Roma, 17 Feb 2021 - Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è a lavoro da giorni sul discorso che dovrà pronunciare oggi al suo esordio in Parlamento. Un lavoro estenuante e meticoloso che non si ferma nemmeno in queste ore e che cercherà di abbracciare tutti i temi al centro di quella che dovrà essere l'azione del nuovo governo, da subito e senza incertezze.
Argomenti complessi, alcuni totalmente da riformulare, ma tutti fondamentali per la vita dell'intero Paese. A partire da vaccini e superamento della pandemia. Dalla ripresa economica, con enfasi sull'ambientalismo e la tutela del lavoro. Dall'occasione data dal Fondo di recupero da sfruttare per rilanciare il Paese, a partire dalle infrastrutture. Dall'europeismo e l'atlantismo come linee guida per la politica estera. E poi le riforme, ovvero fisco, giustizia civile e Pubblica amministrazione. Tutto questo con l'urgenza e la necessità di lavorare uniti e compatti per un fine unico che è il bene del Paese e non delle singole forze politiche, nel momento più critico della sua storia dal Dopoguerra.
Mario Draghi sarà oggi in aula al Senato, giovedì alla Camera: i numeri non sono un problema, si preannuncia una maggioranza consistente per la fiducia al governo. Ma il suo discorso ha un'importanza fondamentale perché servirà a capire il progetto di Draghi.
L'attenzione è massima: dal giorno dell'incarico, quando ha rilasciato una breve dichiarazione, Draghi non ha più parlato con i giornalisti. "Non abbiamo fatto ancora nulla, quindi non abbiamo niente da dire", il messaggio-raccomandazione ai ministri dopo il primo Cdm di insediamento. E anche nei giorni delle consultazioni per la formazione del governo i partiti erano rimasti spiazzati: "Più che parlare, ascolta", raccontavano. Con qualche breve messaggio affidato a questo o quel colloquio, come l'annuncio del ministero della Transizione ecologica di cui fece portavoce il Wwf. Così anche per la scelta dei ministri.
Finora Draghi ha fatto capire qual è l'orizzonte in cui vuole muoversi, ma si attendono chiarimenti sul programma vero e proprio. E mai come questa volta vige il più stretto riserbo. Dagli uffici di palazzo Chigi poco filtra sui contenuti del discorso che dovrebbe non essere lunghissimo, senza troppi orpelli e toni enfatici, per concentrarsi su tutti i temi chiave con chiarezza di intenti, se non di dettagli.
Il discorso sarà rivolto alla neonata maggioranza, ma anche a chi ha scelto di stare all'opposizione: non è il momento de divisioni e delle parole, è il momento dei fatti per "mettere in sicurezza il Paese". "La consapevolezza dell'emergenza richiede risposte all'altezza della situazione", aveva detto nelle sue dichiarazioni al Colle, ricordando che "abbiamo l'opportunità di fare molto per il nostro Paese, con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale".
Con Draghi ci saranno i ministri, ma non tutti e 23: non per motivi politici, ma sanitari. Troppi infatti per sedere tutti insieme ai banchi del governo. I componenti della neonata squadra si alterneranno - mantenendo sempre la rappresentanza dei vari partiti - sia al Senato che alla Camera per dare il loro supporto al premier.
In attesa del voto di fiducia in Senato, dietro le quinte sono in atto febbrili trattative per confezionare il puzzle che il presidente del Consiglio vorrebbe comporre entro la settimana per poi dedicarsi all'attività di governo. I posti da assegnare sono 36 e le parti da accontentare molte. Per quanto riguarda il Pd, una questione non banale è quella della polemica interna sulla presenza femminile.
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