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Incidenti a Piazza San Carlo di Torino: condannati a un anno e sei mesi tutti gli imputati, tra cui la sindaca Appendino.

Torino, 27 Gen 2021 - Sono stati tutti condannati a un anno e sei mesi i 5 imputati - tra cui la sindaca di Torino, Chiara Appendino - nel processo con rito abbreviato per i fatti di piazza San Carlo. Il procedimento si riferisce a quanto accadde nel capoluogo piemontese la sera del 3 giugno 2017, durante la proiezione su maxischermo della finalissima di Champions League tra Juventus e Real Madrid: diverse di ondate di panico tra la folla portarono a 1.600 feriti e, in seguito, alla morte di due donne a causa delle lesioni subite.

La sentenza del Gup Maria Francesca Abenavoli, riguarda, oltre ad Appendino, l'ex capo di gabinetto del Comune Paolo Giordana, l'allora questore Angelo Sanna, l'architetto Enrico Bertoletti e l'ex presidente dell'Agenzia Turismo Torino, Maurizio Montagnese. Un sesto imputato, Danilo Bessone, esponente di Turismo Torino, ha chiesto e ottenuto di patteggiare un anno e sei mesi. Tutti hanno ottenuto la sospensione condizionale della pena. Le accuse mosse dalla procura erano disastro, lesioni e omicidio colposo.

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, in un lungo post su Facebook, si dice "amareggiata" e commenta la condanna per i fatti di piazza San Carlo. Appendino sottolinea di non avere intenzione di sottrarsi alle responsabilità, ma "è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto - folle - di una banda di rapinatori", aggiunge sostenendo che sul "difficile ruolo dei sindaci forse andrebbe aperta una sana discussione". Appendino conclude dicendosi "fiduciosa di riuscire a far valere le nostre tesi nei prossimi gradi di giudizio".

La vicenda La sentenza di primo grado emessa oggi riguarda i fatti avvenuti in piazza San Carlo il 3 giugno 2017, quando durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid si scatenò il panico, con un bilancio finale di due vittime e oltre 1.500 feriti.

Lo scorso novembre, il pubblico ministero Vincenzo Pacileo aveva chiesto una pena di 1 anno e 8 mesi per la sindaca di Torino Chiara Appendino, 1 anno e 8 mesi per l'ex questore Angelo Sanna, 2 anni per l'ex capo di gabinetto Paolo Giordana, 1 anno e 7 mesi per l'allora presidente di Turismo Torino (l'ente che organizzò l'evento) Maurizio Montagnese e 3 anni e 6 mesi per l'architetto Enrico Bertoletti, che si occupò di parte della progettazione dell'evento.

Come ricostruito dagli inquirenti, alcuni rapinatori spruzzano dello spray al peperoncino tra la folla, provocando un fuggi fuggi generale. Molti dei presenti, in larga parte giovani, perdono le scarpe, le borse, gli smartphone e cadendo sbattono contro il tappeto di vetro creatosi con i cocci delle bottiglie vendute dagli ambulanti abusivi.

La ferita più grave è Erika Pioletti, 38 anni, in piazza per vedere la partita insieme al compagno. La donna morirà in ospedale dopo dodici giorni di agonia. La seconda vittima è la 65enne Marisa Amato, rimasta paralizzata e morta il 25 gennaio 2019. Due i processi, con Appendino, Sanna e gli altri tre imputati che scelgono il rito abbreviato.

“È mia intenzione - spiegò la sindaca - contribuire a favorire una più rapida conclusione del processo e la conseguente definizione delle responsabilità in sede giudiziaria. Naturalmente sono convinta che, qualunque sia l'esito in tribunale, nulla potrà lenire il dolore di chi ha perso una persona cara e, per tutta la nostra comunità cittadina, niente riuscirà cancellare definitivamente il ricordo di quella tragedia. Tuttavia - aggiungeva Appendino - per rispetto a coloro che sono state le vittime di quanto accaduto in piazza e, allo stesso modo, per rispetto a chi quella sera e nei giorni che l'hanno preceduta ha svolto compiti e ha avuto responsabilità nell'organizzazione di quell'evento, ritengo importante che il giudizio sulle responsabilità per me, che rivesto un ruolo pubblico, arrivi il prima possibile".

Altri nove imputati, che a titolo diverso presero parte all'organizzazione dell'evento, hanno scelto invece il rito ordinario, con il processo che è tuttora in corso.

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