Roma, 1 Feb 2021 - Un maxi-tavolo tecnico di maggioranza per scrivere il contratto di governo. L'ha convocato il presidente della Camera Fico per questa mattina a Montecitorio con i gruppi protagonisti del primo giro di consultazioni. Non partecipano i leader, ma due esponenti politici per gruppo parlamentare (al momento le varie forze politiche hanno indicato i capigruppo di Camera e Senato) più un tecnico. Per il gruppo Misto, ogni componente è presente con una figura politica e una tecnica. Una quindicina le persone che partecipano al tavolo. La riunione si svolge nella sala della Lupa, a Montecitorio dove sono attesi i capigruppo di M5S Davide Crippa ed Ettore Licheri, quelli del Pd Graziano Delrio e Andrea Marcucci, per Italia Viva i capigruppo Maria Elena Boschi e Davide Faraone, per Liberi e Uguali Federico Fornaro e Loredana De Petris, per 'Europeisti - Maie - Centro Democratico' del Senato i senatori Raffaele Fantetti e Maurizio Buccarella, per il Gruppo parlamentare 'Per le Autonomie del Senato Albert Laniece e Gianclaudio Bressa, per CD-Maie Bruno Tabacci ed Antonio Tasso.
"Dagli incontri con le forze politiche della maggioranza è emersa la disponibilità a procedere a un confronto comune per raggiungere una sintesi", ha detto Fico dopo il secondo giorno di colloqui. Entro martedì tornerà al Quirinale per riferire l'esito del suo mandato esplorativo al presidente della Repubblica.
Resta però ancora un clima di incertezza, a partire dalle scelte di Matteo Renzi che non ha ancora dato il via libera all'indicazione di Giuseppe Conte come futuro presidente incaricato. Stessa incertezza sulla stesura del programma. Su questo punto, si apre un dibattito, non solo nel merito, ma anche nel metodo. Bruno Tabacci, Presidente di Centro democratico, ha le idee chiarissime sui limiti di una trattati va portata avanti da Fico: "Il programma-patto di legislatura dovrà essere definito con Conte quando sarà incaricato. Ma poiché sappiamo scrivere, abbiamo offerto oggi 5 punti, per dire che non possiamo giocare al fatto che in fase esplorativa facciamo un programma e poi decidiamo chi lo realizza".
Dietro le quinte si tratta già sui nomi; gli ottimisti trattano su quelli dei ministri, i più accorti su quello del premier, gli sherpa di Italia viva su ipotesi alternative alla riedizione dell'attuale maggioranza giallo rossa, il cosiddetto piano B. M5s, Pd e Leu tengono la posizione: non ci sono subordinate al Conte ter. Le differenze su programma e ministri non mancano, ma l'intenzione è quella di trovare una soluzione, cercando di evitare nodi divisivi come il Mes.
Se poi l'esplorazione fallisse, se Iv tenesse duro sul no a Conte e gli altri partiti sulla chiusura ad altri premier, si scommette sull'ipotesi B. Cioè un governo con una maggioranza più ampia e un premier tecnico. Due sono ovviamente le variabili: l'ampiezza della maggioranza (si va da quella Ursula, che spazia dal M5s a Fi, a quella di larghe intese che si avventura fino a un sostegno diretto o indiretto della Lega) e il nome di chi potrebbe guidarla. A un allargamento della maggioranza hanno aperto sia lo stesso Renzi che Silvio Berlusconi. I contatti tra i due partiti sono costanti. Giovanni Toti in una intervista sollecita "un premier forte in Europa e non abbiamo cambiato idea", "un premier che sappia unire le forze economiche e sociali e che abbia credibilità con i cittadini ma anche con le istituzioni europee e con i mercati finanziari". E dal Pd, che ha sempre chiesto il Conte ter, Luigi Zanda spiega: "Oggi sia Pd che 5Stelle puntano tutto su un Conte-ter e non fanno ipotesi di un eventuale fallimento. Mi sembra però certo che, in qualsiasi circostanza, si dovrebbero evitare elezioni politiche anticipate e prevedere che all'Italia servirà una soluzione politica fortemente europeista con un governo formato e presieduto da una personalità di alto profilo e un.
Intanto il centrodestra insiste nel giudicare ogni ipotesi di Conte ter una soluzione inadeguata a risolvere i problemi del paese. Secondo Licia Ronzulli (Fi), non è possibile riproporre "una maggioranza che ha già fallito". Anche l'ipotesi di ripartire da un 'contratto' scritto viene bocciata dall'azzurro Giorgio Mulè: "Pensare di rilanciare l'economia e il piano vaccinale di un Paese in ginocchio con l'ennesimo patto scritto sull'acqua che omette il Mes e rinsalda l'ego di alcuni -osserva - è semplicemente pericoloso". Sul dopo, intanto, si confermano le divisioni tra chi, come Silvio Berlusconi, auspica un governo di "alto profilo" e chi, come Giorgia Meloni insiste sulle urne. Matteo Salvini, per un giorno sembra abbandonare l'idea di un esecutivo a guida centrodestra per spingere anche lui a favore del voto anticipato: "Decreti urgenti su ospedali e vaccini, su riapertura scuole e difesa del lavoro, sui rimborsi alle imprese e sull'utilizzo dei fondi europei, e poi subito al Voto! Senza perdere più tempo. Basta -conclude il leader leghista - con questo squallido e vergognoso teatrino".
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