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Crisi Governo, concluso Cdm, il premier Conte al Quirinale per le dimissioni.

Roma, 26 Gen 2021 - Una maggioranza stabile e un governo coeso. Saranno questi i parametri con i quali Sergio Mattarella valuterà i passi che dovranno seguire alle dimissioni di Giuseppe Conte.  Il premier ha annunciato le decisione al Consiglio dei ministri, convocato questa mattina alle 9, e sale al Quirinale per rassegnare formalmente le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica. Dopo oltre 500 giorni, il governo Conte II è arrivato così al capolinea. "Ringrazio l'intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme" ha detto in Cdm. Sostegno e compattezza", hanno espresso i capi delegazione delle forze di maggioranza, Alfonso Bonafede (M5S), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (Leu).

La scelta di Conte arriva dopo il fallimento del tentativo di 'allargamento della maggioranza', con l'Udc e Forza Italia che si sono chiamate fuori da ogni ipotesi di sostegno al Conte II, oltre alla quasi certezza di un voto negativo al Senato sulla relazione del Guardasigilli Alfonso Bonafede inizialmente prevista per giovedì prossimo e ora rinviata.

Si apre così una delicata crisi di governo. Da questo momento in poi in campo diversi scenari che dovrà valutare il Capo dello Stato, il quale probabilmente avvierà consultazioni lampo con tutte le forze politiche: le ipotesi, dal reincarico al premier uscente per un "ter", come sembrano auspicare Pd, M5s e Leu, fino alla soluzione estrema dello scioglimento delle Camere. Ipotesi negata da tutti, ma inevitabile nel caso in cui ogni qualsivoglia intesa parlamentare dovesse naufragare.

Di certo Mattarella vuole che si diradino rapidamente le incertezze, ma il sondaggio dei gruppi di Camera e Senato è considerato imprescindibile anche per rispetto del Parlamento. Restano da chiarire le posizioni di Iv e dei centristi, e quelle che saranno le mosse determinanti di Matteo Renzi. Il calendario delle consultazioni non è ancora noto ma il Capo dello Stato dovrebbe cominciare ad ascoltare le forze politiche a partire da domani pomeriggio dopo la cerimonia per il Giorno della Memoria in mattinata.

Il Movimento Cinque Stelle, a caldo, definisce il passaggio a un Conte ter "inevitabile" e "l'unico sbocco di questa crisi scellerata". "Un passaggio necessario - prosegue una nota dei capigruppo pentastellati - all'allargamento della maggioranza". Anche il Pd apre a un nuovo governo guidato ancora dall' "avvocato degli italiani". Il segretario Zingaretti su Twitter ha scritto: "Con Conte per un nuovo Governo chiaramente europeista e sostenuto da una base parlamentare ampia, che garantisca credibilità e stabilità per affrontare le grandi sfide che l'Italia ha davanti".

Ore febbrili quindi, soprattutto all'interno della coalizione che fu maggioranza, ma acque agitate anche nel centrodestra. La coalizione appare divisa tra chi, come Fdi, non vede alternativa al voto e chi, come Fi, non esclude un governo di unità nazionale. Nelle ore più calde interviene direttamente Silvio Berlusconi che prima smentisce "ogni trattativa per un eventuale sostegno al governo incarica". Come dire, addio 'responsabili'. Quindi propone una via d'uscita: "La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all'autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l'unità sostanziale del paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani".

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, chiede invece che si fermino "i giochini di Palazzo" e si ridia "la parola al popolo" per avere un Parlamento e un governo "per cinque anni seri e legittimati, scelti dagli italiani". Anche la Presidente di FdI,Giorgia Meloni all'attacco: "L'Italia non si merita questo schifo".

Nel pomeriggio è previsto un vertice tra Salvini, Meloni, Berlusconi in collegamento dalla Provenza, i centristi dell'Udc e Cambiamo di Toti. "Serve un governo di salute pubblica ma non è in linea con il Conte ter, noi non faremo la zeppa di questa maggioranza", assicura il governatore ligure.

Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, in un'intervista a Repubblica sostiene che per uscire dalla crisi serve un nuovo patto politico di legislatura anche con Italia Viva. "Adesso intorno a Conte, figura imprescindibile di equilibrio tra le forze che fin qui hanno sostenuto il governo - dice il titolare della Difesa - si metta in moto la costruzione di una maggioranza politica e parlamentare".   Una coalizione "che potrebbe persino essere più forte perché allargata anche a figure e forze che si richiamano a un chiaro orizzonte europeista che prima ne erano escluse", aggiunge, da realizzare "in tempi brevissimi. E tutti dimostrino, con fatti concludenti più che con le parole, di voler davvero impegnarsi".

Italia Viva, ricorda Guerini "ha la responsabilità di aver causato una crisi inspiegabile di cui sfuggono ai più le ragioni politiche", mentre il Pd "ha dimostrato e continua a dimostrare responsabilità in questa situazione".  Ma "questo non è il tempo della tattica. E nemmeno di risentimenti o personalismi". Anche per il nuovo possibile esecutivo "considero imprescindibile la figura di Conte - precisa -. Non possiamo sprecare questa occasione decisiva per il Paese nel momento in cui otteniamo dall'Europa, anche per l'efficace lavoro svolto da Conte e tutto il governo, un quadro di risorse straordinario da impiegare sulla transizione ambientale e digitale, sul lavoro, sulla sanità, sulla formazione. Non possiamo permetterci di fallire". Bisogna "affrontare la realtà di un Paese che soffre le conseguenze sociali ed economiche della pandemia. Di una sfida col virus ancora da vincere. Di una campagna di vaccinazioni mai vista nella storia. Di un quadro di risorse europee imponente che devono essere spese bene".

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