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Consultazioni, oggi si chiude il secondo giro. Draghi incontra Pd, Lega e M5S.

Roma, 9 Feb 2021 - Consultazioni, seconda giornata per Mario Draghi. Dopo l'avvio del nuovo giro di incontri per la formazione del nuovo governo ieri, oggi il premier incaricato sarà a colloquio con i 'big' della politica. Il presidente del Consiglio incaricato, è arrivato poco fa a Montecitorio. Il primo colloquio alle 11 con il gruppo di Europeisti-Maie-Centro democratico nato al Senato dopo le dimissioni di Conte. A seguire Leu, Italia Viva, Fratelli d'Italia, poi nel pomeriggio Pd, Forza Italia, Lega e M5s. A guidare la delegazione di Forza Italia sarà Silvio Berlusconi arrivato in mattinata a Roma.

"Condividiamo gli obiettivi certamente europeisti del governo che vogliamo davvero raggiunga il risultato. Siamo nati da un appello di Mattarella ai costruttori. Siamo davvero lieti che il 90% del Parlamento è diventato europeista e costruttore...". Lo ha detto Ricardo Merlo del Maie al termine della consultazione con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. "Abbiamo parlato con Draghi delle politiche per gli italiani all'estero", ha concluso.

"L'europeismo è una chiave di lettura di questo governo che si sta formando, un europeismo in chiave diversa dal passato: è necessario un europeismo federalista, che tenga conto del percorso fatto, degli errori. Bisogna rendere strutturali, questo ci ha detto il presidente del Consiglio incaricato, la capacità dell'Europa di essere un soggetto economico politico unitario, la necessità di creare un bilancio europeo attraverso il quale mutualizzare il ricorso al Recovery Fund" ha detto il senatore Gregorio De Falco di Europeisti-Maie-Centro democratico, dopo l'incontro.

"Abbiamo riconfermato a Draghi la nostra disponibilità ad accogliere l'appello del presidente Mattarella e procedere alla interlocuzione nei modi che lui ritenga". Lo ha detto Federico Fornaro di Leu al termine della consultazione con il presidente del Consiglio incaricato, sostenendo che si è trattato di "un incontro solo programmatico. Il nostro auspicio è che le tre forze dell'alleanza, M5S, Pd e Leu, possano concordare un atteggiamento univoco sul costituendo governo Draghi. Come credo che varrà per tutti i gruppi parlamentari, ci riserveremo di dare una valutazione complessiva dopo che il presidente incaricato avrà fatto le ulteriori fasi" ha sottolineato. "Per garantire la necessaria continuità, allargare la base parlamentare in maniera omogenea e sostenibile incoerenza con l'attuale quadro politico europeo, e avviare il rilancio del Paese senza il rischio del 'troppo pieno' è opportuno che il perimetro politico del nuovo Governo sia ben definito", ha precisato. "Non abbiamo discusso di ministri. La scelta della squadra di governo resta totalmente in capo al presidente incaricato" ha poi concluso.

"Ci riserviamo di fare le nostre scelte nel momento in cui sarà presentato il programma e sarà definito il profilo del Governo" ha poi sottolineato Loredana De Petris, capogruppo di Leu al Senato,

"Con Matteo Renzi abbiamo espresso il totale sostegno di Iv all'impianto di programma e alle scelte che Draghi porterà avanti, con grande attenzione al piano vaccinale che va rafforzato rapidamente con attenzione al mondo della scuola". Lo ha detto Teresa Bellanova di Iv al termine della consultazione con il presidente del Consiglio incaricato. "Il programma di Mario Draghi "è da noi fortemente condiviso, un governo europeista, con un impianto ancorato all'atlantismo e di grande sostenibilità ambientale. Il programma ci vede assolutamente convinti nel sostegno" al prossimo esecutivo, ha aggiunto Bellanova.

