Telegram. "Putin è il nostro Presidente e gli attacchi contro di lui sono attacchi contro il nostro Paese", e aggiunge il contenuto è frutto di "isteria provocata dalla debolezza".

Un eventuale ampliamento delle "sanzioni commerciali" degli Stati Uniti nei confronti della Russia è oggi l'apertura di Izvestija, Novosti e altre testate di riferimento a Mosca. Scelgono invece le parole di Joe Biden su Vladimir Putin, definito "assassino", siti ed emittenti tradizionalmente non allineate, come Ekho Moskvy. Le sanzioni, annunciate dal dipartimento per il Commercio a Washington attraverso un comunicato, colpiranno subito in particolare i settori della "sicurezza nazionale". Dal 1° settembre, poi, ricostruisce Izvestija, si estenderanno anche al comparto dell'aviazione e della ricerca spaziale.

"Biden senza ombra di dubbio chiama Putin 'un assassino'. Perché è veramente così. Per qualcuno sarà difficile accettarlo ma il Presidente della Russia è un assassino. A tutti quelli che dubitano, fategli vedere il nostro video su come Vladimir Putin ha cercato di uccidere Alexey Navalny", si legge sull'account twitter di Fbk, il fond anti-corruzione di Navalny.

Il presidente è stato poi interrogato su diversi altri punti caldi in questi giorni come per esempio ciò che riguarda il governatore di New York Andrew Cuomo che - secondo Biden - dovrebbe dimettersi se le accuse di molestie sessuali avanzate nei suoi confronti fossero confermate dall'indagine in corso.

Biden ha poi criticato l'accordo negoziato dall'amministrazione Trump con i talebani e ritiene "difficile" che le truppe Usa lascino l'Afghanistan entro il primo maggio, come prevede l'intesa se i talebani rispettano certe condizioni.

E arriva la risposta che è un monito da parte del portavoce dell'emirato islamico in Afghanistan Zabihullah Mujahid: gli "americani dovrebbero ritirare le truppe entro il primo maggio come previsto dall'accordo di Doha, se non lo faranno per qualsiasi ragione o pretesto saranno responsabili delle conseguenze".

Poi si rivolge ai migranti, non venite, non lasciate vostre comunità "non venite. Non lasciate le vostre città, le vostre comunità". È il messaggio che il successore di Trump invia ai migranti, che stanno arrivando a migliaia al confine fra Stati Uniti e il Messico. 

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