Roma, 6 Feb 2021 - Si chiude oggi il primo giro di consultazioni del presidente incaricato Mario Draghi, che ha visto prima la Lega e a seguire incontra il Movimento 5 Stelle.
"Noi non abbiamo posto condizioni", dice il segretario della Lega, Matteo Salvini, al termine delle consultazioni con il presidente incaricato, Mario Draghi. "Noi siamo a disposizione, la Lega è la prima forza politica del Paese, dove governa lo fa con ottimi risultati. A differenza di altri non riteniamo che si possa andare avanti a colpi di no. Grillo, Conte, la Boldrini? Noi siamo diversi, noi non abbiamo pregiudizi, abbiamo parlato del futuro dei nostri figli", ha detto il leader della Lega.
"Con Draghi abbiamo parlato di Europa, perché qualcuno prova a dire no alla Lega sventolando la bandiera di un europeismo privo di contenuti. Noi siamo in Europa, non penso che né De Gasperi né De Gaulle pensassero all'Europa della direttiva Bolkenstein. Non si tratta di non essere o essere europeisti: vogliamo un governo che vada a Bruxelles a trattare a testa alta per l'interesse degli italiani e pensiamo che la condivisione sia totale".
"Noi vogliamo far parte di un governo che vada a Bruxelles a trattare a testa alta nel nome dell'interesse nazionale e su questo penso che ci sia condivisione totale", dice Matteo Salvini dopo l'incontro con il premier Mario Draghi. Salvini ricorda il posizionamento della Lega nelle relazioni internazionali: "Collocazione atlantica, cioè intesa con gli Usa. Mantenendo buone relazioni con tutti".
È in corso alla Camera nella sala Tatarella il vertice dei big del Movimento 5 stelle che questa mattina alle 12,15 incontrerà il presidente del consiglio incaricato Mario Draghi nell'ambito delle consultazioni. Sono presenti il fondatore M5S Beppe Grillo, il presidente della associazione Rousseau Davide Casaleggio, il premier uscente Giuseppe Conte, i ministri M5S uscenti, il capo politico Vito Crimi e i capigruppo Davide Crippa e Ettore Licheri.
"Questo è il momento della compattezza, in un momento come questo per il Paese, una famiglia si deve riunire per decidere, ci sono anche Grillo, Casaleggio e Conte", ha detto Luigi di Maio arrivando al vertice. La presenza di Giuseppe Conte al vertice M5s? Con lui "oggi la famiglia si allarga", risponde Luigi Di Maio arrivando a Montecitorio.
Primo giorno da leader M5s? "non mi risulta", dice il premier uscente Giuseppe Conte rispondendo ai cronisti, intercettato prima di arrivare a Montecitorio. E a chi gli chiede se oggi per lui sia un nuovo inizio conte replica: "Lo saprete..."
"Da oltre due settimane non si fa altro che parlare di crisi di governo. Mentre ci sono decreti bloccati, aiuti e ristori fermi che attendono di essere inviati ai cittadini. Uno stallo generato da una irresponsabile crisi politica. Adesso dobbiamo ripartire in maniera convinta, per questo sono certo che ancora una volta il Movimento 5 Stelle dimostrerà maturità e responsabilità istituzionale. Dobbiamo farlo per gli italiani, ci sono 209 miliardi da spendere", scrive su Facebook il ministro degli Esteri uscente Luigi Di Maio.
"Oggi tutti insieme vedremo Beppe Grillo prima delle consultazioni. La posta in gioco per il Paese è altissima e lui sa sempre guardare lontano. Siamo la prima forza politica in Parlamento, abbiamo delle responsabilità nei confronti degli italiani e sapremo affrontare al meglio anche questa delicata fase", conclude.
Il fondatore 5 stelle apre all'ex presidente della Bce e oggi fa parte della delegazione che lo incontrerà. No invece di Fdi al governo di Draghi. Salvini chiede ministri della Lega. Renzi assicura il sostegno "a prescindere" da parte di Iv.