“È stato un incontro basato sui contenuti, ci limitiamo a un confronto franco su questo. Non mi aspettavo che Draghi potesse leggere le nostre proposte ieri notte, ma la nostra posizione è immutata. Non voteremo la fiducia ma faremo opposizione responsabile e patriottica". Così la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, al termine delle consultazioni.

"Vogliamo lavorare per impedire che le imprese muoiano, chiediamo l'abolizione del cashback grazie al quale potremo liberare 5 miliardi di euro" e ha aggiunto "Abbiamo posto la questione della difesa delle infrastrutture nazionali che devono rimanere pubbliche". Abbiamo chiesto a Draghi che il suo governo ponga fine alla stagione dei Dpcm", ha detto ancora la leader di Fratelli d'Italia. "Draghi - ha spiegato Meloni - ci ha parlato della sua riforma del fisco, immagina che le tasse non aumenteranno e immagina un sistema progressivo e esclude la flat tax". "Draghi ci ha detto che ha un'idea di governo europeista, atlantista e ambientalista. Sul primo e secondo aspetto, l'Italia è parte dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica. Secondo noi va bene, quello che manca non è la presenza in queste istituzioni ma la capacità di starci anche difendendo gli interessi nazionali".

Rimodulare il calendario scolastico, per recuperare i tanti giorni persi; evitare cattedre vacanti e ritardi a settembre; accelerare la campagna di vaccinazione, valutando gli aspetti della logistica e della produzione. Sono alcuni dei punti principali del programma del nuovo governo che Draghi ha presentato ai partiti all'avvio del secondo giro di consultazioni.

Progressività fiscale, rimodulando le aliquote, ma senza aumentare le tasse. È questa l'idea di riforma del fisco che il premier incaricato Mario Draghi avrebbe illustrato alle forze politiche durante le consultazioni. Le delegazioni ribadiscono che il premier ha illustrato i temi programmatici che verranno poi dettagliati quando chiederà il loro voto in Parlamento, nessun cenno quindi alla squadra, e con alcuni si è soffermato sul tema del fisco. "Nessuno spazio per la flat tax", riferiscono alcuni parlamentari, ma piuttosto ribadire il principio della progressività fiscale senza però aumentare la pressione. Altro tema caro all'ex governatore della Bce, sempre secondo quanto raccontano le delegazioni che lo hanno incontrato questa mattina, è la lotta all'evasione fiscale, che è elevata e non può essere considerata come un dato di fatto.

Resta da stabilire se la squadra sarà di ministri tecnici o politici. La squadra di governo che accompagnerà l'ex presidente della Bce in questo percorso è ancora un'incognita, per i partiti della sua potenziale maggioranza: la convinzione è che sarà tecnico-politica, senza i leader, con ministri scelti dal premier, ma nel dettaglio non si sa nulla e dai partiti continuano a trapelare auspici e paletti. Ai piccoli gruppi incontrati ieri all'avvio del secondo giro di consultazioni, Mario Draghi non lascia neanche un indizio. Ma l'impressione - racconta l'esperto Bruno Tabacci - è che possa prendere ancora qualche giorno per decidere: portare la lista al Quirinale tra giovedì sera e venerdì o anche, azzarda qualcuno, all'inizio della prossima settimana.

C'è chi ipotizza che il premier incaricato possa sentire i leader di partito dopo le consultazioni, prima di chiudere il cerchio. Ma nell'incrocio tra ministri e deleghe, emergono tutte le difficoltà nel tenere insieme una maggioranza che spazi da Leu (combattuta al suo interno se entrare o meno) alla Lega, passando da Pd e M5s. I Cinque stelle, che ufficializzeranno la scelta con un sofferto voto su Rousseau, in programma il 10 e 11 febbraio, chiedono un governo politico e quindi loro ministri: Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli, possibilmente confermati agli Esteri e allo Sviluppo economico, rappresenterebbero due delle grandi componenti del Movimento. Altrettanto fa la Lega, dove si starebbero confrontando anche in chiave interna le due anime facenti capo a Matteo Salvini (con la richiesta del leader al governo) e Giancarlo Giorgetti.

Al Pd le aspirazioni degli ex ministri e delle correnti si scontrerebbero con la volontà di Draghi di scegliere i profili più adatti, di qui la spinta di alcuni per un 'disarmo' e l'indicazione di tecnici d'area. Il Nazareno fa sapere che ci si affida alle decisioni che il premier incaricato prenderà d'accordo con Mattarella, ma nei gruppi parlamentari si fanno i nomi di Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e Andrea Orlando come possibili ministri politici. Matteo Renzi, da Italia viva, starebbe spingendo nella direzione di una discontinuità col precedente governo.

I leader di partito dovrebbero restare fuori, ma come tenere insieme gli auspici di M5S e Lega per Di Maio e Salvini, la possibilità che Speranza resti alla salute, con le difficoltà che la convivenza in Cdm comporterebbe? A complicare la situazione c'è che a ogni delega corrisponde un tema potenzialmente divisivo: Draghi non sarebbe disposto, ad esempio, a rinnovare alla scadenza la leghista 'quota 100'. Di qui il dilemma: avere ministri politici vuol dire dare più forza all'esecutivo in Parlamento, ma sui nomi l'equilibrio è difficilissimo e potrebbe volerci più tempo per la sintesi.

Figure chiave saranno i sottosegretari alla presidenza del Consiglio: c'è chi ipotizza che possano essere politici come Giorgetti e Orlando, a rappresentare i partiti, ma vengono più 'quotati' profili tecnici come Daniele Franco di Bankitalia, della giurista Luisa Torchia o dell'avvocato Antonio Catricalà. Franco resta comunque il nome più quotato per l'Economia, insieme a Dario Scannapieco della Bei. Tra gli economisti si citano anche Carlo Cottarelli e Ignazio Angeloni della vigilanza Bce. Al Viminale, come ministro super partes e di garanzia, resterebbe Luciana Lamorgese.

Per la sanità si cita Rocco Bellantone, presidente della facoltà di medicina della Cattolica e direttore del Gemelli. Molte, assicura chi conosce Draghi, saranno le donne. Di qui i nomi di Marcella Panucci, ex Confindustria, della professoressa Lucrezia Reichlin, del direttore della Farnesina Elisabetta Belloni e di Marta Cartabia alla Giustizia.

Domani, assicurata la maggioranza del suo governo, l'ex presidente della Bce vedrà le parti sociali.

"Domani sarò con il presidente di Upi De Pascale e il presidente di Anci Decaro dal presidente Draghi che ha avuto la sensibilità - e non era tenuto a farlo - di chiamare le rappresentanze degli enti locali a un confronto prima dell'avvio, mi auguro a breve, del suo governo". Lo ha annunciato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, nel suo intervento all'assemblea dei soci di Legacoop Estense. "Domattina - ha spiegato Bonaccini - mi farò carico di porre due questioni urgentissime: da un lato il tema della lotta alla pandemia e del piano vaccinale, che è lo strumento vero che abbiamo per sconfiggere questa tragedia; dall'altro come affrontare il Piano di recupero prima che nelle prossime settimane venga inviato a Roma e sul quale, va detto, c'era stato troppo poco confronto con il governo precedente". "Io mi auguro che nasca il governo - ha proseguito il presidente della Conferenza delle Regioni - posto che non è stato possibile dar vita al Conte ter come poteva essere giustamente auspicabile. Oggi credo che il presidente Mattarella abbia concesso all'Italia un'opportunità con una delle personalità nazionali più stimate in Europa e nel mondo, per un governo che provi ad affrontare alcuni nodi prioritari per il paese e che vanno affrontati subito perché chi chiedeva e ha chiesto elezioni in queste settimane lo ha fatto per interesse di parte e non certamente per l'interesse del paese". A chi rappresenta il mondo delle imprese serve "un governo che prenda decisioni per le sfide immediate che abbiamo di fronte, piuttosto che l'ennesima, infinita campagna elettorale".

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