Al termine delle consultazioni Draghi dovrà sciogliere la riserva e comunicare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella se ci sono i presupposti per la formazione di un nuovo esecutivo.
Dopo la pausa nelle consultazioni di domenica però Draghi dovrebbe incontrare le parti sociali lunedì mattina. Quindi il pomeriggio di lunedì e quello di martedì sarebbe riservato a un secondo giro di contatti coi partiti. Infine, forse martedì sera, il premier incaricato potrebbe salire al Quirinale per sciogliere la riserva sul mandato.
Si consolida la maggioranza che sosterrà il governo Draghi. Sarà larga e potrebbe andare oltre il perimetro del modello Ursula: Pd, Forza Italia e Italia Viva ma anche i 5S e LeU ci stanno e i segnali di apertura da parte della Lega sono sempre più netti.
Matteo Salvini si smarca dall'alleata Meloni, che non voterà la fiducia al nuovo esecutivo: il leader leghista fa addirittura intendere di volere entrare nella squadra, con tanto di ministri.
E scende in campo direttamente Beppe Grillo nel tentativo di far virare definitivamente i Cinquestelle: il fondatore del Movimento approda a Roma ed è pronto a partecipare alle consultazioni.
LeU, avverte di un pericolo: il rischio di una compagine disomogenea, che in Parlamento potrebbe condurre a percorsi laboriosi e esporre a sgambetti ora di una forza parlamentare, ora di un'altra.
I gruppi che alle Camere si collocano più a sinistra sono anche quelli che esprimono con maggiore forza la difficoltà di ritrovarsi fianco a fianco la Lega. Questione posta anche dai Dem, che però hanno già messo agli atti la disponibilità a lasciare a Draghi lo spazio per trovare una sintesi.
L'alleanza LeU-Pd-5S "non può essere dispersa" ma siccome si basa su "programmi e progetti" appare "incompatibile" con il partito di Salvini, dice Loredana De Petris al termine del colloquio con il premier incaricato. "Con Draghi siamo stati molto chiari", aggiunge. Ma se poi questo sia un muro invalicabile è da vedere.
La prossima settimana Draghi porterà di nuovo tutti a un tavolo: ci sarà un secondo giro di consultazioni nella giornata di lunedì e già nelle prossime ore potrebbero essere ascoltate le parti sociali.
Poi si passerà alle proposte e lì Draghi conta di fugare i dubbi residui, che riguardano il perimetro della maggioranza ma anche l'identikit della squadra di governo.
Il sostegno più entusiasta arriva da Italia Viva: sarà "a prescindere" dalle formule, è la linea di Matteo Renzi.
Conferma la fiducia nel premier incaricato anche il Pd: "la sfida è grande ma - dice Nicola Zingaretti citando Ciampi - il Paese ce la farà". I Dem presenteranno delle "proposte per un programma di governo forte, di lunga durata".
Sfila senza Silvio Berlusconi la delegazione di Forza Italia. Il Cavaliere era stato annunciato nella capitale ma poi ragioni di salute lo hanno trattenuto. A prendere la parola nella sala allestita a Montecitorio è quindi Antonio Tajani: conferma il "pieno appoggio" anticipato in mattinata proprio dal Cav a Draghi in un lungo colloquio telefonico.
Per la Lega parla Salvini, che deve però ancora incontrare il premier incaricato. Sospinto anche dal 'partito del Nord' che preme per non restare tagliato dalla gestione del Recovery plan, il segretario di via Bellerio a chi gli chiede se sarebbe disposto a sedere nel Consiglio dei ministri risponde: "Se ci siamo, ci siamo non facciamo le cose a metà. Mi piacerebbe ci fossero tutti".
FdI mantiene le distanze dall'esecutivo Draghi anche se Giorgia Meloni non esclude la possibilità di scegliere l'astensione.
L'altra grande partita la gioca il Movimento 5S. Alle barricate iniziali si sono avvicendate posizioni più dialoganti nei confronti del premier.
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